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Martin Garrix apre l’Estathé Market Sound. Leggi l’intervista

Il diciottene autore della superhit "Animals" e nuovo enfant prodige dell’EDM si è esibito per la prima data del festival che ci accompagnerà fino alla fine di ottobre
Foto di Mucci per Impatto Visivo

Foto di Mucci per Impatto Visivo

Il palco immenso dell’Estathè Market Sound, migliaia di ragazzini che non vedono l’ora di sentirlo suonare, uno spettacolo pirotecnico pronto ad esplodere sul beat giusto. Tutto pronto per il suo show: Martin Garrix, diciott’anni, autore della superhit Animals (disco di platino in dieci paesi) è il nuovo enfant prodige dell’EDM. Occupa la quarta posizione nella classifica stilata da Dj Mag e guadagna in una sera molto più di quanto molti si sognino di fare in un anno.

Martin però è tutt’altro che una star: è un ragazzo umile, genuino, a tratti assolutamente ordinario. Ed è per assurdo proprio questo a renderlo così emblematico; così interessante per capire i diciottenni di oggi, quei ragazzi che imparano prestissimo a diventare grandi, ma che ancora adulti non sono, e per certi versi forse non saranno mai del tutto. Una generazione piena di contraddizioni, che ha così voglia di diventare grande prima del tempo che finisce per farlo accompagnata passo per passo da mamma e papà: così è anche Martin Garrix, che proprio in compagnia della sua famiglia aspetta di essere intervistato, mentre sorseggia una Redbull con la faccia di uno che ormai è abituato a queste cose. Suonare davanti a così tanta gente però fa ancora un certo effetto:

«Wow, sono eccitatissimo per questa sera!»

Il tuo è stato un successo travolgente, da Animals in poi
Sì, è successo tutto molto molto in fretta… Sai, produci la traccia giusta al momento giusto, fai un paio di live fortunati..non mi aspettavo assolutamente un riscontro del genere però.

È stato difficile da gestire un successo così improvviso?
Abbastanza, ma sono molto appassionato a quello che faccio, passo ore in studio a produrre nuova musica. Dopo Animals è uscita Wizard, poi Tremor... Adesso ho appena finito di lavorare ad una collaborazione con Ed Sheeran, mi sono divertito molto a lavorare con lui. Dovrebbe uscire a breve, ma la data non dipende da me, io non vedo l’ora!

Prima di cominciare però hai detto che sei eccitato per lo show di questa sera. Non ci si abitua dopo due anni di concerti?
Quello che fa sì che sia eccitato ogni volta è vedere le persone felici, e sapere che è merito della mia musica. Anche riascoltare quello che hai fatto in studio è piuttosto esaltante se hai fatto un buon lavoro, ma quando vedi che hai davanti migliaia di persone che la pensano come te…

Dicono che le rockstar di questi anni siano proprio i super-dj. Tu sei una rockstar o un nerd dei software musicali?
Un nerd, assolutamente! Un po’ tutte e due in realtà, anche i live mi danno molta soddisfazione, però la sensazione che provi quando riesci a far suonare una traccia come vuoi dopo ore che ci lavori è impagabile. Una cosa che mi piace molto è suonare nei live tracce che il pubblico non conosce ancora.

Rispetto ai live lavorare in studio è molto più intimo, credo si mettano in gioco più emozioni. Spesso l’EDM però sembra quasi opposta all’introspezione, puro divertimento
Io credo che la musica in generale sia il modo migliore per esprimere le emozioni. Io sento di esprimermi del tutto con la mia musica, anche se faccio EDM… Non trovo fare EDM diverso da uno che canta o dipinge.

Cosa ascolti quando sei triste?
Una traccia felice che mi tiri su! Sai, c’è sempre il pezzo giusto per ogni momento.

David Guetta al Coachella ha dovuto suonare senza playlist pronte perché ha avuto problemi con il pc, e ha definito la cosa “molto old school”. Viene da dire che ormai del live di un dj conti soprattutto la performance
Non ho letto l’intervista, per cui è difficile giudicare…(guarda il manager). Posso dirti che anche io suono con Rekordbox collegato al lettore Pioneer, e mi è capitata una cosa simile. Per uno show grosso come il Coachella è importante essere preparati, ma anche a me è capitato di suonare con le chiavette perché ho avuto problemi tecnici. E non è piacevole, le tracce non sono mai dove dovrebbero, un bel casino insomma.

Sempre David Guetta dice che vuole rendere l’house più grande del rock. Il rock però è seguito anche per i suoi contenuti, al di là del sound. la tua musica di cosa parla?
In una parola: felicità. Ma io vivo così tutta la musica, non solo l’EDM! Basta andare ad un festival qualsiasi per rendersene conto, vedere quanto si diverte il pubblico. Poi io sono assolutamente contro le droghe, mi dà molto fastidio quando vengo a sapere che il mio pubblico ne fa uso, mi piace vedere le persone che si esaltano solo con la musica.

Che poster hai in camera tua?
Ne ho uno particolarmente divertente: è di uno show che ho fatto nel 2011 prima di diventare famoso, il primo in cui ho usato “Martin Garrix” come nome d’arte. Suonavo con Nicky Romero, e neanche lui era ancora famoso, per cui i nostri nomi sono i più piccoli del manifesto.

Il successo è arrivato molto prima di finire le superiori. Com’è stato?
Parecchio strano, un sacco di volte mi sono portato dietro i compiti e li ho finiti sul volo di ritorno. Poi frequento una scuola per producers, quindi il giorno dopo magari mi trovavo a parlare dello show della sera prima con i miei compagni. I miei genitori sono stati fondamentali, mi hanno supportato fin dall’inizio. Adesso sono in vacanza e sono venuti tutti a sentire il mio concerto, c’è anche mia sorella. Sono molto contento che ci siano.

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