'Non lo sai' è il punto d'incontro tra due generazioni della musica alternativa italiana | Rolling Stone Italia
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‘Non lo sai’ è il punto d’incontro tra due generazioni della musica alternativa italiana

Nel suo nuovo singolo Memento collabora con Rodrigo D’Erasmo, il violinista degli Afterhours, e non solo. Hanno età e approcci diversi. Li abbiamo messi a confronto in un'intervista doppia

‘Non lo sai’ è il punto d’incontro tra due generazioni della musica alternativa italiana

Rodrigo D'Erasmo e Memento

Non lo sai è il nuovo singolo di Memento, all’anagrafe Andrea Bruno, nato dalla collaborazione con Rodrigo D’Erasmo membro degli Afterhours, e disponibile da oggi, venerdì 20, novembre su tutte le principali piattaforme digitali per Asian Fake. Non lo sai definisce ulteriormente lo stile del giovane cantautore – ha solo 18 anni – caratterizzato dalla delicatezza della voce e dalla trasparenza delle linee melodiche, accompagnate in questo singolo da D’Erasmo e i suoi archi che hanno segnato tante produzioni di grande livello.

Stupisce, ancor prima dell’ascolto, la collaborazione fra due artisti così diversi. Li abbiamo messi uno di fronte all’altro in un vero e proprio incontro intergenerazionale. Ecco com’è andata.

Com’è successo che per Non lo sai abbiate iniziato a collaborare?
Memento: È stato grazie a Orang3 che conosce Rodrigo da tempo e e gli ha fatto ascoltare il brano. È stato un onore poter contare sulla sua esperienza.

Rodrigo: Di Andrea mi ha colpito moltissimo la capacità in tenera età di essere a fuoco ed espressivo dal punto di vista del timbro vocale. Ha un carattere peculiare e riconoscibile in un panorama di omologazione, con una identità e una scrittura testuale molto personali.

Cosa pensate di aver aggiunto con questa collaborazione?
Rodrigo: Per quel che mi riguarda, l’organicità del legno e delle corde ha dato materia e ha un po’ chiuso il cerchio. C’è già un richiamo della chitarra di Andrea che si collega con i miei archi.

Memento: Sono d’accordo, materia e profondità. Sicuramente hanno dato una marcia in più. È la ciliegina che mancava sulla torta.

Andrea sei del 2002, hai solo 18 anni ma ti senti già pronto al mercato discografico? Mentre tu Rodrigo, a cosa stavi lavorando nel 2002?
Memento: No, mi sento ancora molto giovane, anche rapportandomi con le persone con cui lavoro e sono sempre quello piccolino. Ho tanto da imparare.

Rodrigo: Io nel 2002 entravo nei Nidi d’Arac, una band della Compagnia Nuove Indie, che suonava una sorta di crossover della musica popolare del Salento. Aveva al suo attivo un paio di dischi e io iniziai a lavorare al terzo. Con loro ho intrapreso un percorso affascinante, grazie al quale ho studiato un’altra possibilità espressiva del violino e imparato a stare sul palco con una fisicità del tutto diversa rispetto a prima del mio corpo in scena.

Andrea, per essere un ragazzo di 18 anni hai ascolti importanti, come Pink Floyd e Led Zeppelin. A chi hai rubato questi ascolti, mentre a Rodrigo chiederei se sono i tuoi stessi riferimenti, o ne hai altri?
Memento: Ho rubato gli ascolti ai miei genitori. Ho sempre avuto nelle orecchie questa musica. Poi una ricerca l’ho fatta più avanti e ho scoperto che tanti richiami ritornano nelle mie canzoni.

Rodrigo: Sono riferimenti per tutti i musicisti, ma personalmente non mi hanno lasciato un segno indelebile. I miei riferimenti sono più nella musica classica. Negli ultimi tempi mi piace ascoltare anche le avanguardie del tardo Novecento, perché hanno degli echi che inserisco nella musica rock e pop.

Un artista con il quale vorreste collaborare?
Memento: David Gilmour.

Rodrigo: Nick Cave.

Andrea, il tuo approccio con la musica è arrivato a 11 anni, in che circostanze? E il tuo, Rodrigo?
Memento: Ho frequentato l’indirizzo musicale alle scuole medie, dove ho iniziato con la chitarra e dopo i tre anni ho proseguito. È andata bene che non ho cominciato con il flauto dolce, perché forse non mi avrebbe dato quanto la chitarra. La prima canzone che ho suonato per intero è un pezzo classico, del compositore Mauro Giuliani.

Rodrigo: Il mio primo approccio con la musica a 6 anni con il pianoforte, poi ho studiato la chitarra classica per un paio d’anni, ma il mio maestro mi consigliò il violino. Dopo la prima lezione, era talmente tanta la passione che ho proseguito entrambi gli strumenti.

Visti i tempi che attraversiamo, anche i social sono fonte di ispirazione?
Memento: Per me è ancora quello che succede fuori dai social per la maggior parte. I social sono contenitori di tantissime cose, ma l’ispirazione arriva dall’esterno, fortunatamente.

Rodrigo: I social per me sono solo uno strumento professionale, di comunicazione ed esternazione di quello che è il mio lavoro. Raramente esprimo là ciò che ho in testa. È una condivisione di quello che faccio artisticamente. Non comunico con amici e collaboratori sui social, preferisco sempre il telefono o al massimo WhatsApp. Sono un auto-ufficio stampa.

Qual è la vostra posizione rispetto ai talent? Tu Rodrigo partecipi con Manuel Agnelli a X Factor, invece Andrea tu hai mai pensato di partecipare?
Rodrigo: Ci sono percorsi fuori dai talent, purtroppo troppo pochi. La problematica è la scarsa alternativa. Andrea ha le idee chiare e ha incontrato chi lo aiuta a farsi strada, per cui non ne ha bisogno. X Factor è un acceleratore di popolarità e in altre situazioni, quando hai poca messa a fuoco, con un talent nelle mani del giudice giusto può essere utile. Fuori c’è poco scouting, anche se sembra che qualcosa si muova in questo senso, sia per i discografici che per tv e radio.

Memento: Ho avuto una esperienza a Sanremo Giovani e sui talent posso dire che, come la pensano tanti miei coetanei, sono una opportunità di crescita se ti affianchi alle persone giuste. Io personalmente li trovo limitanti. Il fatto di essere in competizione e per passare al livello successivo sia necessario guadagnare voti rischia di farti aderire solo a ciò che ti porterà i voti e non alla tua ispirazione.

Come state vivendo questo secondo lockdown?
Memento: È andata così, lo viviamo, però sono contentissimo a parte tutta questa brutta situazione per l’opportunità che ho ricevuto. Ho avuto modo in questi mesi di lavorare e iniziare a rapportarmi con persone molto esperte e quindi è un momento di formazione che era necessario per la mia crescita.

Rodrigo: Per me è stato un anno speciale, anche se il secondo lockdown sta mettendo alla prova le menti ancora più delle tasche delle persone. Ho iniziato l’anno dirigendo l’orchestra sul palco di Sanremo per Diodato, che ha vinto, una delle esperienze più entusiasmanti che potessi immaginare. Durante il primo lockdown ho prodotto molto e in estate ho suonato comunque in una dozzina di date in posti stupendi a Taormina, Siracusa, in Valle d’Aosta, quindi mi sono riappropriato della bellezza. Altro discorso si deve fare per il nostro mondo, infatti sono impegnato a portare all’attenzione delle istituzioni la situazione drammatica di tanti lavoratori che erano impegnati dietro le quinte e che sono i più colpiti.

Cosa vorreste rubarvi reciprocamente dal punto di vista artistico?
Memento: Forse l’esperienza con gli Afterhours, che io purtroppo ho ascoltato solo attraverso i miei genitori.

Rodrigo: Che io a 18 anni ero uno studente in fase avanzata sul violino, ma nella consapevolezza musicale ero più indietro di Andrea. Complimenti a lui.

Fra dieci anni dove vi vedete?
Memento: Mi auguro di essere ancora contento di fare musica. E quindi, non so dove e come, ma spero che la musica faccia parte della mia vita.

Rodrigo: Sono già molto soddisfatto, però mi associo a quello che ha detto Andrea. La musica farà sicuramente parte della mia vita, spero solo di essere felice come oggi di quello che faccio.