I Calibro 35 raccontano ‘Post Momentum’ traccia per traccia | Rolling Stone Italia
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I Calibro 35 raccontano ‘Post Momentum’ traccia per traccia

Un anno dopo la svolta sonora di ‘Momentum’, la band riparte con un EP di inediti, «un primo passo verso futuri possibili». Ce l'hanno raccontato, dai feat di Ensi e Ghemon alla collaborazione con un robot

I Calibro 35 raccontano ‘Post Momentum’ traccia per traccia

Calibro 35

Foto: Chiara Mirelli

Poco più di un anno fa, appena prima che la pandemia fermasse il mondo, costringendo i musicisti a lunghi mesi di concerti Instagram sul divano, eventi in streaming ed esperimenti digitali, i Calibro 35 pubblicavano un disco particolare, quasi un nuovo inizio: Momentum. «Era una riflessione sulla contemporaneità della musica, nata dalla voglia di mordere il presente dopo anni di riflessione e studio del passato», dicono. «Iniziò il tour e c’erano i più rosei presagi, poi il mondo si interruppe, più di venti concerti già previsti furono cancellati e cadde il silenzio. Ci è sembrato di vivere per davvero dentro un libro di McCarthy».

Adesso sembra che quel silenzio stia finalmente per interrompersi, e la band è pronta a ricominciare. Lo fa con una nuova uscita, Post Momentum, un EP che è un po’ spin-off e un po’ approfondimento dei temi del disco del 2020: «È il primo passo verso futuri possibili, riprendendo in mano il percorso con cinque nuovi brani: tre completamente inediti e due versioni rivisitate di pezzi del disco».

Oltre ai soliti grandi pezzi strumentali (Digi-Tails e Stars and Stripes, Chirps and Bleeps) e alla “versione italiana” di Stan Lee (dove al posto del rapper Illa J ci sono Ensi e Ghemon), l’EP contiene un altro esperimento iper-contemporaneo, una collaborazione con «un ospite dal mondo che verrà». Si tratta di Sophia, un umanoide sviluppato da Hanson Robotics «che ci ricorda come essere dei robot potrebbe rivelarsi la strategia migliore per sopravvivere».

In attesa del ritorno in tour, i Calibro 35 ci hanno raccontato tutto Post-Momentum traccia per traccia. Ecco cosa ci hanno detto.

1Stan Lee (Alternate Version)

«Per una compagine fortemente strumentale come noi, avere delle parole sopra la nostra musica non è per nulla facile. Sul disco ce l’eravamo cavata chiamando un fuoriclasse americano come Illa J a togliere le castagne dal fuoco… Ma dal vivo cosa si poteva fare? Con la scusa di un concerto sold out a Milano si decise di giocare al rialzo chiamando assieme a noi due pesi super massimi dell’hip hop nostrano come Ensi e Ghemon e mai scelta fu più azzeccata. Il concerto fu incredibile e scendemmo dal palco riproponendoci di rifarlo presto, PRESTISSIMO. Poi venne il Covid e cadde il silenzio. Un anno e mezzo senza concerti a covare la voglia di ricominciare. Abbiamo deciso di ripartire esattamente da dove ci eravamo fermati: registrando in studio quella versione che meritava di essere incastonata nella pietra e passata ai posteri».

2Digi-Tails

«Che succederebbe se i Calibro si mettessero a fare un pezzo “trap”? Digi-Tails, non si direbbe, è la risposta. Ovviamente non è venuto trap neanche un po’, ma abbiamo fatto quasi come quando gli orchestrali delle colonne sonore si trovavano negli anni ‘60 a suonare per la prima volta il jazz o il rock: si toccava per la prima volta un “genere” e il risultato era sempre un approccio fresco, genuinamente personale, e non ancora cristallizzato nei cliché che ha delineato un certo “stile” tutto italiano. Aggiungi un’apertura che cambia scena e il gioco è fatto».

3Being a Robot Is Awesome

«Ogni tanto anche a noi piace giocare al gioco del “se fosse” e per iniziare a mettere in piedi la parte musicale di Being a Robot Is Awesome ci siam chiesti: cosa succederebbe se provassimo a imitare noi i computer? Le fondamenta progettuali del pezzo sono infatti tre beat separati generati programmando una groovebox, un processo creativo completamente diverso da quello a cui siamo abituati solitamente. Beat che abbiamo poi dissezionato e preso come ispirazione in studio, riregistrando tutte le varie parti con strumenti “reali”, sporcando qui e lì, aggiungendo automaticamente imperfezione umana nel tentativo di trasformare in organico ciò che in partenza non lo era proprio».

4Stars and Stripes, Chirps and Bleeps

«Questa è la breve colonna sonora di un piede che calza uno stivale, che si trascina dietro un tacco tintinnante come uno sperone sul marciapiede del nuovo polo edilizio di Milano. Nero, come Furia, è l’unico cavallo che c’è in giro: ma non ha quattro zampe. Perché è il cavallo dei pantaloni del titolare di questo pezzo, che mentre camminava nell’estate notturna per la città ancora in vita (esisteva la notte nel 2019, giuro), gli si stringeva sempre di più producendogli un fastidio testicolare inenarrabile. Unica soluzione per trovare sollievo: ballare come si ballerebbero i Meters».

5Artificial Black Moon

«L’idea di utilizzare la voce di un’androide in Black Moon è nata durante il tour primaverile di Momentum nel 2020: non potendo usufruire dal vivo del meraviglioso flow di MEI, l’artista londinese che ha prestato la sua voce nel nostro disco, abbiamo deciso di fare un cut and paste di un discorso di Sophia, intelligenza artificiale creata dalla Hanson Robotics, cercando di farlo groovare sul pezzo. Dato che Momentum trattava del rapporto tra umanità e automazione, abbiamo pensato che come scelta cadesse a fagiolo. Più che il classico scenario distopico degli androidi fuori controllo che si ribellano agli umani, ci interessava il parallelo con il nostro comportamento “automatico”: basti pensare ai social e a come gli algoritmi condizionino i nostri interessi e le nostre reazioni, al punto da renderci prevedibili nei comportamenti in un modo senza precedenti nella storia. È lo stesso tema che è stato sviluppato anche su Being a Robot Is Awesome».

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