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Jazmine Sullivan: «Canto le donne che non hanno paura di desiderare»

Dopo sei anni di silenzio e un periodo difficile, una delle voci più interessanti dell’R&B americano è tornata con un disco che parla di donne, corpi e realismo romantico

Foto: Josefine Santos per Rolling Stone US. Styling: Troy Haynes, Makeup: Martia Salmon, Grooming: Tevin Washington

Verso la fine del 2019 Jazmine Sullivan ha ricevuto una notizia terribile: alla madre Pam, ex corista che un tempo le faceva da manager, era stato diagnosticato un cancro al seno. Qualche mese dopo, la pandemia ha bloccato la possibilità di fare concerti. Come se non bastasse, Sullivan usciva da una relazione abusiva e traumatica. Quando la sua etichetta discografica le ha consigliato di registrare nuova musica per superare il momento di difficoltà, la cantante di Philadelphia ha trovato qualcosa di positivo a cui dedicarsi. Per alcuni trasformare emozioni del genere in canzoni sarebbe stata una sfida, a Sullivan veniva naturale. «Con la musica riesco a parlare di cose che di solito tengo per me ed essere orgogliosa di chi sono, controllare la mia identità».

Il risultato di questa scrittura terapeutica è Heaux Tales, un EP di quattordici brani che ha pubblicato a gennaio e che è stato accolto con entusiasmo dalla critica. Il disco mette fine a una pausa di sei anni iniziata dopo la nomination ai Grammy del suo LP del 2015, Reality Show. Il nuovo progetto gira attorno al tema del realismo romantico, che si esprime attraverso parti recitate da donne vicine a Sullivan (tra cui membri della famiglia e la collega Ari Lennox) e canzoni sfacciatamente oneste che parlano di storie d’amore e dei loro lati negativi. In Girl Like Me, un duetto venato di country con H.E.R., dice che la sua relazione la trasformerà nella persona che non vuole essere, una manipolatrice. In The Other Side, invece, chiede che qualcuno si prenda cura di lei.

The Other Side è anche la sua canzone preferita di un EP pieno di ricognizioni delicate delle complessità e dei sentimenti contraddittori che circondano la sessualità, e anche di celebrazioni orgogliose del potere inscritto nel corpo femminile «Scrivere quel pezzo ha avuto un effetto rigenerante», spiega. «Non descrive da chi sono e la mia prospettiva. Credo che chi la ascolterà penserà alle donne che chiamano gold digger in modo diverso».

Scrittura stratificata e onestà senza filtri sono sempre state caratteristiche fondamentali delle canzoni di Sullivan, già dai tempi di Bust Your Windows e Need U Bad, le canzoni del 2008 che l’hanno trasformata in una delle voci più coraggiose e originali dell’R&B. Da allora ha sempre cercato di essere onesta e non si è mai autocensurata. «C’è qualcosa di molto personale nello scrivere musica e andare in studio. Racconto la mia storia e lo faccio per me stessa. So che la gente ascolterà le canzoni, ma scriverle è un modo per tirare fuori pensieri e sentimenti sepolti dentro di me».

In Heaux Tales Sullivan va ancora più a fondo nelle sue vulnerabilità e passioni: racconta i momenti in cui non è stata rispettata o è stata tradita, e anche storie di donne che parlano chiaramente di quello di cui hanno bisogno nonostante le reazioni di una società patriarcale. «È un tema che viene spesso fuori nel disco: donne che si riprendono il proprio corpo e il proprio spazio, che non hanno paura di chiedere o desiderare», dice. «Dall’alba dei tempi ci si aspetta che le donne si comportino in un certo modo, non possono dare voce ai lori desideri, alle loro necessità sessuali. Abbiamo superato quella fase, e penso che sia arrivato il momento in cui la gente capisca come ci sentiamo».

Heaux Tales è stato un successo e le ha permesso di arrivare a quasi un miliardo di stream. Per Sullivan, però, la cosa più importante è stata la reazione incredibilmente positiva dei fan. «Credo che abbiano riconosciuto l’autenticità del progetto», dice. «Noi donne siamo state zitte per tanto tempo, è bello sentire che ora se ne parla, finalmente qualcuno ci guarda. Credo che molte donne, soprattutto le donne nere, si siano sentite così ascoltando le mie storie e quelle delle mie amiche».

Tutta quest’attenzione ha anche un lato negativo. Sullivan dice che cerca di non farsi distrarre da chi la vede come un’icona, una supereroina. «Presto più attenzione a me stessa, ai miei sentimenti e al mio benessere che alle richieste della gente», dice. «Gli artisti hanno un dono e magari finiscono al centro dell’attenzione per un po’, ma sono persone normali e vivono esperienze comuni. Credo che il pubblico ci metta pressione perché ci vede diverse. Non è giusto».

Il successo di Heaux Tales, però, le ha dato molto di cui essere felice. Lo stesso è successo con la salute della madre: all’inizio dell’anno, più o meno contemporaneamente all’uscita dell’EP, Sullivan ha spiegato che aveva completato il primo ciclo di chemioterapia. «È un risultato grandioso! E che dire dell’affetto che stiamo ricevendo… È l’unica cosa che conta per me. Sono commossa, ringrazio Dio e la sua misericordia», ha scritto su Twitter.

Un mese fa Sullivan ha pubblicato Tragic, un brano che ha descritto come «il proseguimento del discorso iniziato con Heaux Tales insieme ad amici vecchi e nuovi». Subito dopo, è tornata a lavorare al nuovo album nel suo studio casalingo a Philadelphia. Le registrazioni stanno andando bene ed è in contatto con produttori che ammira da sempre. Al momento non ha in mente una data d’uscita: Sullivan ora gestisce il suo tempo più consapevolmente e non si aspetta un’altra lunga pausa come quella che ha separato Heaux Tales, Reality Show e Love Me Back.

«Non voglio dare per scontata la mia vita», dice. «Farò tutto quello che posso, prendendomi cura di me stessa».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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