Management del Dolore Post-Operatorio: «Se il pop sono i Beatles, allora ben venga il pop» | Rolling Stone Italia
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Management del Dolore Post-Operatorio: «Se il pop sono i Beatles, allora ben venga il pop»

Alla vigilia del tour estivo, abbiamo parlato con Luca e Marco del nuovo disco e di come lo stanno portando dal vivo

I Management del Dolore Post-Operatorio sono Luca Romagnoli e Marco Di Nardo

I Management del Dolore Post-Operatorio sono Luca Romagnoli e Marco Di Nardo

I Management del Dolore Post-Operatorio sono due fratelli, non anagraficamente parlando, ma di sangue, chitarre e sudore. Luca Romagnoli e Marco Di Nardo sono il nucleo centrale di un progetto che ha già messo al mondo cinque dischi (l’ultimo a marzo, Un incubo stupendo). Che ha permesso a loro di esprimersi sui palchi di mezza Italia, supportati nell’ultimo tour dagli amici imuri. Li becchiamo poco prima di una nuova infilata di date, per parlare di vacanzine a Ponza, talebani della musica e del punk dei cantautori.

Questo disco è diverso, ammettetelo. Come ci avete lavorato?
Luca: Per la prima volta ci siamo presi un anno sabbatico per registrarlo, prima lo facevamo sempre durante i tour, passavamo i weekend in giro a suonare, poi dovevamo tornare a casa, scrivere, registrare… Un po’ stressante. Abbiamo pensato che un anno di pausa potesse essere utile, che potessimo prenderci i nostri tempi. Adesso siamo felici di riprendere a suonare però.

Alla fine vi mancava più del previsto…
Luca: Sì, viviamo molto il palco, viviamo in una piccola provincia, miliardari non siamo diventati, quindi ci serviva spostarci un po’. Per pareggiare siamo andati da Gabriele Fiorentino, il nostro manager, per scroccare da lui un po’ di vacanza anche, facevamo anche un po’ di pre-produzione. Per la prima volta è stato Marco a fare tutta la produzione artistica, abbiamo deciso di sbagliare con le nostre mani. Ci sentivamo pronti per fare questa scelta, c’è tanto confronto tra di noi. Abbiamo deciso che era il momento di fare tutto da soli.
Marco: Aver fatto questa pausa ci ha dato modo di provare tanto il disco prima di entrare in studio. Prima era più una sperimentazione in studio: a distanza di anni magari riascoltavi e ti chiedevi perché l’avessi fatta così.

Quindi avete lasciato perdere gli istinti?
Luca: Beh, ne risentono alcuni aspetti ma è quello che abbiamo cercato. Qualcuno ha detto che al disco manca quella forza giovanile prorompente che c’era negli altri. Ma dall’altra parte abbiamo guadagnato in intelligenza, maturità… Prima era solo urgenza, adesso abbiamo ragionato.

Cosa vi ha influenzato? Se vi ha influenzato qualcosa…
Marco: Mah, non ci sono molte cose legate al disco… Siamo andati a Ponza per non vedere e non sentire nessuno: alla fine noi veniamo da un paese piccolo, parlavamo sempre con gli stessi amici.
Luca: Umanamente sei sempre influenzato comunque. Abbiamo un modo di scrivere che guarda molto fuori, molto immerso in quello che viviamo. Non sarei capace di chiudermi in una stanza.
Marco: Sarebbe una figata andare in Brasile o in Giamaica per dire. Noi ci accontentiamo di Ponza!

E quando l’avete portato dal vivo cosa è successo? Avete dovuto studiare meglio?
Marco: Beh, sicuramente suoniamo meno punk, a differenza di quello che ci dicono sempre.
Luca: Anche se ogni tanto facciamo fatica a tenere sotto controllo tutto, è una bella esperienza. Per la prima volta riusciamo a contenerci e riprodurre molto fedelmente il disco, prima tutto finiva sempre allo stesso modo…
Marco: Adesso ci scherziamo ma è stata anche la nostra forza…
Luca: Ma quello succede a tutti, facciamo che ne so il Primo Maggio a Taranto e lì trovi un sacco di persone, anche cantautori, che si lasciano andare. Ecco, a noi succede anche con 40 persone davanti!

Vi sentite parte di questa “nuova” scena indie?
Luca: Beh, le cose che stanno arrivando sono tante e di qualità…
Marco: Anche nostri colleghi amici che sono andati in tv e molto gli danno contro, soprattutto i fan più accaniti.
Luca: I talebans!

È il solito, appena hai un po’ di successo…
Marco: E invece è il contrario, se tu la reputi una cosa di qualità è bene che arrivi a più persone possibile. Poi non ti lamentare se arriva sempre Gigi D’Alessio in tv.
Luca: Siamo sempre sul filo del rasoio, però. Non devi farlo appositamente per vendere, dovresti riuscire a controllare questa cosa. Io quando penso al pop penso a David Bowie, ho una visione positiva. Ecco se i Beatles sono pop ecco, allora ben venga il pop! Non dico che noi lo siamo eh, non vorremmo mai esserlo nella visione italiana. Ma cerchiamo di fare le cose al meglio possibile, anche da questo punto di vista.
Marco: È un sistema diverso, ci sono degli idoli diversi. È anche una questione anagrafica, ai miei tempi il mio idolo era Jimi Hendrix ma non gli potevo mica scrivere su Facebook. Ora c’è una vicinanza estrema. E ti dirò, per me è anche positiva.

Le prossime date dei MaDeDoPo:

2 giugno Canapa Festival- Forlì
3 giugno Fans out – Nizza Monferrato (AT)
16 giugno Eremo Club – Molfetta (BA)
17 giugno Villanova – Pulsano (TA)
22 giugno Gulliver Rock – Ancona
23 giugno Arezzo Wave – Milano
24 giungo Covo Summer – Bologna
29 giugno La Tempesta Gira – Roma
1 luglio Rock 4 Ail – Vittorio Veneto (TV)
6 luglio Molecole Festival – Pavia
7 luglio Swap Festival – Sommacampagna (VR)
8 luglio Basse Frequenze – Cuneo
13 luglio Pepito Beach – Pescara
14 luglio La Casserata – Montalto Marche (AP)
15 luglio Bar della Rabbia – Montecampano (TR)
21 luglio Giovivendo – Abatemarco (SA)
22 luglio Io resisto – Empoli (FI)
27 luglio Resta in Festa – Palazzolo sull’Oglio (BS)
28 luglio Lunatico Festival – Trieste
29 luglio Perarock – Arcugnano (VI)