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Il remake di ‘Popular’ di Pom Pom Squad è una gran satira dell’iperfemminilità


La band di Mia Berrin ha rifatto il video dei Nada Surf inquadratura per inquadratura, sottolineando tutte le contraddizioni smascherate dalla hit anni '90. Ce l’ha raccontato in un’intervista

Foto: Cherie Bugtong

Quando Mia Berrin era adolescente e viveva in Florida, uno dei suoi video preferiti era Popular dei Nada Surf. Adorava il sarcasmo di quella hit alt rock del 1996, per non dire dell’approccio sovversivo alle politiche gender, e ritrovare queste cose nel video era eccitante.

«È stato allora che ho iniziato a interessarmi all’estetica della cheerleader, a quel personaggio», spiega a Rolling Stone. «Ritrovarlo in quella canzone e in un video eteronormativo ambientato in un liceo mi ha ispirata».

Oggi Berrin scrive, canta e suona la chitarra nei Pom Pom Squad, gruppo che con Death of a Cheerleader ha pubblicato uno degli esordi più interessanti del 2021. È un concept album sulla femminilità e allo stesso tempo un disco pieno di ritornelli incredibilmente orecchiabili. La scorsa primavera, per scherzo, ha raccontato sui social cosa avrebbe voluto fare col video che l’ha ispirata anni fa. «Ho scritto su Twitter che avrei ricreato il videoclip di Popular, interpretando tutti i personaggi. M’è toccato farlo sul serio».

Il risultato è un remake fedelissimo, inquadratura per inquadratura, del video originale. E sì, Berrin fa tutti i personaggi, dalla cheerleader alla stella del football, fino all’insegnante che dispensa consigli inquietanti tipo: essere attraente è la cosa più importante. Nella cover del pezzo c’è Matthew Caws dei Nada Surf ai cori.

I Nada Surf e i Pom Pom Squad incidono per la stessa etichetta discografica, la City Slang e hanno fatto assieme un tour americano. «Mia è un’autrice incredibile», scrive Caws in una e-mail. «Sa sottolineare le contraddizioni delle emozioni dei suoi personaggi, conservandone però la dignità… E la band, oltre ad avere un suono eccitante, ha un’eleganza impressionante per la loro età: non ci sono note sprecate, funziona tutto».

Oltre ad aprire i concerti coi Pom Pom Squad, Berrin tornava sul palco alla fine del set degli headliner per cantare con loro Popular. Nel backstage ha avuto modo di parlare con Caws dei significati reconditi di quella hit di 25 anni fa, le cui regole per essere popolari sono prese da un libro anni ’60 rivolto ai teenager. «Matthew mette a nudo il lato ridicolo di quel linguaggio», dice Berrin. «Esponendolo, fa capire quanto fosse assurdo. Il video fa la stessa cosa, con performance ipermascoline e iperfemminili, quasi da drag».

Berrin ha aggiunto il suo tocco alla cover dei Pom Pom Squad, che ha registrato con Alex Mercuri alla chitarra e al basso e Shelby Keller alla batteria. «È una gran cover», dice Caws. «È figo ascoltare le armonie che Mia ha aggiunto nel ritornello, danno profondità psicologica al pezzo».

Per girare il video, i Pom Pom Squad sono tornati nel liceo di Bayonne, in New Jersey, dove era stato girato quello del 1996. Hanno anche chiesto ad alcuni studenti di interpretare gli altri giocatori di football e cheerleader. «Ho chiesto se avevano visto l’originale», racconta Berrin. «Una di loro ha detto di sì. Le ho chiesto cosa ne pensava e risposto: “Figo!”».

Popular le sembrava un bel modo per chiudere un anno segnato dal debutto discografico e dal primo tour della sua vita. «Ho deciso che questo è l’ultimo video che faremo su un campo da football», dice. «È divertente. Non ho mai pensato che Death of a Cheerleader parlasse del liceo. La cheerleader è una metafora che rappresenta un tema più grande, cioè il personaggio gender che ho interpretato per tutta la vita e come ne sono uscita grazie a una storia d’amore. È l’interpretazione più letterale dell’estetica dei ragazzi sportivi e delle cheerleader che abbiamo mai fatto. È un bel modo per chiudere una fase».

Nei primi mesi del 2022 i Pom Pom Squad apriranno i concerti degli Illuminati Hotties (la loro Sarah Tudzin ha prodotto Death of a Cheerleader), in primavera partiranno per il loro primo tour da headliner. «Assurdo, non pensavo sarebbe successo così presto», dice Berrin. «Voglio che sia il migliore show possibile, un’esperienza che contenga gli elementi più fantasiosi della nostra musica e dei visual. È una sfida eccitante».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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