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Junior Cally a Sanremo: «Vi siete offesi? Non mi scuso e non rinnego nulla»

Parla il rapper che sarà al festival con ‘No grazie’ e che è stato travolto dalle polemiche per la sua vecchia canzone ‘Strega’. «È un pezzo contro la violenza. Noi cantanti facciamo fiction»

Fino a poche settimane fa in pochi sapevano chi fosse. Poi, è stato accusato di essere un violento, soprattutto contro le donne, a causa di un brano scritto dal rapper qualche anno fa. Da lì una tempesta mediatica lo ha travolto, persino la politica si è messa in mezzo chiedendone la testa e per qualche giorno si è pensato che Antonio Signore, alias Junior Cally, sarebbe stato eliminato dal cast di Sanremo. Ma Amadeus deve aver tenuto duro e il giovanotto si esibirà sul palco dell’Ariston mercoledì con la sua No grazie. Rolling Stone lo ha incontrato e ha cercato di capirci qualcosa di più rispetto all’accaduto. 

Partiamo dall’inizio, dalla polemica che ti ha travolto qualche giorno fa: cosa è successo?
Non ero molto conosciuto, la gente si domandava “chi è questo?”. In un giorno sono diventato un nemico pubblico numero uno.

Come l’hai vissuta?
Il male più grande è stato quello psicologico.

Non pensi che il linguaggio usato nel testo di Strega, la canzone ‘incriminata’ sia sbagliato?
No. Questo linguaggio va capito. Non è un linguaggio sbagliato, la canzone stessa rappresenta uno spaccato di società che purtroppo esiste. Se leggiamo le prime quattro righe di quella canzone ci rendiamo conto che è proprio contro la violenza, io sono contro la violenza di ogni tipo. E nella mia canzone racconto una storia. Noi cantanti facciamo fiction. 

Quindi?
Dico di non rispondere con i fatti ma con le parole. Nella mia discografia ci sono anche canzoni d’amore, come Sigarette o Capelli rossi, sono innamorato oggi e lo sono stato anche in passato. Rispetto le donne. Come esistono film che parlano di violenza attraverso la violenza, questo linguaggio esiste anche nella musica. 

Mercoledì è il giorno della tua prima esibizione. Cosa dobbiamo aspettarci?
Non lo so. Io sono venuto qui per cantare No grazie. Vorrei che si parlasse di quello e non di altri brani del passato. È una canzone in cui racconto quello che ho vissuto: sono cresciuto in un paese di 1800 abitanti in cui – fortunatamente e grazie al mio talento – sono riuscito a farmi strada, e quando vieni da realtà così, non è scontato. Ci sono tanti altri ragazzi della mia età che non sono riusciti a trovare il loro posto nel nostro Paese. Questo vuol dire che la classe politica non mi rappresenta, non rappresenta la mia generazione.

Perché la polemica è stata fatta solo su di te e non anche su altri artisti anche loro con testi forti nella loro discografia, secondo te?
Non so. Posso dire, però, che mi fa strano che il 31 dicembre tutti sapevano che Junior Celly avrebbe partecipato a Sanremo e nessuno ha detto niente. Il 6 gennaio ho cantato su Rai1 e nessuno ha detto niente. Poi il 17 gennaio i giornalisti hanno ascoltato i brani e si è scatenato il putiferio. Mi viene da pensare che ci sia stata una speculazione, anche se non ne ho la certezza.

Hai paura delle contestazioni che potrebbero esserci all’Ariston?
Paura no. Certo pensavo di vivere un Sanremo completamente diverso. Da sconosciuto. Affronterò tutto con professionalità, devo rispettare quel palco e la musica italiana e rispettare la canzone che porto. Se arriveranno le contestazioni, si vedrà. 

Perché non hai risposto subito e hai aspettato cinque giorni?
Perché agire d’impulso non mi sembrava il caso. Sono una persona educata che ragiona su quello che fa, ho preso tempo anche per capire la gravità di quello che stava accadendo e dopo essermi confrontato con il mio staff ho risposto.

C’è stato un momento in cui hai pensato che tutta quella polemica ti sarebbe costata davvero la partecipazione al Festival?
No.

C’è stata una speculazione politica, secondo te?
La cosa che mi fa più strano è che il brano sembra essere una risposta a tutto quello che è successo, anche se io ovviamente non sapevo che sarebbe successo, quindi l’ho scritto proprio come presa in giro dell’italiano medio. È un brano populista. In quel che è capitato a me c’è stato proprio uno sparare a caso. Sui social mi sono arrivati attacchi random, senza senso che dimostrano che ci sia stata proprio una caccia alle streghe. 

Hai avuto una botta di popolarità improvvisa, bene o male l’importante è che se ne parli?
L’ho sempre pensata così ma dipende… perché quando partono cose così grandi diventa complicato e non riesci più a capire se davvero vale questa regola. Le mie canzoni vengono ascoltate anche da giovanissimi di 13-14 anni. E magari un genitore legge il giornale in cui si dice tutto quello che si è detto e non si informa, non va a comprendere il mio linguaggio e passo per quello che non sono.

Perché hai deciso di partecipare a Sanremo con questo brano?
Porto questo brano perché avevo qualcosa da dire e volevo farlo sentire a più persone possibili. Non sapevo lo avrebbero preso e quando mi hanno detto di essere stato preso ero stupito e felice. È un brano che mi rappresenta, coerente con il mio percorso. Porto sul palco di Sanremo Junior Cally, non vesto i panni di un altro cantante. Spesso dicono che mi sono commercializzato e per questo vado a Sanremo. Non è così. 

Alla luce delle polemiche degli scorsi giorni, rinneghi il tuo passato?
No. Non rinnego nulla. Qualcuno ha scritto anche che mi sono scusato, ma è falso: non mi sono mai scusato. Mi dispiace se c’è chi si è sentito offeso o ferito, però non rinnego i miei brani del passato.

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