Erykah Badu: «La mia crisi di mezza età è stata un grande party» | Rolling Stone Italia
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Erykah Badu: «La mia crisi di mezza età è stata un grande party»

La cantante racconta chi sono le donne della sua vita, il suo amore per i Pink Floyd... e per Lil Uzi Vert.

Erykah Badu: «La mia crisi di mezza età è stata un grande party»

Foto dpa picture alliance / Alamy / IPA

Chi sono i tuoi eroi?
Le mie nonne, Thelma Gipson e Viola Wilson. Hanno entrambe 90 anni. Sono le donne che mi hanno fatto rimanere con i piedi per terra. Thelma faceva l’assistente del preside in una scuola elementare, si è presa cura di me e dei miei fratelli, ci ha dato da mangiare anche quando era stanca morta. Viola lavorava alla Rockwell International, l’azienda che costruisce gli space shuttle. Lei e io facevamo i lavoretti assieme in giardino, dipingevamo, decoravamo. Mi ha regalato il primo pianoforte, e si è assicurata che io cantassi solo di cose che conoscevo.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto?
Thelma direbbe: “Non chiamarlo, lascia che ti chiami lui”. Vale sempre nella vita. Non disperare mai. Fai la tua parte e poi guarda le cose seguire il loro corso.

Che tipo di musica ti emoziona?
Fela Kuti, Bob Marley, Marvin Gaye, Nina Simone, Yoko Ono, John Lennon, i Pink Floyd. The Dark Side of the Moon è il disco definitivo. Amo tutto di quell’album: la produzione, la composizione, il mixaggio, i cambi di ritmo dell’orchestra, le voci in The Great Gig in the Sky. Tutto è perfetto.

Hai mai provato a ascoltarlo guardando in muto il Mago di Oz?
Certo che l’ho fatto. Una roba folle.

Le tue figlie hanno 8 e 13 anni. Che musica ascoltano?
Pop. Amano Rihanna e Selena Gomez. Anzi no, scusa. Mars mi dice che odia Selena Gomez. Le piace Ed Sheeran, e poi Demi Lovato e Lil Uzi Vert.

Conosci questi artisti?
Certo, li ascolto quando guido. Al momento la cosa che mi piace di più è Neon Guts, il pezzo di Lil Uzi Vert e Pharrell. Ascolto una band di Toronto che si chiama BadBadNotGood. Quando vado a un concerto di Lil Uzi, Young Thug o Ugly God, vedo una generazione che ha qualcosa da dire. Magari per te sono suoni fastidiosi, ma per me sono vibrazioni.

A 40 anni hai vissuto la fase “ragazza ribelle”. Perché?
La mia crisi di mezza età è stata un grande party. Facevo album e live, e crescevo i miei figli. Poi, con il cambio di ormoni e tutto quello che è successo nella politica e nella società americana, ho mollato la presa.

Qual è la cosa più pazza che hai fatto in quel periodo?
Merda, non te lo posso proprio dire, ma è una cosa successa sul mio tour bus. C’entra qualcosa con l’essere sbronzi? Sì. C’entra qualcosa con l’essere fatti? Sì. C’entra qualcosa con lo stare in giro una notte intera? Sì. Diciamo che mi sono adattata agli eventi. Non sono mai stata una che esagera, sono sempre stata una persona responsabile. Quindi è stato molto, molto divertente.

Qual era il tuo libro preferito da ragazza?
Are You There God? It’s Me, Margaret di Judy Blume. Sono frammenti tratti dal diario di una ragazza di nome Margaret. Mi ha fatto riflettere sull’importanza di esprimere le proprie sensazioni. Scrivere è un atto molto potente. Io ho riempito qualcosa come 70 o 80 diari.

Sei pessimista riguardo ai giorni nostri?
Io sono sempre ottimista. Penso a quello che sta succedendo come a una processo di rinascita, che necessita di un duro lavoro. Non sappiamo cosa succederà. Devi aspettare che la dilatazione sia completa, prima di partorire. Diciamo che al momento siamo a metà percorso.

Come funziona il tuo processo creativo?
Non importa se attorno a me c’è rumore, io cerco di connettermi con il silenzio profondo che c’è in ogni cosa. La ricerca del silenzio mi ha dato disciplina, pazienza, e mi ha avvicinato alla gente. Cammino molto, faccio boxe, taekwondo e yoga. E esercizi di respirazione in sauna. Salto sul trampolino con mia figlia di 8 anni, e ballo con quella di 13. Facciamo sollevamento pesi. Tengo in forma me e le persone che mi stanno attorno.

Qual è la regola più importante che ti sei data?
Segui il tuo intuito. Non mi darà quello che voglio, ma quello di cui ho bisogno.

Una volta hai detto che avresti voluto dirigere uno di quei video che fanno vedere sugli aerei. Rimane il tuo sogno?
Non voglio pensare a cosa fare se quel figlio di puttana di aereo si schianta. Il mio video sarebbe più realistico: se deve succedere il peggio, nulla ti può salvare. Nel dubbio, mettiti a posto con il Signore. In fondo è un invito a pensare positivo, e dire una piccola preghiera al pilota. Accettare tutto quello che viene. Così bisogna vivere.

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