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Esclusiva

Quando i Police facevano la fame

Cronache diaristiche e sonore dell’inizio zoppicante d’un mito: il nuovo libro di Stewart Copeland ‘Police Diaries’ e la registrazione del demo di ‘Clown’s Revenge’, 73 giorni prima dell’incontro con Sting

Quando i Police facevano la fame

I Police

Foto: John Rodgers/Redferns

La scaletta del primo concerto dei Police prevedeva solo sette canzoni. Stewart Copeland ricorda che per farle tutte bastavano sei minuti. «Eravamo veloci», dice. I pezzi erano «intrugli che facevo io», ad eccezione di Landlord, scritta con Sting, e della cover di It’s My Life degli Animals.

Uno dei pezzi più curiosi della setlist era Clown’s Revenge, un ibrido prog-punk che può ricordare quel che stavano facendo a Los Angeles in quello stesso periodo gli X. Copeland l’aveva scritta col fratello Ian. I Police non l’hanno mai registrata, ma ai tempi dei primi concerti la suonavano sempre. Mentre faceva delle ricerche per il suo prossimo libro Stewart Copeland’s Police Diaries (aka the Starving Years), il batterista ha scovato una registrazione decisamente grezza della canzone incisa con Ian. Il volume copre gli anni che vanno dal 1976 al 1979, più o meno dagli inizi (quando c’era il chitarrista Henry Padovani) fino all’uscita di Reggatta de Blanc, l’album di Message in a Bottle. Il libro verrà pubblicato nel corso del 2023 e contiene riproduzioni dei diari di Copeland, poster, foto inedite che danno un’idea di com’è nato il gruppo.

Fare questo tuffo nel passato è piaciuto al batterista, che all’epoca aveva appena lasciato i Curved Air e che oggi riflette su com’è riuscito a far stare in piedi la band nonostante pezzi come Clown’s Revenge. «Ha del miracoloso il fatto che quando Sting è arrivato a Londra le prime canzoni che gli ho fatto sentire sono di quel tipo. E lui ha comunque deciso d’entrare a far parte del gruppo».

«Non avevano ancora le canzoni di Sting su cui lavorare, solo questi miei pezzi fatti di due accordi e testi talmente scemi che non si riusciva nemmeno a cantarli in modo chiaro», ricorda Copeland. «In pratica, erano riff di basso con sopra delle urla. L’altro miracolo è che siamo rimasti assieme nella buona e nella cattiva sorte ed è poi arrivato Andy [Summers] che ha rinunciato a una ricca carriera di session man per mettersi con due finti punk ancor prima che si capisse il talento di Sting. All’inizio a unirci non era la musica, perché non l’avevamo ancora messa a fuoco. Era l’istinto che ci convinse di avere trovato le persone giuste. Siano diventati un gruppo prima ancora di capire che musica fare».

‘Clown’s Revenge’ from Stewart Copeland’s Police Diaries

Grazie ai diari, Copeland è riuscito a ricordare le circostanze della registrazione di Clown’s Revenge avvenuta il 14 luglio 1976 a casa di Florian Pilkington-Miksa, il batterista dei Curved Air. «Sonja Kristina [la cantante dei Curved Air], Ian ed io vivevano lì e usavamo un deposito per scrivere o registrare. Dei Curved Air m’era rimasto un Yamaha Leslie col riverbero. Per registrare ho usato un Revox A77 di Florian, che alla fine gli ho comprato. Ho presto capito che potevo suonare la chitarra a mille ed essere come Eric Clapton registrando i miei assoli col nastro che girava a metà della velocità. Quando ci siamo trasferiti a Mayfair ed è esploso il punk, Ian ha scritto il testo e l’ha cantato usando il mio microfono Shure SM57». Settantatre giorni dopo, Stewart ha incontrato Sting. Nel giro di pochi mesi erano nati i Police.

Ma quindi, perché i Police a un certo punto hanno smesso di suonare Clown’s Revenge? «Sting ha cominciato a scrivere canzoni vere», dice Copeland. «Ho questa teoria: quando lui ha iniziato a comporre, il vocabolario sonoro limitato di Henry alla chitarra l’ha spinto a concepire canzoni particolarmente asciutte. Quindi la presenza di Henry l’ha costretto a scrivere cose semplici e quando è arrivato Andy, ormai Sting padroneggiava quella forma semplice, però grazie a Andy aveva a disposizione nuove soluzioni armoniche».

Dice Copeland che la ricerca per il libro gli ha fatto venire in mente tanti altri demo del periodo in cui il gruppo faceva la fame, gli starving years come li chiama nel sottotitolo del volume. Spera di pubblicarli prima o poi. «Ci sono i demo dei pezzi che ho presentato a Sting, le prove con Henry Padovani, la sera in cui Andy è saluto sul palco con noi per jammare al Marquee». Li spedirà a chi preordina il libro, che secondo il batterista è «il resoconto più credibile degli inizi dei Police. Credetemi, ho le ricevute».

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