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Rick Rubin e la sua passione sconfinata per il wrestling

Abbiamo incontrato lo storico produttore di Beastie Boys, Slayer e Red Hot Chili Peppers. Ma la musica non è stato proprio l'argomento di discussione
Rick Rubin. Foto: Facebook

Rick Rubin. Foto: Facebook

Quando è nel suo studio Rick Rubin emana una calma stile Zen. Negli ultimi anni avrete sicuramente visto sue foto, mentre assume la posizione da loto durante le registrazioni di Yeezus, oppure da supino (rigorosamente scalzo) durante il tracking di Magna Carta di Jay-Z.

Nella vita quotidiana è un avido professionista della meditazione trascendentale e il fatto che appaia con questa lunga barba e che venga spesso fotografato mentre in pose anomale, ci aiuta facilmente a trarre questa conclusione: è il “Buddha del Rock & Roll”. Un uomo troppo rilassato per essere stressato.

Ma ecco un dettaglio che smuoverà i vostri Chakra: Rubin è un fan accanito del wrestling professionistico, cresciuto idolatrando la “Superstar” Billy Graham e Ivan Putski. In tempi non remoti ha dato “lacrime e sangue” ad una federazione del wrestling del sud degli Stati Uniti. Ovviamente, da bordo ring non si perde neanche un incontro WWE (World Wrestling Entertainment) della West Coast. Ci sono stati momenti in cui il suo fanatismo si è trasformato nel suo business: cos’erano i Beastie Boys se non la prima crew di cattivoni di Def Jam?

Ancora scosso dagli eventi dell’ultimo mese di Wrestle Mania, a cui ovviamente ha partecipato, Rubin ci ha raccontato di com’è cresciuto fanatico ossessivo della comicità di Ric Flair, di quanto sia difficile fondare una federazione, e di come “Rowdy” Roddy Piper aiutò a rovinare i Beastie Boys.

Quando è che nata la tua passione ossessiva per il wrestling?
Ero molto giovane. La primissima promozione che io abbia mai visto si chiamava IWA, una competizione indipendente di New York che ebbe vita corta e che era una specie di WWWE, con gente tipo Tex Mckenzie e Mil Mascaras. Così ho cominciato a guardare il WWWF con spettacoli dalla durata di circa un ora; penso lo facessero di sabato sera, e l’ho guardato per diversi anni. Solo dopo iniziai a guardare la lotta libera in Spagnolo dall’Auditorium Olimpionico, ed è stato li che vidi per la prima volta Roddy Piper, Chavo Guerrero Sr.; era emozionante perché c’erano molti più uomini mascherati e acrobati. Sembrava un intrattenimento diverso, per emarginati della società.

Sembrava un intrattenimento diverso, per emarginati della società

Andavo a vedere anche il wrestling tutte le volte che potevo. Andavo ogni mese al Nassau Coliseum, al Madison Square Garden, con un abbonamento che mi permetteva di avere due biglietti per ogni match. Stessi posti a sedere, per tutta la durata del mio periodo liceale.
Mi ricordo anche di quando andavo al Sunnyside, Queens. C’era un’arena che somigliava più ad una palestra ma con delle tribune, c’era un non so che d’interessante nel guardare il wrestling da quelle scalinate. Da bambino ricordo che andavo coi miei genitori a Disney World ed ero veramente insistente nel chiedere quanto fossero distanti Disney e il wrestling. Volevo andare a vedere Dusty Rhodes!

Guardavo Championship Wrestling From Florida con Gordon Solie, e NWA su TBS, che era davvero il mio preferito — i Four Horsemen, Ric Flair, Jim Cornette — era bellissimo. Era il periodo in cui la WWE si era ammorbidita leggermente, e sembrava vero e proprio rasslin’. La WWE voleva raggiungere anche un pubblico più giovane, e c’erano sempre più wrestlers come Koko B. Ware. Era come una specie di cartone animato, con meno sangue e più lotta per il bene. Mi è sempre piaciuto quell’aspetto da fuorilegge nel wrestling.

Era come un cartone animato con meno sangue e più lotta per il bene

Sembra che “l’aspetto da fuorilegge” abbia influenzato anche la tua carriera nel mondo musicale, specialmente agli inizi di Def Jam agli inizi Americani della Def. Sei d’accordo?
Assolutamente. Non ci sono dubbi che all’inizio i Beastie Boys erano molto influenzati dal pro wrestling. Cento per Cento. L’idea di essere dei cattivi ragazzi rapper e dire cose stravaganti nelle interviste, tutto quello derivava dall’amore per il pro wrestling. Non lo dicevamo perché fosse la verità, ma perché era d’intrattenimento. Per me, era arte da interpretazione; eravamo ugualmente ispirati dal pro wrestling e Monty Python tanto quanto la musica. Mi ricordo di come gli mostravo dei videotape di vecchi match, essendo io il fan a quel tempo. Ridevamo tanto. E a quel tempo c’era una hotline del wrestling, allora chiamavamo ed ascoltavamo i messaggi pre-registrati di Roddy Piper per farci ispirare da quelle follie. Anche Kerry King (da Slayer) era molto appassionato di wrestling. Più avanti lavorai con Andrew Dice Clay, e lui era un’appoggio perfetto.

Poi sei anche entrato nel business del wrestling, mettendo dei soldi per poter lanciare Smoky Mountain Wrestling nel 1991. Sarebbe opportuno dire che ti piaceva essere più un fan che finanziatore?
Quando ho conosciuto Jim Cornette era un momento no per il wrestling.
La WWE mirava molto ai ragazzini e la NWA, fantastica fino ad allora, era stata comprata da Ted Turner e iniziava a seguire il modello della WWE. Quindi, da vero fan del wrestling, nessuno mi stava cagando molto. Sentivo di essere l’unico a cui piacesse per davvero il wrestling. Quindi quella era l’idea dietro Smoky Mountain Wrestling. Cornette era molto cool e aveva visualizzato come farlo, e quindi l’ho supportato. Si rivelò essere un business davvero molto difficile, non molto divertente se non hai nozioni per farlo. Sono andato solo ad uno show in casa. Mi ricordo che la cultura era diversa, e tanti degli lottatori erano grandi lavoratori, ma non proprio al livello più alto della loro carriera, quindi dovevamo compensare con dell’azione selvaggia.

I miei commenti a Jim erano principalmente, «Fai semplicemente la trama più estrema; meno credibile e più radicalmente offensiva». Lo potrei dire ogni volta che un uomo picchia una donna con una sedia; una cosa davvero offensiva. Qualcosa di dannoso. Ogni volta che qualcuno si approfitta di chi non si può difendere, oh mio Dio, odi quella persona. È quello che crea tensione! Vuoi vedere il buono che sconfigge il cattivo, o almeno vuoi vedere come farà il cattivo a scappare.

Ma non pensi che a volte, sopratutto recentemente, il WWE si basa in maniera troppo pesante su questa dinamica del cattivo? Sto pensando più specificatamente a quei gran cattivi dei McMahons e la trama “dell’autorità”. Da fan, ti dico che secondo me sta diventando un po stantia come cosa.
Penso che la sceneggiatura sia abbastanza buona e mi piace l’autorità. Hai visto Wrestle Mania? Pensavo che il dialogo di Stephanie McMahon e Triple H fu fantastico. Stephanie che fa quel discorso del cuore per tutte le persone che erano presenti, e di come ha visto il wrestling crescere. Poi dice «E tutti devono ringraziare me, perché non sarebbe mai successo senza me e mio marito Triple H» (ride) E dopo Triple H fa un discorso su come «Non solo ho battuto Sting questa sera, ma sconfiggerò anche chiunque provi a venirci contro. Posso menare 76mila di voi stasera». È inverosimile! È così ridicolo secondo me. Non avrei mai potuto scrivere una roba del genere. Questa estrema follia mi attrae particolarmente.

Quali sono gli altri wrestler attuali che ti piace guardare?
Penso che Bray Wyatt sia interessante. Mi piacciono i suoi match. Randy Orton riesce a creare quel dramma, e se c’è qualcosa in linea può diventare ottimo. Ovviamente Seth Rollins. Dean Ambrose. Direi che anche Daniel Bryan in quanto tiene dei match eccitanti, sai sempre che i suoi match saranno fantastici. Brock Lesnar è incredibile, sembra genuinamente terrificante; la combo di lui con Paul Heyman è imbattibile! Sembra davvero che quell’uomo possa rimanere un campione per quanto tempo voglia, se ha sempre funzionato così. Cesaro è grande. Rusev è grande. Tutto “The Flag” è scatenato. CM Punk, quando faceva quella roba del “tubo bomba”, li è quando ho cominciato ad apprezzarlo. Prima di allora, quando era il “Straight Edge” wrestler, non mi scatenava emozioni, ma una volta che fece il tubo bomba ed era con Paul Heyman, li divenni suo fan.
Anche Heyman è fantastico; così divertente, facilmente odiabile. E’ fantastico.

Questa estrema follia mi attrae particolarmente

Parlando di odio, c’è qualcuno che metteresti sul patibolo?
Non particolarmente, è più un idea del “babyface” (il wrestler “bravo”) e di come li trovano. Per me è sempre interessante quando scelgono di tenere qualcosa dei bravi che direi invece non piace a nessuno.
John Cena per esempio; e direi che il motivo principale del perché alla gente non piace è per il suo “FIve Knuckle Shuffle” (“la botta delle 5 nocche”). Ma ciò nonostante continuano a tenere quella mossa nei suoi match. Ecco un’altra cosa interessante del wrestling. E’ come un film di Jerry Lewis, quando fa qualcosa che è divertente, e quando la ripete non è più divertente. Sembrano fare lo stesso nel wrestling. La cosa mi infastidisce, ma magari è anche questa una delle cose grandi del wrestling. Il mio amico Vincent Gallo aveva un filo fantastico – venne con me al Raw al Staples Center, poco prima di WrestleMania, e gli piacque tantissimo. Una volta mi disse “L’ovvio non può mai ricominciare troppe volte.” E mi sembra tanto come il wrestling.

Sei sempre in prima fila quando WWE arriva in California, ma guardi mai NXT o altre competizioni simili?
Non ho guardato NXT. C’è così tanta roba da guardare! Ci sono 5 ore di WWE alla settimana, e poi di solito 3 ore di pay-per-view ogni mese, quindi di solito sono già abbastanza pieno così! E ovviamente, l’iscrizione al WWE Network il primo giorno che fu possibile. Credo che sia geniale; voglio dire, ero solito comprare tutti i pay-per-view, e ora ce li ho per 9.99 dollari al mese e mi becco anche tutti questi altri contenuti! Quindi in realtà è come una doppia vincita per tutti coloro che sono coinvolti. Registro anche il wrestling TNA, ma non ho mai tempo per riguardarlo, sono al quanto occupato! (ride)

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