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En?gma, non è male stare da soli

Il rapper sardo è totalmente indipendente da sei anni: «Stando in Sardegna è tutto più complicato, ma sono contento della serenità che ho raggiunto»

Foto di Riccardo Melosu

En?gma ha pubblicato la scorsa settimana Booriana, il suo nuovo disco, ovvero la tempesta perfetta. Dentro ha messo tanto sentimento, tante preoccupazioni per la società di oggi e un bel po’ di amici, da Emis Killa a Shade, da Ghemon a Inoki. L’abbiamo contattato per farci raccontare com’è nato e come ci ha lavorato

Stai producendo con un ritmo notevole di recente. Terranova è uscito meno di un anno faTerranova, che è uscito d’estate, questo è un disco più invernale, è un album vero, con tanti featuring, una produzione tutta nostra… Vediamo che succede!

Parliamo di produzione musicale: è a quattro mani, tra te e Kaizén si è creato un bell’equilibrio, nonostante siate partiti da due punti diversi.
Ma è questa la figata! Noi proveniamo da mondi diversi, ma sul disco abbiamo incrociato i nostri gusti. Siamo stati in studio due mesi a stretto contatto, da luglio a settembre. Ogni giorno siamo riusciti a tirar fuori un pezzo al giorno. Non ti nascondo che è stata la parte più divertente: avevamo una serenità, un’allegria che avvolgeva tutto e ci spingeva a fare altro.

Hai coinvolto anche tante persone diverse…
Ci tengo sempre a dire che è successo tutto grazie alla musica. Sono poco Pr in questo senso, stando in Sardegna è tutto più complicato, hai meno possibilità di beccare i colleghi. Ma per noi la cosa fondamentale è la stima reciproca: ci siamo sentiti più volte per definire il tutto, si sono impegnati davvero e sono contento della varietà di atmosfere che siamo riusciti a creare.

Il primo singolo Misunderstanding è una critica sociale a tutto quello che ci circonda. Non è l’unico pezzo nel disco con questi toni, perché?
Per Misunderstanding abbiamo utilizzato una strumentale un po’ “pop”, passami il termine. Ci è servita come cavallo di Troia per dire delle cose pungenti, più pesanti, che potessero scuotere le coscienze. Credo si stia arrivando a una saturazione di eventi anche per colpa, diciamo così, dei social. Siamo sempre bombardati da mille problematiche e non credo sia sbagliato parlarne anche nei pezzi. È giusto comunicare un problema, in tutti i modi possibili.

In Paracadute dici, “Stringo le mie scritture come un paracadute”. Ti è servito scrivere nella vita?
Mi ha sempre aiutato, certamente, da quando sono indipendente a 360 gradi, dal 2016, la scrittura mi ha salvato. Spesso mi sono messo a nudo, anche in Mia, il pezzo con Ghemon: scavare dentro se stessi fa bene, ti salva.

Hai parlato della tua indipendenza. È una scelta che ha pagato?
Mi ha cresciuto come uomo, perché il coraggio porta coraggio. Mi ha fatto bene, capisci che nella vita è possibile reinventarsi ogni volta. Sono migliorato sotto tanti aspetti, anche come artista: posso stare tanto tempo in studio ad allenarmi, a fare delle cose che richiedono tanto esercizio. Per un artista non è scontato riuscire a sostenersi economicamente, sono conscio che non faccio i numeri dei big della scena, ma sono contento e tranquillo di quello che faccio.

C’è un passaggio che è una semi citazione nella Bibbia, “La luce venne dalle tenebre”, in Fase Rem….
È vicino alla Bibbia, assolutamente, sei il primo che l’ha beccata! (Ride) Ritengo che la Bibbia abbia dei passaggi molto interessanti, molto profondi che possono essere riletti anche oggi in modi diversi e contemporanei.

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