Rolling Stone Italia

L’intervista a Calcutta: «Il mio pezzo “Oroscopo” spacca? Bene, a me non piace»

Edoardo D'Erme è venuto a trovarci dopo il "bagno di folla" al Mi Ami Festival di venerdì e ci racconta di questo probabile tormentone estivo e di tutto quello che non farà mai
Calcutta, foto Giovanni Battista Righetti

Calcutta, foto Giovanni Battista Righetti

Non è semplice intervistare Calcutta. E non perché Edoardo D’Erme non sia simpatico e gentile, tutt’altro. Ma semplicemente non ha voglia di stare a dare spiegazioni. Punto. È un lunedì mattina e a Milano sembra venir giù un diluvio monsonico. È il lunedì dopo il Mi Ami Festival, quello dove venerdì sera Calcutta ha davvero fatto il botto: alla collinetta del Rizla Stage non si sa quante persone si siano radunate solo per sentire lui e cantare tutti i suoi pezzi in coro.
Non che non bastassero le altre date sold-out da dicembre a questa parte, le solite views citate per i video su YouTube (per lui davvero notevoli), le interviste uscite ovunque. Calcutta adesso ha anche un pezzo che potrebbe diventare il classico tormentone-indie dell’estate, Oroscopo, per cui iniziamo, ingenuamente, proprio da lì.

Oroscopo è un pezzo un po’ piacione, non mi dispiace affatto, io l’ho sentito e risentito già 1000 volte.
Ah sì? No, a me non piace, sinceramente. Non me la vivo serenamente.

Ma come non ti piace, quando mai un artista non ama un suo pezzo?
No, è una canzone che ho scritto un paio di anni fa, in una notte, come regalo per il figlio di un mio amico. Io suonavo le percussioni per lui in quel periodo ed eravamo a Crema, alla festa del Pd, dove avevamo fatto un vero disastro ed eravamo dovuti tornare a Pesaro per dormire. Proprio in quel momento aveva saputo che la sua fidanzata aveva partorito ed è dovuto scappare a Trento. Noi non avevamo un regalo e abbiamo pensato di regalargli una canzone e quindi gli abbiamo dedicato Oroscopo. Davide ha gradito molto, ci ha risposto: “Ma che è sto schifo?”. Forse non gli piacevano gli arrangiamenti.

Qualcuno ha detto che ora hai abbandonato i “suonini fatti con strumentini”…
Ma io gli strumentini non li ho mai usati! Né io, né i Cani. Niccolò Contessa usa dei synth da 6mila euro, non abbiamo xilofoni né tastierine Bontempi. Comunque adesso ho proprio voglia di rimettermi a suonare, mi sono anche comprato degli strumenti nuovi.

È il fatto di esserti reso conto di aver fatto un pezzo più “facile” che non ti piace?
Ma no, è solo che i pezzi dell’album rappresentano perfettamente quello che ho vissuto, mentre questo no. È nato in modo diverso, come regalo a un amico. Poi ci ho messo in mezzo quel bridge lungo che non c’entra niente con il pezzo ma probabilmente c’entra di più con me. Comunque è un ibridone.

Be’ racconta bene l’atmosfera di una notte un po’ cazzara comunque.
Sì, sono tutte cose che ho vissuto, per carità. Ma forse è un po’ troppo raffinato e non ce lo vedevo dentro a Mainstream. Comunque c’è pure un po’ di mistero e di caccia al tesoro intorno a quel pezzo.

Quindi uscirà nel tuo album rap-stile-Gemello che avevi pronto per giugno-luglio?
Ma de che? Che album rap? Ma questa dove l’hai sentita? L’unica cosa che ho detto è che mi piace Gemello.

L’hai dichiarato in un’intervista, non ricordo dove.
Vorrai dire un progetto rap? Be’ quella è un’altra cosa ma non ne posso parlare.

Quindi che caccia al tesoro bisogna fare per Oroscopo?
Be’, lo devi scoprire tu. Comunque ho parlato troppo, potresti fare qualche domanda anche a loro dai? (durante l’intervista sono presenti in 3 della sua etichetta che scoppiano a ridere: “Non penso voglia intervistare noi, dai”, ndr).


Su Mainstream edizione deluxe che esce il 3 giugno c’è il marchio Sony: hai deciso di non essere più indie?
No, abbiamo firmato solo per la distribuzione, rimango sempre Bomba Dischi.

L’altro giorno guardavo il video del tuo panel con Niccolò Contessa (I Cani) all’International Journalism festival di Perugia, “Come sopravvivere all’hype”: hai detto che non avevi niente da dire a riguardo…
È così: già il titolo del panel per me non aveva alcun senso. Poi Niccolò aveva qualcosa da dire perché su certi temi ci ha pensato e ragionato. Lo vedo anche quando siamo a cena con amici: gli piace chiacchierare e spiegare. A me no.

L’hype che ti circonda è davvero una cosa incredile in questo momento: quanta gente c’era venerdì al tuo concerto al Mi Ami? Non si sentiva benissimo però…
Eh sì, pare tanta no? Qualcuno si è lamentato di essere venuto soltanto per me e di non essere riuscito a sentire, mi spiace. Anch’io sentivo più la gente che la mia voce. E poi non ho capito perché la gente pogava al rallentatore: solo lì ho visto una cosa del genere! Io vedevo solo una macchia nera.

Con la tua immagine invece hai fatto pace? Quando cercavamo una tua foto per la sezione delle review non ne trovavamo una dove ti si vedesse in faccia.
Dai, ma nel 2016 mica sarà così importante vedermi in faccia, no? C’erano tutte quelle mentre mangiavo la pastasciutta.Una volta stavo anche per mettere le mani addosso ad Alessandro (e lo indica ndr) quando una volta ha proposto che facessero una foto solo a me, oltre a quella di gruppo.

Da questo momento in poi quali sono i paletti che ti sei messo di cose-che-non-farai-mai, tipo: andare in televisione?
Certo, non andrò mai in televisione. Non mi piace proprio il linguaggio televisivo, proprio come parlano le persone!

Dare un tuo pezzo per uno spot pubblicitario?
Dipende. Se la si prende come una sfida magari, o se il mio pezzo venisse utilizzato in maniera ironica. Comunque non c’è niente di male.

Fare il giudice da qualche parte (senza la televisione)?
No, ma che devo giudicà?! In tribunale? Ma va’.

E comunque, un consiglio: ascoltatevi fino alla fine l’edizione deluxe di Mainstream per scoprire dove finisce la caccia al tesoro.

Iscriviti