Rolling Stone Italia

Jamie xx si sta godendo il Sud Italia

Ieri abbiamo chiamato il leader degli XX mentre si trovava su un traghetto a Messina. Tutto contento, sta girando il Sud in un mini tour che culminerà il 5 luglio al VIVA! Festival di Locorotondo.
Foto di Flavien Prioreau

Foto di Flavien Prioreau

«Puoi richiamare fra un’oretta? Sono in autostrada e sto guidando verso Messina» sono le parole che in vita ti aspetteresti da tutti tranne Jamie xx. Eppure è tutto vero. Il signore degli xx si è preso una vacanza dalla vita sedentaria del produttore per improvvisare un mini tour di tre date nel Sud Italia. Letteralmente, un road trip in macchina con gli amici che è partito da Palermo il primo luglio, prosegue stasera a Matera e si fermerà il 5 a Fasano fra le grandi braccia del VIVA! Festival (tra l’altro ci saremo anche noi, anche in un bel talk con gli Iceage).

Un viaggio simile per Jamie è qualcosa di totalmente nuovo, una triade di eventi eccezionali che quindi si meritava un nome a parte, magari un titolo che potesse riassumerlo in poche parole, magari citando Sottsass: Ma ogni giorno il sole tramonta. Richiamo Jamie un’ora più tardi, e questa volta finalmente non sta tenendo un volante in mano.

Non stai guidando ora spero.
No, ora sono sul ponte del traghetto che da Messina mi sta portando in Calabria. C’è parecchio vento.

Si sente. Ma guidi spesso in tour?
No, non lo faccio quasi mai. Ma c’è da dire che non mi è mai capitato un mini tour come questo. Mai avuto l’opportunità di fare date così ravvicinate in una specifica zona, o almeno non così bella come il sud Italia. Non ero mai stato neanche in Sicilia prima d’ora. Frequentavo un pochino Roma perché la mia ex è di lì, ma non mi sono mai spinto più a sud.

Come mai il sud Italia?
Sorvolando che i paesaggi sono incredibili e il cibo è straordinario—cose che sicuramente saprai già di tuo—ho scelto questi posti anche perché hanno una lunghissima tradizione musicale. Sto scoprendo questi posti data dopo data, girando in macchina insieme a due amici. È stimolante anche per questo: non è un tour normale, sto vivendo davvero i luoghi in cui suono. In un normale tour si arriva con l’aereo, si suona, si va in albergo e il giorno dopo sei già chissà dove con tutta la crew. Qui invece giro agile con due amici e faccio DJ set.

E la gente come ti sembra?
Infuocata. La prima data a Palermo è stata divertentissima. Non è così immediato che conoscano tutti i dischi che ho fatto, ma i palermitani li conoscevano molto bene.

Perché chiamare il tour Ma ogni giorno il sole tramonta?
Mi piaceva come suonavano le parole. C’è da dire che in tutto questo mi hanno dato una grande mano il team di Club To Club. Io non parlo italiano, ci provo ma ancora non riesco. Molti miei amici lo parlano.



Come mai nel tuo unico disco solista cantano quasi esclusivamente gli altri due xx?
Perché sono le persone con cui lavoro meglio. Romy e Olly sono i miei autori e musicisti preferiti. E poi non avrei mai potuto escluderli da In Colour. Comunque sto cercando di uscire dalla mia comfort zone, voglio forzarmi a collaborare anche con gente a cui non sono profondamente legato. Ma rimango convinto che la roba migliore mi viene quando lavoro con amici. Sai, quando mi sento a mio agio.

Quindi vuol dire che eri molto amico di Gil Scott-Heron quando gli hai prodotto il disco.
Lui è un caso a parte. Ci siamo incontrati qualche volta ma ho sempre ascoltato i suoi dischi avendoli ereditati dai miei genitori. Era come se lo conoscessi da una vita. È forse la persona più carismatica che abbia mai conosciuto. E poi era estremamente cortese, in più ascoltava tantissima roba nuova. Era sempre aggiornatissimo sulle nuove uscite, ancor più di me.

Tra l’altro il suo disco e il tuo hanno uno stesso codice grafico in copertina, anche se diversi colori.
Mi piace mantenere una continuità nella carriera artistica. Questo si applica sia ai suoni ma anche alle copertine. Tutte le mie copertine contengono una stanghetta della x di xx, e così voglio che rimangano. Almeno, finché non mi stanco [ride].

Vuol dire che senza gli xx comunque sei incompleto.
Vero, è proprio così. C’è da dire che con la copertina del disco solista mi sono giocato quasi tutti i colori, quindi dovrò inventarmi qualcosa di più originale per la prossima.

Bianco e nero, che fa sempre figo ma non impegna.
Ci starebbe, anche se l’abbiamo già fatto con il primo album della band.

Tutti sanno che gli xx si sono conosciuti al liceo, ma in pochi sanno che in quel liceo ci ha studiato gente tipo Four Tet e Burial. È un caso oppure si respirava musica da quelle parti?
Purtroppo sono più grandicelli di noi, quindi se ne sono andati dalla Elliott School più o meno quando siamo arrivati noi. Per loro non è stata una coincidenza perché avevano un preside molto più permissivo, che aveva creato un ambiente decisamente stimolante. Per noi era diverso. Ci rifugiavamo nell’aula di musica per saltare le lezioni. Ci siamo avvicinati perché eravamo simili: tre tipi tranquilli in mezzo a un’orda di ragazzi agitati e caciaroni. In una scuola rigida ma caotica, che oggi tra l’altro non c’è più. Penso l’abbiano demolita.

Cosa ricordi di Romy e Oliver al liceo?
Ricordo nitidamente il giorno in cui ho visto per la prima volta Olly al corso di arte. Era proprio il primo giorno di scuola, ricordo di aver pensato: “Dovrebbe proprio essere mio amico lui” E così è stato.

Vestivate tutti di nero anche all’epoca?
Sai che in realtà ci vestivamo super colorati? Romy andava in giro con delle t-shirt col nodo sull’ombelico. Il nero è arrivato molto dopo.

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