Motta: «Alla fine del tour avrò bisogno di un analista» | Rolling Stone Italia
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Motta: «Alla fine del tour avrò bisogno di un analista»

Abbiamo incontrato Motta in occasione del concerto all’Alcatraz che concluderà il tour nato per il suo stupendo album d'esordio, “La fine dei vent'anni”. Ci ha raccontato della sua ricerca della felicità

Dopo più di 80 concerti sold out tra club, teatri e festival, Motta ci è venuto a trovare per raccontarci del prossimo 1 aprile, quando salirà sul palco dell’Alcatraz di Milano dove calerà il sipario sul tour con cui ha presentato il suo stupendo album d’esordio edito per Sugar, La fine dei vent’anni.

La fine dei vent’anni, ci ha raccontato Motta, è un album cresciuto a suon di concerti “fatti con i musicisti più forti d’Italia” e frutto di un lavoro di composizione durato cinque anni, che è valso a Motta il meritatissimo riconoscimento con la prestigiosa Targa Tenco per la miglior Opera Prima oltre che con il premio PIMI SPECIALE 2016 del MEI. Un album che non stanca mai, grazie al sound immediatamente riconoscibile prodotto con Riccardo Sinigallia che Motta porterà in scena con la sua band per l’ultima volta, almeno per ora: «Devo trovare un analista bravo per quando finirà questo tour».

Con il disco Motta ha voluto raccontare della scoperta dell’età adulta, accolta con “una crisi” ma non troppo: «Mi è venuta voglia di cercare essere felice senza riuscirci – ci ha raccontato – ma provare a esserlo è già un segno di felicità».

Per prepararci al concerto, il 22 marzo alle 21 andrà in onda su Sky Arte una puntata speciale di Italian Sound interamente dedicata a Motta, che il primo aprile salirà sul palco dell’Alcatraz accompagnato da alcuni degli artisti che negli anni hanno percorso un pezzo di strada insieme a lui tra cui Giorgio Canali, Andrea Appino degli Zen Circus e Nada e, ovviamente, i suoi Criminal Jokers.