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Patty Pravo: «Ghali è un artista. Sfera Ebbasta? No, no, no»

L’ex ragazza del Piper racconta la nuova avventura tv a ‘Ora o mai più’. E parla, senza peli sulla lingua, del successo, della politica e delle nuove leve della musica italiana, dalla Dark Polo Gang a Calcutta.

Foto di Julian Hargreaves

Patty Pravo è Patty Pravo. Una diva vera. Ha quell’aura, intorno a sé, che solo le grandi hanno. Una delle signore della musica italiana in evoluzione continua, in barba alle critiche e ai discografici. Capace di passare dalle canzonette orecchiabili alla sperimentazione più audace in nome dell’arte. Dall’8 giugno, in prime time, su Rai1 sarà tra i protagonisti del talent show Ora o mai più. Il nuovo programma dell’ammiraglia di Viale Mazzini, condotto da Amadeus, vede una manciata di meteore della musica cercare di tornare alla ribalta grazie all’aiuto di altrettanti big. Una sorta di Music Farm 2.0 che permette al vincitore di accaparrarsi un contratto discografico.

Perché hai accettato il talent Ora o mai più?
Anche se sono contraria ai talent, perché trovo tirino fuori solamente robaccia, questo è abbastanza divertente. Intanto ci sono colleghi che conosco da una vita: chiacchieriamo e cazzeggiamo in continuazione. E poi è interessante vedere queste persone che, non si capisce perché, a 55 anni devono venire qui a riprovare. A 55 anni fa qualcos’altro, ma dove vuoi andare? Vai a suonare nei bar. Capito come, no?

E quindi cosa ti ha attirata?
Il fatto mentale di dover comunque fare ancora successo, quando alla fine è molto difficile. Perché fare successo vuol dire innanzitutto avere un dono. E poi significa un grande lavoro dove rischi, dove ti metti in gioco, dove non sai. Io, per esempio, ho strappato tutti miei contratti discografici. Sempre. Senza voler mai una lira. Per la libertà. Non sono mai andata a raccontarlo. Certo, lo racconto adesso per darti un aneddoto.

Quindi è dura.
È un mestiere non facile. Lo devi amare totalmente perché vivi sul palco. È la nostra vita.

Il tuo ruolo nel programma?
Saremo i coach: ci sarà Loredana Bertè, Red Canzian, Fausto Leali, Michele Zarrillo, Marco Masini, Marcella Bella e Orietta Berti. Che brava Orietta! L’ho scoperta: è un diapason.

Be’, sì, è molto intonata.
Ha anche qualcos’altro in più. Solo con l’intonazione non riesci a fare 60 anni di carriera.

Ti trovi bene con i tuoi colleghi?
Sì, perché abbiamo tutti quanti le stesse idee. Analizziamo l’interpretazione nella stessa maniera. Ci sono due o tre persone, ancora giovani, che possono avere un’altra possibilità di lavoro.

Tipo?
Massimo Di Cataldo canta benissimo, segue i consigli e riesce a ottenere belle sfumature. Anche Valeria Rossi mi piace, è molto simpatica.

Non ti mette un po’ tristezza vedere certi cantanti ancora alla ricerca della popolarità?
Molta. Raccontano parti della loro vita, quando non hanno avuto più successo, ed è una tragedia.

Ma se tu fossi stata una meteora, invece, come avresti reagito?
Avrei spaccato tutto! (ride, ndr)

Ah, quindi anche tu non te ne saresti fatta una ragione.
Come faccio? Mi hanno dato questo dono. Poi se a 55 anni cercassi di fare rivivere una carriera, dopo trent’anni dove non è successo nulla, obiettivamente cercherei qualcos’altro: scriverei, produrrei, per rimanere comunque ciò che sono.

Foto di Julian Hargreaves

Parliamo della tua carriera. Quale progetto ti ha dato più soddisfazioni?
Tanti. Forse Biafra, inserito anche nella classifica mondiale di Rolling Stone America, che è stata una sperimentazione totale. Mi sono divertita tantissimo. Tutti i discografici mi hanno odiato per quell’album, perché non hanno capito nulla ed era troppo avanti. Poi sono fiera anche di Nic-Unic e Radio Station che erano, comunque, sempre avanti. Quello che sto facendo adesso è più avanti di tutti questi. (ride, ndr)

Ah, e come sarà allora il nuovo disco?
Sai, parlare di musica non è mai facile. Bisogna farla.

Ci sono canzoni che ti sei pentita di aver interpretato?
Alcune dei miei album di inizio carriera, ma poi mi sono quasi pentita di averle odiate. Perché alla fine avevano dei bei testi. Diciamo che ho avuto una media abbastanza buona.

Soddisfatta, quindi.
Sì, perché non mi sono dovuta mai vergognare di nulla. Sono arrivata alla RCA e li ho fatti neri tutti.

Cioè?
Eh, ti trovi con dei maestri, ma se sei maestro pure te…e poi io arrivavo fresca fresca dal conservatorio. Ero una freccia e loro hanno capito subito. Ho contestato bene, giustamente, delle cose, perché io non ero così.

Ti volevano ingabbiare?
Sì, poveracci, non conoscendomi, mi volevano far fare delle cose e io, a un certo punto, ho detto che quelle cose non le avrei fatte motivando che la mia voce e il mio spirito non andavano bene per determinati progetti. Siamo andati alla ricerca di altro.

Non è da tutti.
Per questo devo ringraziare i miei maestri e il mio carattere.

Sai che un pezzo di La Bambola è citato nella hit Bambola di Betta Lemme?
Sì, lo ha rifatto anche una cantante dell’Europa del nord.

Betta Lemme ha detto che ti ha sempre ascoltata ed è una tua grande fan.
Mi fa piacere avere queste attenzioni d’amore, perché è amore questo. Come quando il mio amico Versace portava la piccola Donatella, in braccio, ai miei concerti perché lei voleva vedere Patty Pravo.

Senti, ma con tutti i bei pezzi che hai portato a Sanremo non hai mai vinto…
Per fortuna!

Ma come?
Non ho il senso della competizione e non mi da fastidio. Poi, sai, canti E dimmi che non vuoi morire e vincono i Jalisse, puoi solo ridere.

Ah, è vero! Quell’anno vinsero i Jalisse che ora sono in gara a Ora o mai più
E continuano a guardarmi male.

Ma perché?
Non lo so, hanno vinto loro Sanremo cosa vogliono da me? Tra l’altro la cantante ha una bella voce, è un soprano leggero.

Lei, Alessandra Drusian, ha provato molte volte a riconquistare il successo. Qualche anno fa andò a The Voice of Italy.
Eh, ma non bisogna provare, bisogna fare. Già che uno prova è triste. Bisogna andare dritto, quello che viene viene, però bisogna esserci dentro totalmente. E poi bisogna avere l’animo, non basta la voce più bella del mondo.

Spiegami meglio.
La gente deve sentirti. Tu devi andare sul palcoscenico e, se sei ammalato, guarire. Le persone ti danno un amore, un calore incredibile e stai bene. È questo che manca anche tra i ragazzi nuovi. Hanno delle belle canzonette, ma manca l’animo. A casa mia si canta per dare qualcosa.

Anche perché penso che se uno vuole fare musica la fa indipendentemente dalla popolarità.
Sì, io avrei fatto la direttrice d’orchestra. E avrei avuto grande competizione comunque.

Ma no ti da fastidio essere considerata ancora la ragazza del Piper?
Ma no, mi vien da ridere. Mi dava fastidio all’inizio. Ora mi fa sentire giovane. (ride, ndr)

Parliamo di attualità. Le donne dello spettacolo quest’anno sono state al centro dell’attenzione per la questione degli abusi. Che ne pensi?
Che stranamente è uscito in questo periodo, come se non fosse mai successo prima. E questo mi da molto fastidio.

Come mai?
Perché, tranne alcuni casi, anche in America, le cose venute fuori, sono di trent’anni fa. E poi, parliamoci chiaro, è da una vita che si sa che con un produttore ci possono essere questo tipo di rapporti. Se lo dici subito, perdi il lavoro, rischi, hai la forza e, soprattutto, serve.

Foto di Julian Hargreaves

Passiamo alla politica: cosa pensi del nuovo Governo?
Io sono per i radicali. Anche perché sono gli unici che hanno fatto leggi che hanno senso. Dovremmo anche ritoccare la nostra Costituzione, che è stata scritta dopo una guerra. Il mondo è cambiato. Io non mi interesso alla politica, perché non mi piacciono le cose sporche. E ho sempre intuito queste ruberie e questi giochi mai sani. Gli unici possibili sono i radicali. Ora non c’è più Pannella, ma c’è la Bonino. Spero che escano fuori ragazzi con un forte senso etico, che riescano a dare vita a un movimento, per me, buono.

L’attuale Governo è fatto principalmente da due forze politiche. Dei pentastellati cosa pensi?
A me sembrano dei fascisti. E poi sono miseri.

Perché dici questo?
Perché secondo me non hanno una cultura decente e la cultura serve, soprattutto se vai a fare certi ruoli. E poi non mi piacciono.

E della Lega cosa mi dici?
Che posso dire? Meglio non dire.

Ok, passiamo alle nuove leve della musica.
Io normalmente ascolto jazz, blues, classico.

Bene, ma adesso ti faccio vedere qualche video. Iniziamo con Ghali e Cara Italia.
Mi piace il testo, mi piace lui e secondo me è un artista. Può essere che mi sbaglio, spero di no. Mi da l’impressione di essere una persona che non è ferma solo a quello che sta facendo adesso. Forse avrà un’evoluzione e mi piacerà ancora di più.

Arriviamo a Diego Armando Maradona della Dark Polo Gang.
Non mi fanno impazzire, non hanno nemmeno questi testi particolari. In questa musica se non hai testi importanti che la fai a fare?

Che mi dici del Tran Tran di Sfera Ebbasta?
No, lui proprio non mi fa impazzire per niente. No, no, no.

Young Signorino sta spopolando con Mmh ha ha ha.
Questo non vuol dire che sia bravo, ma se po’ fa. Credo che, se si arriva a un certo punto, qualcosa ce l’hai.

Lui è Liberato, la canzone Nove Maggio.
È napoletano, non ho capito una parola. Il pezzo non mi dispiace. La parte suonata non è male.

Sai che si tratta di un progetto in incognito. Nessuno sa chi sia Liberato.
Interessante questa cosa. Me lo voglio ascoltare meglio.

Ora sentiamo Cosa mi manchi a fare, una delle hit di Calcutta.
Non è male, mi piacciono le sue sonorità vecchio stile. È giusto metterle, soprattutto quando nessuno se le ricorda più.

E questa è Completamente dei Thegiornalisti.
Ma perché? Dai su, fate bene. Ma sono anche giornalisti che si occupano di musica immagino, no?

No, solo musicisti.
Ah, peggio ancora allora.

Mi sono dimenticato qualcuno?
Levante è interessante. Volevo farmi fare un pezzo da lei. Pronto? Levante? Vieni! Facciamo un pezzettino insieme, magari due, non si sa mai.

Dopo questo programma di Rai1 vai in vacanza?
Agosto di concerti sennò mi ammalo, farò solo una decina di giorni di riposo. E poi devo preparare il disco che registrerò probabilmente a San Francisco.

Ci vai spesso.

Ci vado per respirare. Ho una casa lì, ringraziando il cielo, c’è mio marito che ogni tanto passa. Ci siamo separati, però siamo amici.

Cosa fai a San Francisco?
Vedo i miei amici musicisti, come Michael Walden.

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