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Diora Madama, urban pop abruzzese nel nome di Rosalía

Si ispira a Doja Cat e Tyler, The Creator, unendo un sound americano alle origini adriatiche. Nel suo primo EP, '2D', si destreggia tra inglese e italiano, cantando la dualità delle cose

Foto: press

Definisce la sua musica urban pop, ma solo perché a questa definizione è arrivata ragionando con il suo team artistico nel tentativo di non farsi trovare impreparata alla fatidica domanda sul genere musicale di appartenenza. In realtà, nelle produzioni di Diora Madama, all’anagrafe Angela Radoccia, c’è un po’ di tutto. Le influenze più presenti sono l’r&b e l’elettronica ma un po’ più nascosta c’è anche la passione per l’hip hop e per il metal che ha segnato il percorso artistico di Radoccia, oltre al canto jazz al quale si è dedicata durante i suoi studi al Conservatorio Saint Louis di Roma. A stare strette all’autrice, fresca della pubblicazione del suo nuovo EP 2D, non sono però solo le etichette relative al genere musicale, ma l’idea stessa che la musica possa essere svincolata dal resto delle arti.

«Sono nata in un ambiente artistico a 360°, mia madre è pittrice», racconta. «Mi sono diplomata in arti audiovisive studiando al contempo pianoforte. Anche per questa ragione ho sempre visto la musica come un percorso immerso tra le arti, non mi piace vederla come una cosa a sé. Infatti anche con la musica cerco sempre di rimandare a un immaginario più completo, ispirandomi per esempio a opere non musicali».

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A stuzzicare i sensi di Diora Madama durante la sua formazione è stata in particolare la musica anglofona e più nello specifico quella americana e afroamericana. Avendo un forte legame con il Canada, dove vive buona parte della sua famiglia e dove ha trascorso alcuni periodi, ha avuto l’opportunità di apprezzare e assorbire da vicino movimenti e stili che in Italia spesso arrivavano – e continuano ad arrivare – con un certo ritardo. Anche per questo i suoi brani, inclusi quelli che compongono 2D, sono tutti in inglese, con un’unica eccezione, l’ultima traccia dell’EP.

«Concedessi è la mia prima traccia in italiano ed è quella a cui sono più legata, è la più intima dell’EP, è un mettersi a nudo e un gettare le armi. In Concedessi ho sperimentato un modo di esprimermi molto diverso da quello che mi appartiene, sia per la scelta dell’italiano sia per uno stile di scrittura e arrangiamento che di solito non utilizzo e, infine, per l’utilizzo di un registro molto alto della voce. Per me è una sorta di confessione. Mostra una fragilità che nel resto del lavoro, composto da tracce aggressive e da un atteggiamento sicuro e forte, non c’è».

Dopo aver esordito nel 2019 con il singolo Permanent Vacation, prodotto da Mark Opitz, Diora Madama oggi è anche e soprattutto autrice, non solo per se stessa. Il piglio resta quello da songwriter anche nel lavoro con i produttori coinvolti nel suo progetto artistico, ai quali Radoccia è solita presentare in studio brani piano e voce strutturati intorno a un’idea ben definita, che siano o meno completi. Questo non vuol dire che non siano presenti margini di libertà per chi si aggiunge alla lavorazione del brano, anzi. Non è un caso che l’autrice abbia scelto Duffy (già al lavoro con Eugenio in Via di Gioia, Leon Faun e Dani Faiv), False e Vittorio Giannelli per la produzione, convinta che il loro stile e le loro specificità potessero arricchire e potenziare i brani di 2D.

Come espresso anche dallo sdoppiamento che spicca sulla copertina dell’EP, a Diora Madama sta particolarmente a cuore il tema delle identità parallele che alcune forme di comunicazione permettono – o rischiano – di sviluppare. Dalle dinamiche social al tema delle connessioni i testi della cantautrice riflettono tanto su aspetti legati alla società contemporanea quanto su questioni ed esperienze strettamente personali, com’è il caso per esempio di Bitter.

«Da poco prima dell’inizio della pandemia ho dovuto affrontare dei problemi di salute molto forti, che per fortuna si sono risolti», spiega. «In generale poi durante la mia vita diversi eventi sfortunati al di fuori del mio controllo mi hanno portata a sentirmi molto giù. Bitter racconta questo e come mentre affrontavo quelle difficoltà non mi sentissi assolutamente compresa. Non c’era cattiveria in chi cercava di starmi accanto ma non capivano che il mio malessere in quel momento era inevitabile e che negarmi la possibilità di stare male non era giusto».

Nell’attesa di svelare altri brani già pronti – per il momento sempre in inglese, ma non sono escluse prossime pubblicazioni in italiano – Diora Madama continua a mettersi alla prova con nuova musica, sempre immersa negli ascolti che più le sono d’ispirazione, dai Daft Punk a Flying Lotus, da Aphex Twin a Tyler, The Creator passando per Doja Cat e Jessie Reyez. Su tutte e tutti, però, per l’artista spicca la cantautrice e produttrice catalana Rosalía. Ai suoi occhi (e soprattutto alle sue orecchie), il futuro è lei.

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