Musicians on Musicians: Madonna & Maluma | Rolling Stone Italia
Interviste Musica

Musicians on Musicians: Madonna & Maluma

L’ossessione per i dettagli, le prove interminabili, concerti e identità: conversazione notturna tra popstar di generazioni diverse, due anni dopo ‘Medellín’

Foto: Ricardo Gomes per Rolling Stone US. Fashion direction: Alex Badia. Produzione: Rebecca Karamehmedovic per Sway NY. Set Design: Shawn Patrick Anderson per Acme Artists. Madonna: Vintage 1960s Jacquard micro mini abito di Morphew Vintage; cappello di Piers Atkinso; collana custom; guanti vintage. Maluma: giacca di Tom Ford, camicia e pantaloni di Nanushka; anelli di Hatton Labs, Jacquie Aiche, Shay; occhiali di Gucci; orecchini custom

Madonna e Maluma entrano al Brooklyn’s Caribbean Social Club di Williamsburg e scatenano immediatamente la frenesia nei presenti. Arrivano entrambi verso le 8 di sera, in un’umida notte d’agosto, in quel posto delizioso noto anche come Toñita’s. Madonna è reduce dai festeggiamenti per il suo 63° compleanno in Puglia, mentre Maluma sta per iniziare le prove del tour per promuovere Papi Juancho. Frotte di persone che abitano lì, habitué e fan s’ammassano in Grand Street coi loro drink in mano. Ascoltano musica a tutto volume, compreso qualche successo di Madonna, e cercano di rubare un’immagine delle star attraverso le vetrate delle porte del club. All’interno, Madonna e Maluma iniziano uno shooting fotografico che durerà cinque ore, con Wizkid sparato altissimo dalle casse. Una signora avanti con l’età osserva tutto estasiata e tamburella i suoi anelli d’oro su un tavolo da domino. È Toñita in persona, la padrona del club, a cui è stato chiesto di comparire in alcuni scatti.

È mezzanotte passata quando Madonna e Maluma finalmente s’accomodano a un tavolino vicino al muro. La stanza è bollente. Entrambi hanno fretta d’iniziare la loro conversazione, ma siccome verrà filmata sono costretti ad attendere sotto le luci roventi dei riflettori. Il caldo li rende un po’ inquieti. Maluma canticchia fra sé e sé con voce assonnata e aspira da un sigaro, mentre Madonna cerca di decidere se le piace il blazer rosso che indossa (lo cambia, poi, con uno gessato). Mentre le persone s’affannano intorno ai due, sistemando microfoni e make-up, Maluma guarda Madonna dall’altra parte del tavolo: «Questa è una conversazione naturale», le dice fingendo serietà. «È una normale chiacchierata». Lei sorride e sta allo scherzo: «Naturale. Genuina. Autentica. Vera».

Nel giro di qualche minuto, nella stanza cala il silenzio. Sono passati più di due anni da quando hanno lavorato assieme a Medellín e hanno molte cose di cui parlare. Il loro faccia a faccia è anche l’occasione per esplorare a fondo le rispettive carriere: Maluma ha visto Madonna in azione in studio e sul set e vuole sapere tutto di questa visionaria la cui arte, in perenne evoluzione, per quattro decenni ha sovvertito più volte il paradigma del pop. Scusandosi, tira fuori il telefono («Perdonami, ma non le ricordo») per leggere le domande che ha a proposito dei progetti futuri della star, incluso il nuovo film-concerto Madame X. Madonna ha stampato la propria lista di domande per Maluma e la appoggia sul tavolo; è curiosa delle fonti che lo ispirano e del modo in cui lui ha zigzagato in diversi generi fino a diventare una star mondiale. Finiranno per raccontarsi aneddoti fino alle due del mattino, mentre la festa di quartiere improvvisata in loro onore, fuori, impazza.

Maluma: Come ti sembra fare un’intervista all’una del mattino? Sii onesta, ti prego.

Madonna: Per me va bene. Sono abituata a stare alzata fino a tardi. Sono un animale notturno.

Maluma: A che ora vai a dormire, di solito?

Madonna: Alle quattro del mattino.

Maluma: Cosa? E lo fai da tanto tempo?

Madonna: Mmm… un paio d’anni. Tiro sempre più tardi.

Maluma: Ricordo la prima volta che siamo andati in studio a Londra. Erano tipo le otto di sera.

Madonna: È il momento in cui iniziano a fluire le energie!

Maluma: E io pensavo, staremo qui fino a mezzanotte, più o meno. Poi arrivarono l’una, le due, le tre, le quattro (ride)!

Madonna: E quello è il momento in cui si inizia a bere caffè espresso corretto tequila.

Maluma: Mi hai dato la soluzione! Tequila ed espresso. Grazie. È stato un momento molto importante nella mia vita. Da quel momento è cambiata.

Madonna: Secondo la mia teoria, le persone che sono nate di giorno sono più attive di giorno, mentre chi è nato di notte si sente più creativo e vitale di notte.

Maluma: Io mi sveglio ogni giorno alle sei e vado in palestra.

Madonna: Magari sei nato alle sei di mattina!

Maluma: Faccio gli esercizi, poi vado in studio, poi mi ritaglio un po’ di tempo per giocare coi miei cani e alle otto, nove di sera ho esaurito le energie. Vado a dormire.

Madonna: Sei vecchio.

Maluma: Vecchio? Perché faccio quella roba?

Madonna: Sono orari da vecchio. Vai a letto alle otto? È una follia.

Maluma: (Ride) Dai, siamo tutti diversi. Allora, tu sei stata il direttore creativo del tour e del film-concerto Madame X; ti sei occupata di tutto, dal guardaroba al set, passando per le coreografie. Perché per te è così importante collaborare a ogni dettaglio?

Madonna: Perché l’intero spettacolo è un’estensione della mia persona. Amo la danza, l’arte, le scenografie. Amo il video, i film, la moda, i vestiti. Quindi in primo luogo perché mi piacciono tutte queste cose e in secondo luogo perché ogni aspetto dello show è una mia estensione e quindi sento il bisogno di prestare attenzione a ogni dettaglio.

Maluma: Lo ricordo bene.

Madonna: (Sorride) Ti ricordi. Rammenti quando eravamo sul set del video [di Medellín]? La stanza era orribile. Ricordi che dovemmo cambiare totalmente l’illuminazione?

Maluma: Le luci, il sofà. Ci è mancato poco che tu non cambiassi anche me.

Madonna: Già, ma ho visto che non c’era un rimpiazzo disponibile, quindi…

Maluma: (Ride) Meno male! Ok, altra domanda: perché hai deciso di ricoprire anche i ruoli di regista e co-sceneggiatrice in Madame X?

Madonna: Il mio show è la mia visione, la mia filosofia, la mia anima. Devo orchestrare ogni cosa. Ho un messaggio da lanciare e devo farlo in modo chiaro. Non posso lasciare che altre persone lo facciano al posto mio.

Maluma: Mi piace. Fin dalla prima volta che ti ho incontrata ho visto quanto sei vera nella tua arte. Fai quello che vuoi.

Madonna: Beh, non faccio tutto quello che voglio. Combatto per ciò che secondo me è importante, questo di sicuro.

Maluma: Hai cambiato il mio modo di vedere le cose in molte maniere. Sono ancora giovane e ho ancora cose da imparare in quest’industria e nella mia carriera, ma è stato molto importante imparare ad avere più fiducia in me stesso. È così che dici anche tu, vero?

Madonna: Già, fiducia.

Maluma: Da quando ti ho incontrata cerco di farlo sempre e lo apprezzo molto. Grazie!

Madonna: (Ride) Prego. Ma, dopo avere lavorato con me, spero tu abbia iniziato a prestare più attenzione alle luci, ai costumi e a questo genere di cose. L’hai fatto?

Maluma: Assolutamente sì. Cose che magari le donne…

Madonna: Non essere sessista.

Maluma: Forse voi prestate più attenzione ai dettagli.

Madonna: Non hai conosciuto i miei figli.

Maluma: Li ho incontrati!

Madonna: Già, hai conosciuto David. Comunque tutti prestano attenzione ai dettagli.

Maluma: Sì, ma penso che tu sia su un altro livello.

Madonna: Pensando agli inizi della mia carriera, probabilmente mi sono concentrata soprattutto su me stessa nei primi tempi. Poi man mano che ho iniziato a fare più show e video, ho preso a prestare più attenzione a tutti i dettagli e ho cominciato a partecipare di più.

Maluma: Vorrei fare come te.

Madonna: Stai in campana: verrò a vedere il tuo spettacolo! E sarà meglio che sia ottimo.

Maluma: Ragazzi, l’ha detto, vero? Ha detto che verrà ai miei show (ride). Prossima domanda: al momento stai scrivendo un film sulla tua vita. Come è stato, per te, rivivere tutte le esperienze passate?

Madonna: Scrivere la mia sceneggiatura è l’esperienza più sfiancante e sfidante che mi sia capitata. In un certo senso è come fare psicoterapia, perché devo ricordare ogni dettaglio dalla mia infanzia fino a oggi. Ricordare tutte le cose che mi hanno fatto decidere di essere chi sono, il mio percorso come artista, la mia scelta di lasciare il Michigan per andare a New York, tutte le cose che mi sono accadute quando ero giovane e ingenua, i miei rapporti con la famiglia e gli amici, vedere tanti amici morire – a volte mi metto a scrivere e poi vado a letto e mi viene da piangere. Capisci? Il fatto è che mi rendo conto di avere dimenticato molte cose, ma rivivendole, scavando a fondo, cercando di riportare alla mente emozioni che ho provato in certi momenti, sia positive che traumatiche, capisco di avere avuto una vita folle.

Maluma: E allo stesso tempo meravigliosa.

Madonna: Bella, ovviamente. Ma a volte mi sono trovata di notte, nel mio letto, a pensare: «Oh mio Dio, ma mi è davvero successo? Ho davvero conosciuto quella persona?».

Maluma: Sai che ti voglio bene. E tutto quello che fai è un successo.

Madonna: Non direi. Il successo è una cosa soggettiva.

Maluma: Dico sempre che, per me, il successo arriva quando sono contento di tutto ciò che faccio e mi sento in equilibrio e sereno. Per me quello è un successo.

Madonna: Ovviamente la tua carriera prenderà direzioni diverse, avrai alti e – scusa se te lo dico – anche bassi, perché così è la vita. Ma ascolta, non saranno veri momenti no, perché tutto quello che accade è una lezione da cui imparare qualcosa. Credo non abbia senso pensare a ciò che ci succede in chiave negativa. Sono solo esperienze che ci fanno imparare e che bisogna vivere.

Maluma: Sono d’accordo. Grazie.

Madonna: Credo che ora tocchi a me.

Maluma: E questo è il momento in cui mi agito. Forse dovrei farmi un goccetto? Sì.

Madonna: Tutta la tua musica è cantata in spagnolo, vero?

Maluma: Sì, il 99,9%.

Madonna: E hai iniziato come artista reggaeton, ma sembra che tu stia imboccando una nuova strada. Tu cosa ne pensi? Io odio la parola pop.

Maluma: Amo il reggaeton. Sono cresciuto ascoltandolo e di sicuro è nel mio sangue e nel mio DNA. Ma mi piace fare generi differenti.

Madonna: Ad esempio Medellín, la canzone che abbiamo fatto insieme.

Maluma: Sì è diversa nel beat, nel ritmo, nel testo. Mi piace fare salsa, mi piace fare reggaeton, mi piace fare pop e ballate. Se parliamo di pop, parliamo di qualcosa di “popolare” – per me non ha altri significati, perché tutto quello che facciamo è popolare. È per la gente. Faccio quello che mi piace. Ricordo che una volta andai a Los Angeles, dove feci una bella session in studio con dei produttori locali. Andò benissimo. Registrai qualcosa come sette o otto brani in inglese. Ed erano buoni, ma per qualche motivo non mi sentivo a mio agio riascoltandoli. Pensavo: questo non è Maluma.

Foto: Ricardo Gomes per Rolling Stone US. Fashion direction: Alex Badia. Produzione: Rebecca Karamehmedovic per Sway NY. Set Design: Shawn Patrick Anderson per Acme Artists. Madonna: Vintage 1960s Jacquard micro mini abito di Morphew Vintage; cappello di Piers Atkinson; collana custom; guanti vintage. Maluma: giacca di Tom Ford, camicia e pantaloni di Nanushka; anelli di Hatton Labs, Jacquie Aiche, Shay; occhiali di Gucci; orecchini custom

Madonna: Non sono io.

Maluma: Esatto, non era la mia essenza. Sono stato un grande fan della musica americana per tanto tempo. Sono cresciuto ascoltando hip hop e R&B e un sacco di grandi artisti: Ja Rule, 50 Cent, Snoop Dogg e ovviamente te. Ma non sento di dovere cantare in inglese per conquistare il mondo o fare le cose che voglio.

Madonna: Sì, la vedo come te.

Maluma: Sento che la gente può innamorarsi della persona che sono. Non devo provare a essere qualcun altro.

Madonna: Non stai cercando di essere colombiano deliberatamente.

Maluma: No, sono solo me stesso. Sono nato così. Ma se avessi la possibilità di cantare in inglese lo farei. Magari in futuro.

Madonna: Ti faccio una domanda: cosa ti ispira?

Maluma: Direi la mia famiglia. Loro sono una grandissima fonte di ispirazione. Il mio Paese, le mie radici latine. Ricordo che avrò avuto 12 anni quando ho iniziato a sognare in grande. Volevo essere un cantante, cantare di quel che mi succedeva. Volevo solo cantare per mia mamma, mio papà e mia sorella ed era una cosa bellissima, che non vorrei perdere.

Madonna: Quindi a ispirarti è la vita. Le cose che per te sono importanti.

Maluma: Sì, è così. La vita, la famiglia, le mie radici, il mio Paese. Direi anche i miei animali: loro mi ispirano.

Madonna: Stavo per dire i tuoi cavalli!

Maluma: I miei cavalli, i miei cani, le persone intorno a me. Direi che loro sono la mia fonte d’ispirazione.

Madonna: Direi la stessa cosa. Traggo molta ispirazione dai miei bambini, dalla mia famiglia, dalle mie esperienze di vita, dall’amore, dalle perdite e dai tradimenti. Le cose che ci accadono in quanto esseri umani: questo mi ispira, credo. La lotta.

Maluma: Molta ispirazione arriva anche quando non ti senti bene.

Madonna: Sì, è molto più semplice scrivere una canzone quando sei di cattivo umore. Ammettiamolo (ride).

Maluma: Sono d’accordo al 100%. (Rivolto alle altre persone nella stanza) State facendo la sauna?

Madonna: In questo momento sto perdendo tutti i chili che ho messo su in Puglia. Ora mi piacerebbe parlare di come per l’ultimo anno e mezzo abbiamo vissuto in questo strano isolamento, una specie di limbo. Abbiamo avuto tempo per scrivere e per fare introspezione. Come è stato per te?

Maluma: Ho potuto scrivere il mio ultimo album, Papi Juancho. Per la prima volta in otto anni sono rimasto per mesi di fila in Colombia, a Medellín, con mia mamma. Ho una casa bellissima là e non me l’ero mai goduta. L’ho fatta costruire, poi ho iniziato essere in tour continuamente e infine è arrivata la pandemia. Sono stato costretto a tornare a Medellín. Là c’era il mio studio e ho cominciato a lavorare a pezzi nuovi, senza pensare a fare un disco commerciale. Non sapevamo cosa sarebbe accaduto, per cui ci siamo chiusi là a scrivere nuove canzoni e così è nato l’album. Ho fatto il brano Hawái, che è la hit più grande della mia carriera. È stato un momento assai produttivo e me lo sono goduto, onestamente. Ma so che per molti è stato un periodo terribile.

Madonna: Sì. Non avevano i privilegi di cui godiamo noi, per continuare a essere liberi.

Maluma: Esatto. Grazie a Dio avevo la mia casa, là, con un giardino dove potevo fare passeggiate.

Madonna: Parlando di Papi Juancho, hai chiamato così anche il tuo tour. Sei elettrizzato?

Maluma: Sì, sovreccitato e nervoso.

Madonna: Sono invidiosa. Mi manca esibirmi.

Maluma: Perché non vieni a fare Medellín?

Madonna: Ma è una sola canzone!

Maluma: Beh, ma puoi restare.

Madonna: (Ride) Farei la ballerina di fila!

Maluma: Io me ne starei lì, come un fan, a guardarti cantare. Sarebbe il tuo show, non il mio.

Madonna: Sento che molte persone non vedono l’ora che accada. È come essere sparati fuori con un cannone. E penso che la gente abbia una gran voglia di performance dal vivo.

Maluma: E anche noi ne abbiamo bisogno. Ricordo di essere stato a uno dei tuoi spettacoli a New York, quando facevi Madame X, e ti ho vista felice di essere sul palco. In questo momento sento che ho bisogno di quell’energia. Sono nervoso, ma è una buona cosa. È adrenalina buona quella che sento in circolo.

Madonna: Se sei nervoso va bene. Vuol dire che ci tieni.

Maluma: Davvero, voglio riabbracciare il pubblico. È passato così tanto tempo, quasi due anni da quando ho fatto l’ultimo concerto. Sarà bellissimo. E tu sei più che invitata… non dire che sei invidiosa. Potremmo fare un tour assieme. Sarebbe bello.

Madonna: Ti farò provare tantissimo!

Maluma: Ricordi quando provavamo per i Billboard Music Awards? Oh, mio Dio. È stato bellissimo. Ma ricordo che arrivavo a casa alle due del mattino e pensavo: «Merda, non ho mai provato così tanto in tutta la mia vita».

Madonna: Ho iniziato come ballerina e questo ha dato un’impronta al mio modo di stare sul palco e di usare lo spazio. È per questo che posso lavorare per tante ore e continuare. Chi balla appartiene a una razza a parte. Ci puniamo e perseveriamo nonostante il dolore. Anche se ci siamo fatte male, non ci importa.

Maluma: Io giocavo a calcio. Ho mollato a 16 anni e ho iniziato la mia carriera, ma ho ancora la disciplina dello sport. Ma cerco di essere equilibrato, non troppo duro con me stesso. Non mi piace punirmi.

Foto: Ricardo Gomes per Rolling Stone US. Madonna: vestito anni ’20 vintage di Tabard. Maluma: abito Louis Vuitton; maglia Helmut Land; cravatta Versace; orecchini Habana e John Hardy; anello di Rock & Raw, anello verde Hatton Labs

Madonna: Non sei come me.

Maluma: No. Quando voglio divertirmi, lo faccio. Mi ricordo quando giocavo a calcio: stavo in campo per tre ore al giorno. Sai come funziona, perché anche tuo figlio David gioca.

Madonna: Sì. È un bellissimo sport.

Maluma: Mi piace molto e devo tutto al calcio, la mia mentalità e la mia dedizione. Ma ora sento che ho imparato a essere un po’ più equilibrato.

Madonna: Dovresti inserire un intermezzo di calcio, nel tuo show. Magari fare un dribbling.

Maluma: Sarebbe bello. Ragazzi, avete sentito?

Madonna: Alla fine del video di Medellín sapevo che ci sarebbe stata una scena coi cavalli. Ci sono dei cavalli meravigliosi in Portogallo, come ben sai. E io pensavo: oh Dio, come facciamo con Maluma? Probabilmente non è mai stato su un cavallo prima d’ora. E tu invece sei salito in groppa a uno stallone e sei partito al galoppo.

Maluma: È stato divertente, perché ho montato uno stallone arabo. Sono fra i cavalli più difficili da montare. E Madonna, che è fatta così, diceva: forza, sali in sella a quello stallone, quel cavallo super aggressivo, puoi farcela.

Madonna: Sì, ma io indossavo un abito da sposa.

Maluma: Così mi sono detto: fanculo, andiamo. E mi sono divertito. Poi, quando sono sceso da cavallo, ho chiesto se ci fosse un lusitano. In Colombia ho dei cavalli lusitani. Hanno molta adrenalina, ma sono più facili da controllare. Mi mancano molto ogni volta che vado in tour. Lo ammetto. Ho un cavallo bellissimo che si chiama Hercules. È uno stallone grande, nero, bello ed è uno degli amori della mia vita. Mi prendo cura dei cavalli come fossero figli miei.

Madonna, Lisbona ha influenzato molto il tuo ultimo album. Maluma, hai pubblicato un tributo alla musica giamaicana quest’anno. Che ruolo ha il viaggio nel vostro lavoro?

Madonna: Per un’artista, viaggiare è una parte importantissima nel processo di crescita, permette di scoprire musica di tutto il mondo. Non avevo alcuna intenzione di scrivere il mio ultimo disco quando mi sono trasferita a Lisbona. In realtà ero tristissima quando mi sono trasferita là. Dicevo: farò questo sacrificio per mio figlio, che così potrà giocare a calcio. Cosa farò? Non conosco nessuno. E alla fine ho conosciuto dei musicisti eccezionali. Il Portogallo è un melting pot di tantissimi immigrati africani dall’Angola e dalla Guinea-Bissau. Poi per il mio compleanno siamo andati nell’Italia del sud e abbiamo ascoltato musica di quella regione. Ogni volta che vado da qualche parte finisco per lavorare con gente di lì. Qualche anno fa ero a Biarritz per un compleanno e mi sono imbattuta in un gruppo di cantanti che cantavano in lingua basca. Sembrano monaci per come cantano. Si chiamano Kalakan e ho finito per andare in tour con loro. Quando ero in Portogallo molti di quei musicisti hanno finito per venire in tour con me.

Maluma: Per me è lo stesso ed è il motivo per cui ho deciso di andare in Giamaica: volevo fare questo album intitolato 7 Days in Jamaica perché l’isola mi ha dato grandissima ispirazione: la dancehall, il reggae, il reggaeton. Volevo andare là e sentire lo spirito di Bob Marley. Ci sono andato e ho potuto lavorare con Ziggy Marley, uno dei suoi figli: per me è stato grandioso. Andare là e fare quest’esperienza ha reso più bella la mia vita. Anche lo slang che usano è speciale.

Madonna: Sei stato a Kingston?

Maluma: Sì e anche a Ocho Rios. Ho in mente di fare il mio prossimo album con diversi artisti africani. Sento che questo è il futuro della musica urban e latinoamericana. Secondo me è il prossimo step. Continuerò a viaggiare. Ma sono piuttosto certo di non avere viaggiato quanto Madonna.

Madonna: Da qui a trent’anni l’avrai fatto.

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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