I Rage Against the Machine sono finiti? L’intervista a Tim Commerford | Rolling Stone Italia
In attesa del RATM-segnale

I Rage Against the Machine sono finiti? L’intervista a Tim Commerford

La nuova band 7D7D, le canzoni politicizzate, la battaglia contro il cancro, il tour coi Rage («davo le spalle all’ampli e trattenevo le lacrime»). Un’altra reunion? Vorrebbe, ma «i bassisti sono gli ultimi a sapere le cose»

I Rage Against the Machine sono finiti? L’intervista a Tim Commerford

Tim Commerford dal vivo coi Rage Against the Machine

Foto: Astrida Valigorsky/Getty Images

L’ultima volta che Tim Commerford s’è trovato a suonare davanti a un pienone era coi Rage Against the Machine, che stavano chiudendo il tour di reunion del 2022 al Madison Square Garden di New York. Nei 18 mesi successivi, il bassista s’è dato alla macchia, anche in senso letterale. Ora vive in montagna in California (non vuole che specifichiamo il luogo esatto) in una casa a cui si accede percorrendo uno sterrato. Non c’è rete elettrica, usa pannelli solari, accede a Internet usando Starlink di Elon Musk.

Vivere in quel posto isolato gli ha dato modo di concentrare le energie creative sul trio rock 7D7D di cui fa parte col batterista Mathias Wakrat e il chitarrista Jonny Polonsky. Negli ultimi mesi hanno pubblicato una manciata di canzoni politicizzate, ma ne hanno pronte un’altra trentina e stanno organizzando il primo tour. Se tutto va come previsto, sarà esattamente l’opposto di una tournée dei Rage Against the Machine nelle arene e nei festival. «Voglio suonare in un cazzo di sala da bowling», dice Commerford. «Voglio suonare nei caffè. Voglio andare là fuori e fare questa roba senza essere il tizio dei Rage, per quanto sia vero».

Le origini dei 7D7D risalgono a quando Commerford suonava negli Audioslave.  Il produttore Rick Rubin ha chiamato Polonsky per occuparsi delle accordature delle chitarre e di tenere in ordine lo studio durante le registrazioni di Out of Exile. Un giorno la band è rientrata dopo la pausa pranzo e ha trovato Polonsky che suonava al pianoforte una delle nuove canzoni ancora incompiute. «Sembrava Thelonious Monk», racconta Commerford. «Cazzo, ero sbalordito. Solo che Cornell ha chiesto a Rick di mandarlo, via, “non lo voglio qui”. Credo che lo mettesse a disagio, stavamo creando e c’era un estraneo che non solo ascoltava, ma capiva anche come suonare i pezzi prima ancora che lo decidessimo noi».

Commerford ha reagito in modo molto diverso di fronte al talento di Polonsky. L’ha chiamato a fare una jam con lui e col batterista dei Rage, Brad Wilk, e lì ha capito che sapeva suonare la chitarra bene tanto quanto il pianoforte. «Pareva di essere con Hendrix. Sapeva suonare in qualsiasi stile, qualunque canzone. Adoro questi che sembrano jukebox umani».

Anni dopo, quando Commerford ha cominciato a pensare a nuovi modi di far musica con Wakrat (che aveva suonato con lui nei Wakrat, una band hardcore durata pochissimo), gli è venuto in mente Polonsky. Era a New York, gli hanno inviato delle bozze dei pezzi che avevano creato con batteria e basso. Gli sono bastate un paio d’ore per rispedire i file completi di parti di chitarra e di tastiera elaborate che li hanno lasciati a bocca aperta. Sono andati avanti così per mesi, incidendo una serie di canzoni meno dure e più melodiche di qualsiasi cosa presente nel catalogo dei Rage o dei Wakrat. «Un paio di mesi fa è finalmente venuto a Los Angeles e così abbiamo suonato tutti e tre insieme in una stanza. Pensavo che sarebbe stato un casino e invece è stato magico».

I D7D7 non stanno pensando di pubblicare un album, ma dal novembre 2022 pubblicano singoli online senza troppa pubblicità. Il primo è stato Capitalism. Come in ogni canzone del loro repertorio, alla voce c’è Commerford. Il testo scritto dal bassista (“Va bene prendere più di quanto ti viene dato / Anche se potrebbe cambiare la vita di qualcuno”) è politicizzato nello stile dei Rage Against the Machine. «La politica è una parte enorme della mia vita. A dirla tutta, ne sono ossessionato».

Le sue idee non sono cambiate molto dai tempi d’oro dei Rage. «Gli Stati Uniti hanno più di 1000 basi militari sparse nel mondo, Russia e Cina ne hanno una a testa. Stiamo cercando di conquistare il mondo e lo facciamo bombardando la gente in nome della pace. Quando accendo la tv e vedo quante guerre stanno scoppiando in questo momento, mi vergogno di essere americano».

Anche Misinformed (“Questa democrazia non è per te, né per me”) esprime la visione del mondo di Commerford, anche se ammette di non aver mai votato alle primarie. «Una volta me ne vergognavo, ma non c’è mai stato un presidente che mi abbia fatto dire: “Porca puttana!”. E comunque è uno schifo il fatto che non abbia importanza, perché vivendo in California il mio voto andrebbe a Biden». Ma, almeno, preferisce Biden a Trump? «Per quanto odi Donald Trump, detesti ciò che rappresenta e sia nauseato dal razzismo e dal sessismo, provo lo stesso odio per Joe Biden e per le guerre. Chiunque lo supporti, per me, sta sostenendo il complesso miltar-industriale».

Il singolo del 2023 Written on a Napkin parla del Mar Cinese Meridionale. Chiedetegli di spiegare la canzone e Commerford si lancerà in un monologo acceso su quella regione del mondo, dalla Cina che rivendica il Mar Cinese Meridionale come suo territorio agli sforzi delle Filippine per creare barriere coralline artificiali, al vilipendio del presidente cinese Xi Jinping. «È incredibile come si possa definire Xi un dittatore», afferma. Sostiene inoltre che il Giappone ha «alcune delle armi nucleari più potenti del mondo» (il Giappone non ha armi nucleari).

In passato, Commerford ha dato voce a molte teorie bizzarre, tra cui la convinzione che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna e che i video delle decapitazioni dell’ISIS non fossero veri. Rifiuta, però, l’etichetta di complottista. «Il modo migliore per metterla giù è che non mi fido del governo».

7D7D - Written on a Napkin

Tornando a parlare dei 7D7D e del loro tour, Commerford dice che la band è «al 75% del percorso» e ha fatto otto prove. «Faremo una decina di canzoni. È eccitante dar vita a 45 minuti di arte performativa e farlo bene. Ci saranno degli show nei prossimi due mesi, ma per ora voglio rimanere in California. Voglio farlo come fanno le band che hanno appena iniziato, caricando gli ampli in auto e andando a suonare».

Sicuramente sarà meno impegnativo per il corpo e la mente del tour della reunion dei Rage Against the Machine. Era iniziato da poco quando gli è stato diagnosticato un cancro alla prostata, poi asportato chirurgicamente. «Non ero molto presente, in quei giorni di tour. Ero molto fragile, non tanto per il fisico, ma per l’aspetto psicologico, il fatto di accettare di avere un cancro. Davo le spalle all’amplificatore e trattenevo le lacrime. È stato difficile… la gente mi chiedeva come stavo e io scoppiavo a piangere».

Al momento, Commerford è guarito, ma ogni piccolo segno che potrebbe indicare una recrudescenza della malattia lo mette in ansia. «Mi sono ribattezzato Cancer Man. Ho 57 anni e sono in forma come non lo sono mai stato in vita mia, ma il cancro non se ne andrà mai, sarà sempre lì. Quando si ha un cancro alla prostata, si tiene monitorato il livello di PSA. Al momento sono a zero. Ma faccio l’esame ogni tre mesi. Sarò molto stressato pensando al prossimo test. Ti cambia la vita. Come persona sono cambiato, per molti versi in meglio. Sono diventato più riflessivo. Dedico più tempo a osservare il mondo».

Forse è per questo che, quando si parla del futuro dei Rage Against the Machine, ha un atteggiamento positivo. Il frontman Zack de la Rocha si è rotto il tendine d’Achille durante la seconda data del tour del 2022 e ha suonato i seguenti 17 concerti in sedia a rotelle. Il gruppo ha poi annullato le date restanti per consentirgli di guarire. «Odio cancellare gli show», ha scritto il cantante. «Odio deludere i fan. Tutti avete aspettato pazientemente di vederci e questo non lo dimenticherò mai».

Col passare dei mesi e con De la Rocha apparentemente guarito che ha partecipato a uno show dei Run the Jewels e a una marcia di protesta, ci si è cominciato a fare domande sul futuro del tour. «Se ci saranno concerti dei Rage, o se non ci saranno, lo sentirete dalla band», ha detto il chitarrista Tom Morello a Rolling Stone nel marzo 2023. «Quando ci saranno novità, saranno comunicate tramite una dichiarazione collettiva della band».

La notizia della cancellazione del tour a gennaio 2024 non è stata data da un comunicato dei Rage, ma da un post su Instagram firmato solo da Wilk: «Non voglio prendere ulteriormente in giro le persone o me stesso, quindi, anche se c’è stata qualche voce sul fatto che potrebbe accadere in futuro, voglio farvi sapere che i RATM (Tim, Zack, Tom e io) non andranno più in tour, né suoneranno più dal vivo. Mi spiace per tutti quelli che hanno aspettato che accadesse. Vorrei davvero che fosse successo…».

Rage Against the Machine - Full Show 2022 - Cleveland, Ohio (4k)

Cercare di ottenere da Commerford una risposta diretta sulla situazione non è facile. «Ci sono quattro persone nella band», dice, «e io sono solo un quarto dei Rage. Ho passato gli ultimi due anni a curarmi. Ci sono quattro persone e hanno tutte una vita. Brad ha appena avuto un bambino… Zack si è rotto il tendine d’Achille. Non puoi nemmeno salire su un aereo quando ti succede una cosa del genere. È un dato di fatto. Il processo di guarigione, come nello sport, richiede molto tempo».

Commerford pensa che il gruppo sia finito? «Non lo so, non me ne occupo. Sono solo il bassista e aspetto che qualcuno mi dica cosa fare. Brad ha detto ciò che ha detto, ma è un gradino sopra di me. È il numero tre. Io sono quello meno importante. È tutto quello che posso dirvi. Sono il bassista, e bassisti sono sempre gli ultimi a sapere le cose».

Ciò non significa che non sia pronto, deciso e in grado di tornare in modalità Rage in qualunque momento. «Attendo che il fascio di luce dei Rage fenda le nuvole come il Bat-Segnale… è così che la vivo. Per me è la cosa migliore. Per la prima volta in vita mia sono riuscito a staccarmi da tutto questo e dire: sì, vivo fuori dagli schemi. E già questo mi basta».

Da Rolling Stone US.