La quarantena dei Kiss: «State a casa, fate finta che fuori sia pieno di zombie» | Rolling Stone Italia
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“Rock-the-casah”, la quarantena dei Kiss

Tornati a casa dopo l’interruzione del tour causa coronavirus, Gene Simmons e Paul Stanley ci raccontano come passano le giornate e danno qualche consiglio ai fan

“Rock-the-casah”, la quarantena dei Kiss

Artwork: Stefania Magli

Quand’è scoppiata l’epidemia di coronavirus i Kiss erano in giro da un anno con il loro ultimo (in tutti i sensi) grande tour chiamato End of the Road. Lunedì 16 marzo hanno cancellato i meet-and-greet, gli incontri che fanno tutte le sere dei concerti durante i quali scattano foto e stringono le mani di 100 e passa fan. Alla fine hanno deciso per precauzione di rimandare in ottobre le ultime tre date della parte americana del tour.

Siccome riprenderanno a far concerti solo alla fine di aprile, in El Salvador, i membri del gruppo sono tornati nelle rispettive abitazioni. Gene Simmons e Paul Stanley hanno risposto via e-mail alle nostre domande su come passano le giornate e su quanto seriamente i loro fan dovrebbero prendere la minaccia del coronavirus.

Come passate queste giornate di isolamento?
Gene Simmons: Sto a casa con [la moglie] Shannon. A volte i miei figli Nick e Sophie vengono a portarci del cibo. Altrimenti, andiamo a fare hiking sulle montagne di Santa Monica, dove ci sono poche altre persone. E naturalmente facciamo binge watching.
Paul Stanley: Seguo le news, suono la chitarra, mi occupo dei mix dell’album dei Soul Station, sento gli amici, cerco di fare cose nomali e divertenti con la famiglia.

Ci sono canzoni in particolare che ascoltate in questi giorni?
Simmons: Per lo più pezzi che hanno un cuore: Crazy di Patsy Cline, I Can’t Stop Loving You di Ray Charles, cose così.
Stanley: Molto soul della Motown e di Philadelphia: Thom Bell & Linda Creed, Gamble & Huff, Holland-Dozier-Holland, Norman Whitfield. E classic rock.

Avete un messaggio per i fan?
Stanley: State al sicuro per il bene vostro e delle persone che vi stanno accanto. Non è il momento per essere superficiali e prendere decisioni poco informate. Non contano solo il numero dei guariti o la percentuale di mortalità. Ma lo supereremo.
Simmons: Vorrei augurare a tutti di stare in salute. E ricordare che la via maestra è quella della solitudine. Fate finta che, proprio come in una serie tv, là fuori sia pieno di zombie e che basta un contatto visivo a trasformarvi in uno di loro. Quindi basta frequentare gente. State a casa, se potete. Passerà, anche se ci vorrà del tempo. Forse mesi. Quindi abituatevi a usare FaceTime, a guardare i vostri programmi preferiti, a fare un po’ di esercisio fisico a casa. E a stare lontani dagli altri.

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