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Francesco Tristano non aspetta il momento magico

Ha suonato Bach, riletto Aphex Twin al piano solo, prodotto musica techno. Noi lo abbiamo incontrato nella Venezia del grande cinema al live per Grey Goose

Al primo piano del palazzo Contarini Polignac di Venezia c’è un pianoforte che è almeno cent’anni più vecchio di lui. Tristano – che da lì a poco, alla serata organizzata da Grey Goose, suonerà l’“altro” suo strumento, i piatti del dj – si avvicina con gli occhi che luccicano, ma mentre sta per toccare la tastiera viene subito cazziato da un addetto alla sicurezza. Avrei voluto dirgli, allo sbirro veneto, una cosa del tipo “lei non sa con chi sta parlando”. Sì, perché Tristano (all’anagrafe Francesco Tristano, 35 anni, ndr) ha suonato e inciso Bach per la Deutsche Grammophone, riletto Aphex Twin al piano solo e prodotto techno per la label di culto Get Physical. Di questi e di altri progetti parlerò con lui, davanti a un vecchio piano triste per l’incontro mancato.

Siamo nella biutiful Venezia, storica “capitale mondiale” dell’ispirazione. È una cosa che si sente ancora, arrivando qui?
tristano Penso l’ispirazione sia un po’ overrated, per esempio io non aspetto il “momento magico”, se devo comporre mi alzo la mattina e mi siedo al pianoforte. Certamente ci sono luoghi che possono ispirare, ma non so dirti se Venezia mi ispiri di più di…

…di una discoteca di Ibiza…
Esatto! (Ride).

Francesco Tristano all’evento di Grey Goose a Venezia

Qualche centinaio di metri più in là, al Lido, in questi giorni è in corso la 73esima edizione della Mostra del Cinema. Che rapporto c’è tra la tua musica e il cinema?
Credo rappresenti l’arte suprema, perché riunisce tutte le forme d’arte, dalla musica, alla fotografia, al teatro. Tuttavia, la musica può dare al film una poesia ulteriore. Pensa alla colonna sonora di Ryuichi Sakamoto per Revenant-Redivivo: il film non mi è piaciuto, ma le musiche erano incredibili, con tre note costruivano una storia intera.

In questo periodo stiamo assistendo a una grande esplosione di piano music, penso all’etichetta Erased Tapes, con Peter Broderick e Nils Frahm, o a Federico Albanese, un talentuoso ragazzo italiano che vive a Berlino. Credi sia solo un trend o c’è dell’altro?
Credo che il cambiamento di cui parli segua una sua logica. Il pianoforte è stato lo strumento che più ha segnato la storia della musica negli ultimi secoli, adattandosi a ogni genere, e ora si sta evolvendo ancora.

Anche in questa digitalizzazione imperante della musica?
Esattamente! Non importa se in futuro i pianoforti saranno dei led digitali. I confini tra analogico e digitale sono così sottili, non voglio sentirmi legato a uno piuttosto che all’altro. Nel mio prossimo lavoro non è presente nemmeno una take di piano, ma ho usato dei sample che avevo registrato. Mi piace esplorare i confini della musica da dancefloor, scrivendo techno, ma con l’idea del pianoforte sempre al centro. Cinque anni fa, per esempio, ho suonato allo Space di Ibiza con Carl Craig ed erano tutti stupiti di vedere un pianoforte accanto alla consolle!

Francesco Tristano

Che dischi di musica classica consiglieresti di ascoltare ai lettori di RS?
Sicuramente Variazioni Goldberg di Bach; poi Beethoven, anche se non lo amo particolarmente, direi Sonate au Claire de Lune. Poi la musica “impressionista” francese, Ravel e Debussy.

E John Cage? So che ti ispiri molto a lui.
Cage certamente! In a Landscape, un brano per pianoforte di 10 minuti di pura meditazione. Suona come la ambient moderna, ma è stata scritta nel ’48!

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