Geezer Butler dei Black Sabbath su Ozzy: «Il Principe delle tenebre? No, era il Principe delle risate» | Rolling Stone Italia
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Geezer Butler dei Black Sabbath su Ozzy: «Il Principe delle tenebre? No, era il Principe delle risate»

Il bassista ha condiviso dei pensieri su questi 57 anni di amicizia: «Ho solo un rimpianto, il finale del concerto di Birmingham»

Geezer Butler dei Black Sabbath su Ozzy: «Il Principe delle tenebre? No, era il Principe delle risate»

I Black Sabbath negli anni '70: Geezer Butler, Tony Iommi, Bill Ward, e Ozzy Osbourne

Foto: Chris Walter/WireImage

Non è ancora il tempo di smettere di piangere la scomparsa di Ozzy Osbourne. O di piangere leggendo i toccanti ricordi dei suoi amici e colleghi più stretti. Ieri, ad esempio, sul London Times è stato pubblicato il ricordo di Geezer Butler, il bassista dei Black Sabbath.

«Per me, Ozzy non era il Principe delle tenebre, semmai era il Principe delle risate», ha scritto Butler. «Avrebbe fatto qualsiasi cosa per strappare una risata, era un intrattenitore nato». Come molti dei presenti all’ultimo concerto di Ozzy, anche Butler è stato colto di sorpresa dalla così veloce scomparsa del cantante: «In quel momento non ho realizzato che sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto Ozzy».

«Sapevo che non era in buona salute, ma non ero preparato a vedere quanto fosse fragile», ha scritto Butler ricordando le prove del concerto. «È stato aiutato a entrare nella sala prove da due assistenti e un’infermiera e usava un bastone: essendo Ozzy, il bastone era nero e tempestato di oro e pietre preziose. Non ha detto molto oltre ai soliti saluti e quando ha cantato, è rimasto seduto su una sedia». «Era davvero tranquillo rispetto all’Ozzy di un tempo».

Butler ha poi ricordato il loro primo incontro quando Ozzy si è presentato a casa sua per entrare come cantante nella band: «Non indossava un completo, ma la tuta da lavoro marrone di suo padre, con una spazzola per camini sulla spalla, una scarpa attaccata al guinzaglio del cane e i piedi nudi. Mi disse: “Sono Ozzy”. Dopo aver smesso di ridere, gli risposi: “Ok, sei nella band”». Era la nascita degli Earth, che presto sarebbe poi diventati i Black Sabbath.

«La gente ha sempre pensato che Ozzy fosse un selvaggio, ma aveva un cuore d’oro. La maggior parte delle sue famigerate bravate – la saga dei pipistrelli, il morso alla testa di una colomba, la pipì sull’Alamo, le file di formiche sniffate e tutto il resto – risalgono ai suoi anni da solista, lontano dai vincoli della crew dei Sabbath», ha detto Butler. «Ma se eri un amico in difficoltà, Ozzy era sempre lì per te. Quando mio figlio è nato con un problema al cuore Ozzy mi ha chiamato ogni giorno per vedere come andava, anche se non ci parlavamo da un anno».

Butler ha però un rimpianto: come è finito il concerto di Birmingham. «Tony gli ha stretto la mano, io gli ho regalato una torta, ma è stata una sensazione davvero strana concludere la nostra storia in quel modo. Avrei voluto avere più tempo a disposizione nel backstage con Ozzy, ma ormai i desideri sono superflui. Come diceva sempre Ozzy: “Esprimi un desiderio con una mano e caga con l’altra, poi guarda quale delle due cose si avvera prima”».

«Sono davvero fortunato ad aver trascorso gran parte della mia vita con lui. Naturalmente ci sono milioni di cose che avrei voluto scrivere, ma come posso riassumere 57 incredibili anni di amicizia in pochi paragrafi?». «Dio ti benedica, Oz, è stata un’avventura incredibile! Ti voglio bene!».