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David Guetta: «La morte di Avicii è un campanello d’allarme per tutti»

A poche ore dal tributo a Stoccolma, il DJ racconta il suo rapporto con il collega scomparso nel 2018, e perché il suo suicidio dovrebbe far riflettere la comunità EDM: «Ci sentiamo tutti allo stesso modo, ma non è facile parlarne»

Foto: Mike Pont/WireImage, Katch/Shutterstock

Circa otto mesi prima della morte della superstar dell’EDM Avicii, il suo amico e collega David Guetta ha ricevuto un messaggio urgente dal management del DJ. «A dire la verità, era una piccola crisi», dice Guetta. «Il suo manager mi ha chiamato e ha detto: “Non so più cosa fare. Le cose stanno andando fuori controllo”. Mi sono reso disponibile a fare il possibile, oppure di incontrarlo e parlare. Gli ho scritto un messaggio, ma all’epoca era difficile comunicare con lui».

Successivamente, ad aprile 2018, Avicii si è tolto la vita mentre era in Oman. Guetta non era più in contatto con lui, ma giovedì sera ha partecipato a un tributo, organizzato alla Friends Arena di Stoccolma, con altre star dell’EDM. Lo spettacolo, i cui proventi verranno devoluti a associazioni per la prevenzione dei suicidi, ha ospitato DJ e cantanti che hanno collaborato con Avicii, tra cui Adam Lambert, Rita Ora, Aloe Blacc, Kygo, Laidback Luke, Gavin DeGraw e Nicky Romero; sul palco salirà anche Klaus Bergling, il papà del DJ.

Guetta, che è 21 anni più grande di Avicii, rimase subito impressionato dal suo lavoro, e gli chiese quasi immediatamente di mixare uno dei suoi brani. Sunshine, l’euforico singolo uscito nel 2011, era talmente ispirato dal lavoro di Avicii che Guetta gli chiese di contribuire direttamente; la coppia ha poi lavorato a un’altra hit da club, Lovers on the Sun, completata da un video con Ray Liotta.

Il DJ francese, però, dice che ha capito che Avicii sarebbe diventato una star mondiale quando i due erano a Ibiza e ascoltò per la prima volta Wake Me Up e Hey Brother, due brani che sarebbero finiti sull’album True. «Pensavo: “Ok, wow, conquisterai il mondo”», dice Guetta. «La musica è spesso ricca di sorprese. È difficile capire in anticipo cosa colpirà la gente. Ma quando ho ascoltato quei brani… mi sono detto: “Okay, non c’è assolutamente nessun dubbio – lui è la prossima star». (In un’intervista del 2012 Avicii ha liquidato l’etichetta di “nuovo David Guetta” che si portava dietro da tempo: «È davvero fastidiosa, io non mi considero una nuova versione di qualcun altro… Ma so che è un complimento, mi fa piacere che la gente pensi che siamo simili»).

Guetta sostiene che Avicii fosse un “ragazzo umile, buono e introverso”, ma come molti artisti di quel mondo, ha visto tutto quello che sarebbe successo al giovane collega: le hit, la fama, l’infinito viaggiare da un concerto all’altro, e gli eccessi che conseguivano. «È la pressione di mantenere vivo quel successo, i tour senza fine, il jetlag…», dice Guetta. «Ricordo di averne parlato con lui e il suo manager, una volta, io ero nel giro da parecchi anni e gli ho detto: “Ragazzi, fate attenzione – state facendo troppi concerti. Lo so che è divertente, ma vi chiederà il conto”».

«Ti spingi continuamente al limite, non ti fermi mai», dice Guetta dello stile di vita che lui e Avicii hanno sopportato durante l’era d’oro dell’EDM. «Le band rock, e anche gli artisti pop, si prendono un anno per fare un album, poi partono in tour e si fermano per altri 12 mesi. Noi facciamo tutto contemporaneamente. Produciamo on the road. Facciamo le interviste, dobbiamo sempre pubblicare qualcosa. È davvero difficile e, quando arrivi al top le aspettative sono enormi, e molta gente dipende dal tuo lavoro».

A proposito di questi problemi, Guetta dice che gli unici capaci di comprendere come sia vivere così sono gli altri DJ. «Ci sentiamo tutti nello stesso modo», dice, «ma non puoi lamentarti con i tuoi amici o con la famiglia, perché ti dicono: Sei impazzito? Fai un sacco di soldi e una vita divertente. Davvero vuoi lamentarti? E hanno ragione, sai? Quindi non puoi parlare con nessuno. Noi siamo sempre in mezzo alle feste. La gente viene allo spettacolo, passa due settimane in vacanza e poi torna alla sua vita normale. Noi viviamo così tutto l’anno. È di questo che abbiamo parlato».

Guetta racconta che Avicii, all’inizio, rideva dei suoi consigli e diceva: «David, stai invecchiando – io sono pieno di energie». Poi i due si sono incontrati una seconda volta all’Ultra Festival del 2014. «Non era facile per me fare finta che fosse tutto normale, capisci?», dice Guetta. «Aveva perso molto peso. Aveva problemi di stomaco e non poteva mangiare. Era molto dimagrito e stava male». Come molti altri colleghi del mondo EDM, Guetta era felice di scoprire che, nel 2016, Avicii aveva deciso di prendersi una pausa dai concerti per occuparsi della sua salute. Ma, nei due anni successivi, ha ricevuto messaggi preoccupanti sulle condizioni del suo amico. «Attraversava dei cicli», dice. «C’erano momenti in cui era super felice e andava ad allenarsi, e altri davvero difficili».

Nel weekend in cui è stata annunciata la morte di Avicii, Guetta era in tour a Las Vegas e durante il set ha suonato remix delle hit del collega. «Erano tutti molto tristi», dice. «Non riuscivamo a crederci».

E per quanto riguarda le teorie su quello che è davvero successo in quel misterioso giorno in Oman, Guetta fa una pausa, poi dice: «Non so niente di più degli altri. Non so cosa è successo. Tim aveva un problema. Tutti sapevamo che c’era un problema. Non era felice, e si vedeva. Non è una cosa venuta fuori dal nulla. Ma mi ha fatto un po’ arrabbiare, sinceramente, perché un po’ potevamo aspettarcelo. Non pensavo che sarebbe arrivato a tanto. È sprofondato troppo nel suo lato oscuro».

Nel periodo successivo alla morte, che Guetta definisce “un campanello d’allarme per la nostra comunità”, ha ripensato a tutti i suoi programmi: ora suona solo 100 concerti all’anno, 80 meno del solito. Non ha ancora visto il documentario True Stories, girato prima della morte di Avicii, che include immagini del dj consumato ed emaciato, in difficoltà con il successo e con il carico di lavoro; ancora adesso Guetta è preoccupato che il film possa spaventarlo.

Tuttavia, Guetta ha appena finito di produrre un brano, Before I Could Say Goodbye, a cui stava lavorando proprio con Avicii. Il DJ dice che all’epoca della morte erano preoccupato di pubblicarlo troppo presto, ma ora si sente abbastanza a suo agio per farlo. «Non volevo dare l’idea di approfittare di lui, e ho deciso di aspettare ancora», dice. «Era troppo». Adesso, invece, dice che manca poco all’uscita.

Guardando indietro, pensando all’impatto che ha avuto Avicii e al modo in cui ha incarnato i sogni EDM dello scorso decennio, Guetta ricorda un altro momento decisivo – quando Avicii gli ha detto che avrebbe suonato le canzoni di True all’Ultra festival del 2013 accompagnato da una band, un po’ la versione dance di quanto fatto da Dylan a Newport. «Mi ha detto: “David, farò qualcosa di folle e mi prenderò un grosso rischio, e sono nervoso”», ricorda Guetta. «All’epoca lo criticarono tutti. Ma io penso che sia stato davvero coraggioso. A volte i fan vogliono sentire sempre la stessa cosa, ma quando ami la musica riesci ad apprezzare tutti i generi. E Avicii amava la bella musica».

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