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Dystinct vuole far cantare tutto il mondo in arabo

Il rapper e cantante belga-marocchino sta collezionando milioni di ascolti e follower: «Voglio rendere la musica araba famosa tanto quanto quella latina». Arriverà a Milano il 3 novembre al Fabrique. L'intervista

Dystinct vuole far cantare tutto il mondo in arabo

Dystinct

Foto: press

Iliass Mansouri è nato nel 1998 e il suo profilo Instagram ha lo stesso numero di follower di quello dei Depeche Mode: un milione e mezzo. La spiegazione è molto semplice. Un bel giorno, Dystinct (il suo moniker) si è posto questa domanda: come mai la musica araba non è famosa quanto quella in spagnolo? Per un ragazzo marocchino, nato in Belgio, questa cosa era inaccettabile.

E così, con una determinazione che se non altro è oggettivamente debordante, Iliasss si è prefissato un obbiettivo, in cui peraltro sta riuscendo benissimo finora. Rendere mainstream l’arabo, magari anche con l’aiuto dello spagnolo di cui sopra (nel suo ultimo album, Bababa World, un bel feat. con J Balvin non manca) e sicuramente utilizzando tutte le lingue che si parlano nel cosiddetto Benelux. Inglese, francese, belga, olandese. Questo suo essere inizialmente apolide alla fine ha fatto sì che si creasse un super-rapper-cantante, che ha la fierezza dei nordafricani ma anche l’essere sgamati dei mitteleuropei.

E così, a suon di dischi certificati diamante e un’immagine social che incarna il perfetto concetto dell’utente tardo-capitalista di “chi ce l’ha fatta”, Dystinct continua imperterrito la sua missione di conquista del mondo. Finché tutti non canteranno in arabo le sue canzoni. Il 3 novembre sarà al Fabrique di Milano. Provare per credere.

Come procede il tour?
Spettacolare. Tra l’altro non è la prima volta che vengo a suonare in Italia. La prima sarà stata 2 anni fa. Ma stavolta è tutto diverso, è tutto più in grande, per fortuna. Le cose stanno girando per il verso giusto.

È vero che prima di iniziare a fare musica hai promesso a tua madre che se non avessi fatto il botto entro un anno saresti tornato a studiare?
È vero. In Belgio, quando finisci le superiori, puoi scegliere di andare direttamente all’università oppure ti prendi un anno sabbatico. Così le ho chiesto di darmi un anno per provarci nella musica. Fosse andata male sarei andato all’uni. Il bello è che lei mi ha risposto di no, ma io l’ho fatto lo stesso.

Era una sfida contro te stesso.
Sì, però capisco anche il punto di vista di mia madre. Se avessi un figlio, non sarei così sicuro di fargli intraprendere la strada della musica. Quando sei un genitore vuoi soltanto il meglio per i tuoi figli.

Beh, ma tuo padre non è un cantante?
Sì, ma erano altri tempi quelli. Purtroppo non ci puoi vivere oggi facendo musica tradizionale. Per quello che capisco i miei: non sono contro la musica, anzi. Vogliono semplicemente il meglio per me. Per fortuna che ha funzionato.

DYSTINCT - YA BABA ft. French Montana (Official Music Video)

Quand’è stata la prima volta che hanno capito che ce l’avevi fatta?
Beh, diciamo che quando inizi a fare soldi cominciano a capire. Ma c’è un episodio in particolare che mi fa sorridere. L’ultima che ancora non l’aveva capito era mia nonna. Quando però mi ha visto ospite di questo show molto famoso della TV marocchina, allora ha capito. (ride)

Tra l’altro, il tuo pezzo Ghazali è diventato praticamente l’inno della nazionale di calcio marocchina.
Incredibile, sì. Non era per niente pianificato, è stato tutto spontaneo. Sono andato a vedere una partita, dovevo esserci. Ho deciso all’ultimo, il giorno prima di andare in Qatar. È stato davvero emozionante.

Soprattutto perché hai anche giocato a calcio da ragazzo.
Sì, ma niente di che. Non a un livello professionale. Il Marocco è come il Brasile o l’Italia. Tutti giocano a calcio. Non vuol dire nulla dire “gioco a calcio”. Bisogna essere dei pro.

Com’è stato crescere in Belgio con la doppia nazionalità marocchina?
È un po’ strano, perché in Belgio mi vedevano come un marocchino, mentre in Marocco come un belga. Poi però sono cresciuto e ho realizzato di essere marocchino. L’unica differenza tra me e un marocchino è che io sono solo nato in Belgio. Ed è una cosa che come sai non dipende da me, non l’ho decisa io. I miei genitori sono sempre stati in Marocco, ma quando sono nato erano lì in Belgio. Coincidenze.

Però questa cosa può averti aiutato. La tua musica ha un respiro internazionale.
Vero, però mi identifico come marocchino al 100%. Quando ero a Bruxelles, da piccolo, parlavo sia belga che francese. Sicuramente è come dici tu, ha aiutato. Ho iniziato addirittura cantando canzoni in inglese, facendo cover di pezzi famosi. E poi in un momento in cui la musica olandese in quella zona d’Europa era molto famosa, ho scritto anche in olandese. Mi sono trasferito ad Amsterdam e scrivevo in olandese. La prima canzone che ho scritto era in olandese, ed è stata subito un successo. Da allora ho scritto per 3 o 4 anni in olandese, era tipo il 2017. Ma ho sempre amato mischiare le lingue con parole arabe qua e là. A un certo punto avevo raggiunto il mio limite. Non sarei andato più su di così con l’olandese. Volevo fare musica araba, però non volevo essere di nicchia come la maggior parte della musica tradizionale. Volevo essere famoso e internazionale, big subito in tutto il mondo, capisci?

Ambizioso, ci sta.
Così 6 anni fa ho pubblicato la mia prima canzone in arabo, Ya La Laa, ed è diventata subito virale, streammata tantissimo che tutti la conoscevano. Il problema è che nessuno conosceva Dystinct. La canzone era una hit, ma chi cantava era sconosciuto. Se chiedevi a qualcuno chi fossi, ti dicevano di no. Ma se gli canticchiavi il pezzo lo sapevano. Così ho iniziato a lavorare sulla mia immagine. Perché io in realtà non ho mai fatto caso a queste cose, non mi piace apparire in camera, fare interviste e shooting. Mi piace solo fare musica. Tutta la parte di pubbliche relazioni della vita di un artista non m’interessa. Però è necessaria. Ho dovuto accettarla. Sono sempre stato un tipo piuttosto timido. Ma poi ci fai l’abitudine. E ovviamente ha aiutato molto metterci anche la faccia. In un paio di anni il successo è stato mondiale.

Immagino che una persona come te abbia già pianificato la prossima mossa.
Bro, la prossima mossa è rendere la musica araba famosa nel mondo tanto quanto quella latina, in spagnolo. Ora tutti cantano canzoni in spagnolo, anche se non lo parlano. Ecco, io voglio la stessa cosa con l’arabo.

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