Il ritratto di Conan Gray: «Le feste mi annoiano, preferisco scrivere canzoni tristi» | Rolling Stone Italia
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Il ritratto di Conan Gray: «Le feste mi annoiano, preferisco scrivere canzoni tristi»

Il 25enne californiano idolo della Gen Z arriva al suo terzo album ‘Found Heaven’ prodotto da Max Martin che lo conferma come l’ultimo dei romantici che ai party («dove non c’è mai bella musica») preferisce la cameretta

Il ritratto di Conan Gray: «Le feste mi annoiano, preferisco scrivere canzoni tristi»

Conan Gray

Foto press

Nel mezzo della stanza, seduto su uno sgabello con la sua capigliatura nera come il carbone, Conan Gray sembra un giovane adone, se non fosse che già dalle prime parole tradisce una sincera insicurezza dettata dall’innocenza con cui ancora si porge al mondo. «Ho dormito tre ore ma ho bisogno di stare sveglio», confida sottovoce. Lo incontriamo in piena fashion week dopo averlo visto a bordo passerella da Onitsuka Tiger, brand che l’ha voluto come ambassador in quanto icona della Gen Z, come dimostrano i suoi numeri da capogiro (Heather, il suo singolo più ascoltato, ha superato il miliardo e mezzo di stream su Spotify). «La moda mi piace perché mi consente di cambiare il modo in cui gli altri mi vedono e persino il modo in cui io guardo a me stesso», dice.

Di metamorfosi in corso parla anche il suo nuovo album, già il terzo in quattro anni, Found Heaven che – oltre alle canzoni già amate dai fan come Killing Me, Never Ending Song e Winner – contiene anche l’ultimo singolo in rotazione radiofonica Lonely Dancers. Una ballata synth pop per cuori solitari che danzano per non piangere. La spensieratezza nella musica di Conan c’è ma fino a un certo punto, perché come i suoi coetanei anche lui crede che il potere delle emozioni sia l’unica forza che valga la pena di ostentare nella vita. Niente feste, niente droghe, niente muscoli, niente guerra contro i grandi, solo caffè lungo per star svegli fino a tardi a scrivere su pagine bianche le cronache in musica di amori finiti male. I dischi di platino, i piazzamenti in classifica, gli stream da capogiro sulle piattaforme, le esibizioni negli show televisivi, tutto è bello ma a una condizione: poter essere davvero se stessi. Conan Gray fin qui ci sta riuscendo benissimo.

Delle 13 tracce contenute in Found Heaven qual è quella che ci dice di più su di te?
Direi Alley Rose, è l’ultima canzone che ho scritto, quella che quando finisci di incidere il disco ti fa dire «ok adesso è tutto pronto». Racconta di una rottura, della fine di una relazione, della prima vera separazione della mia vita, quando sono stato lasciato. Ero molto confuso in quel momento ma questo brano mi ha consentito di canalizzare con lucidità i miei sentimenti.

Conan Gray - Lonely Dancers (Official Music Video)

Hai scritto tu tutti i testi del disco?
Non avrei mai fatto nulla di tutto questo se non amassi scrivere canzoni. Non avrei mai pensato di trasformarmi in un cantante, mi è sempre interessato soltanto scrivere. Posso dire però, senza esagerare, che è la cosa che preferisco fare di più al mondo. A volte ho la sensazione di essere stato mandato sulla Terra per scrivere canzoni. Non ho altre passioni, così quando le persone mi chiedono cosa io faccia per divertirmi o nel tempo libero rispondo: io scrivo canzoni per divertirmi.

Quindi è facile riscontrare qualche dettaglio autobiografico nei tuoi testi?
Non semplicemente qualcuno, moltissimi. Sento la necessità di raccontare delle storie, alcune mi appartengono altre no, è come se dessi voce a un flusso di pensieri, come si fa con un diario.

Che tipo di storie racconti in questo tuo disco-diario?
Racconto di com’è uscire con qualcuno per un appuntamento, dal colpo di fulmine iniziale fino alla confusione successiva. Arrivi a un punto in una relazione in cui non sai davvero dove stai andando. Magari non c’è nulla che stimoli la tua curiosità nei confronti dell’altra persona. Magari ti concedi la possibilità di vedere anche altri. Tuttavia Found Heaven non è un album sentimentale incentrato soltanto sulla sofferenza di una rottura ma cristallizza più che altro la scintilla che nasce nel momento in cui ci piace qualcuno. Di solito impiego molto tempo a elaborare ciò che mi accade e di conseguenza preferisco non scriverne nell’immediato, ma lasciar passare del tempo così da avere le idee più chiare. Torno a essere felice quando scrivo canzoni tristi.

I sentimenti di cui parli traducono quelli della generazione a cui appartieni? Che cosa stai cercando di dire ai tuoi coetanei della Gen Z?
Voglio dire loro che è perfettamente normale sentire tutto ciò che sentiamo. Che è giusto voler vivere la propria vita anche quando non è tutto facile. Di natura io sono molto timido, ho sempre trascorso molto tempo nella mia cameretta, ma adesso mi sento pronto ad affrontare la vita là fuori.

Sei alla ricerca della tua libertà?
Sì. Occorre concedersi la possibilità di sperimentare e vivere le avventure che si desiderano, commettere quegli errori che molto probabilmente ci porteranno a farci spezzare il cuore.

Mettiamo per un istante da parte il Conan poco più che ventenne. Il Conan cantautore che cosa vuole?
Il mio obiettivo è sorprendere il pubblico. So già cosa si aspetta la gente da me. Ed io voglio andare nella direzione diametralmente opposta.

Foto press

Quali sono le differenze sostanziali rispetto ai due album precedenti, Kid Krow e Superache?
La produzione soprattutto, ma anche la performance canora perché ho cercato di cantare in modo diverso. Anche i produttori sono cambiati. I miei primi due album sono stati creati dal mio amico Dan Nigro. Found Heaven invece è prodotto da Max Martin, Greg Kurstin e Shawn Everett. Con loro ho un rapporto che dura da tempo e mi piace considerarli i miei papà.

Come è stato il processo di registrazione di questo album? Ho letto che durato circa nove mesi.
Ho iniziato a lavorare al disco quando ero ancora in tour nel 2022. In tutti i luoghi in cui mi sono esibito ho trovato un pianoforte nel seminterrato o comunque ai piani bassi e ogni volta mi son messo lì, a comporre con le luci spente.

Dopo un concerto c’è chi preferisce andare a divertirsi, tu sei sempre rimasto concentrato sulla scrittura? È abbastanza inusuale.
Non amo uscire. I miei migliori amici si contano sulle dita di una mano. Lo so è molto strano perché ho iniziato ad andare in tour già a 18 anni, ma dico sul serio: non faccio feste e non vado alle feste. Anche se ultimamente sto cercando di essere un po’ più social…

C’è qualcosa che ti spaventa del mondo là fuori?
Non lo trovo spaventoso, semplicemente non credo sia così divertente. Preferisco starmene a casa con i miei amici. Vivo a Los Angeles ma lontano dalla città, in un luogo molto quieto e pacifico, e mi piace che ci si possa annoiare. Mi piacerebbe anche ballare se solo alle feste ci fosse della bella musica. Ma alle feste non c’è mai bella musica.

Ti stai preparando la piazza come dj?
No no, lo fa già uno dei miei amici a tempo perso e mi diverte molto la sua selezione, tra un pezzo degli Abba e delle Icona Pop, di Britney Spears e di M.I.A.

Quindi dove stai andando?
Vorrei scrivere canzoni per gli altri per tutto il resto della mia vita. L’obiettivo che mi sono posto sin dagli inizi è quello di far sentire le persone meno sole. Voglio che sappiano che quello che stanno passando probabilmente è capitato anche a me. Scrivere mi dà la possibilità di non sentirmi pazzo nel provare i sentimenti che provo.

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