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I Band of Heathens fanno comfort rock per ridere dell’apocalisse

Il gruppo racconta la crisi politica e sociale in ‘Stranger’, un disco caldo, avvolgente, arciamericano. «O ti rannicchi in un angolo a piangere» dicono in quest'intervista «o affronti la situazione e ci ridi su»

Foto press

C’è qualcosa di familiare nel nuovo disco dei Band of Heathens. È come se qualcuno vi avesse preparato una perfetta compilation di pezzi tosti degli Stones, sofferte ballate degli Eagles e commoventi canzoni di Gram Parsons. È ironico che la band l’abbia titolato invece Stranger.

Pubblicato alla fine di settembre, è un disco caldo e avvolgente, con un messaggio positivo di compassione e comprensione reciproca, perfetto per questi tempi. Chiamatelo comfort rock. Il titolo viene da come i membri della band vedevano sé stessi durante la scrittura. La maggior parte del gruppo, incluso il cantante e chitarrista Gordy Quist, è fisso ad Austin, mentre l’altro frontman Ed Jurdi vive ad Asheville, North Carolina. Alla fine del 2019, i Band of Heathens si sono lasciati alle spalle lo studio di Austin di Quist, la loro casa di fatto, e si sono diretti a Portland, dove hanno lavorato con il produttore Tucker Martine (My Morning Jacket, Avett Brothers).

«Non abbiamo mai vissuto tutti assieme in una città dove non avevamo amici, né famiglia», dice Quist. «L’abbiamo fatto di proposito, per vedere che cosa sarebbe successo musicalmente. Non sapevamo che saremmo finiti per isolarci con un anno d’anticipo rispetto al lockdown. Era tutto molto strano e Stranger sembrava un titolo appropriato sia per il momento che stavamo vivendo che per il materiale».

I Band of Heathens si sono presentati a Portland con 30 canzoni. Le hanno ridotte a 20 e ne hanno registrate 14. Solo 10 sono finite in Stranger, tutte affinate con lo stile cinematografico di Martine. «Abbiamo contattato un quartetto d’archi e abbiamo stratificato il suono, ed è bellissimo», dice Quist.

La band colpisce nel segno proprio al centro dell’album, con la gentile e acustica Call Me Gilded, un brano con sfumature che ricordano Poems, Prayers and Promises di John Denver, la dissertazione sull’essere sbandati South by Somewhere e la splendida road song Asheville Nashville Austin. È un diario di viaggio che celebra la musica Americana contemporanea ricco di immagini geolocalizzate, dalle Blue Ridge Mountains del North Carolina alle luci al neon del Continental Club nel quartiere di South Congress a Austin.

«È una meditazione sull’idea di inseguire le canzoni», dice Jurdi, che quando non è a Asheville o a Austin con gli Heathens passa il tempo a Nashville con il suo altro gruppo, i Trigger Hippy. «Inseguo sempre le canzoni, uso questi posti per fermarmi, raccogliere le idee e metterle insieme».

Anche se Stranger è un perfetto seguito dell’altrettanto solido Duende, uscito nel 2017, l’ultima pubblicazione del gruppo è un remake di A Message From the People, il disco di Ray Charles del 1972 che conteneva America the Beautiful. Ri-registrare quel disco è stato tipico della voglia di unità degli Heathens. Stanchi dell’assenza di oggettivività nel dibattito politico americano, hanno scritto la dura Truth Left, uno dei brani centrali di Stranger: “C’è silenzio ai margini / mentre la spaccatura tra di noi si allarga”, dice una strofa, prima del ritornello. “Non è rimasta alcuna verità / e ci stiamo abituando”.

«Mi piace pensare che non stiamo cantando di politica, ma delle cose che vediamo attorno a noi, della condizione umana», spiega Jurdi. «Viviamo in una società dove non c’è una base condivisa che permetta di capire tutti assieme che cos’è vero. Con la cultura dei social media e la natura da vecchio West della comunità online puoi trovare qualsiasi informazione in grado di supportare quello in cui credi e viceversa. Finisci in una camera dell’eco dove ti convinci che tutti la pensano esattamente come te, e questa cosa è pericolosa».

«Non vogliamo far sapere alla gente che cosa pensiamo, vogliamo riflettere il mondo attorno a noi», dice Quist. «Speriamo di far pensare gli altri, così da lavorare tutti insieme per migliorare le cose».

Se non dovessero riuscirci, i Band of Heathens saranno comunque felici di averci provato. Affrontano l’apocalisse con un drink e un sorriso nella stonata Today Is Our Last Tomorrow, un pezzo che ricorda Instant Karma. «Quando è tutto così assurdo, puoi fare solo due cose: rannicchiarti in un angolo e piangere oppure affrontare la situazione e riderci su, riconoscendo quanto è terribile la situazione», dice Jurdi.

Non che la band abbia fantasie da fine del mondo. Dopo quindici anni di incendiaria carriera live – carriera che hanno tenuto in vita nonostante il Covid con la serie di concerti virtuali Good Time Supper Club – Quist dice che sono tutto meno che paghi. «Il rock’n’roll è roba da giovani perché prevede un certo stile di vita. Ma noialtri non facciamo altro che migliorare. Il nostro motore rock non è mai stato così potente. Continuiamo a creare».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US

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