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Da Benji e Fede a Be… lla Thorne. B3N ci prova da solista e racconta la sua ‘California’

Abbiamo parlato con l'ex teen idol di musica, del lato oscuro di Los Angeles e della sua chiacchieratissima relazione con l'attrice americana: «Le foto per Onlyfans gliele faccio io»

Foto: Mattia Guolo

Hanno venduto un sacco di dischi, riempito palazzetti, fatto innamorare una buona percentuale di teenager nate nei primi anni 2000: non parliamo del cast di High School Musical ma di Benji e Fede che, piacciano o no, sono stati un fenomeno piuttosto importante nelle classifiche nostrane e nel cuore di un sacco di fan. Si sono conosciuti che andavano ancora al liceo, arrivando sul mercato un po’ sull’onda del primo Justin Bieber, quello dei ciuffi importanti – che infatti non mancavano neanche a loro – e delle cover su YouTube. Fino ad arrivare alla popolarità. In meno di dieci anni di attività hanno firmato contratti con una major discografica, pubblicato quattro dischi e una serie piuttosto lunga di singoli di successo (tra gli ultimi Dove e quando, di un paio di estati fa. Alzi la mano chi non ci ha fatto manco due passetti, in spiaggia. Bei tempi quelli).

Come la storia di tanti gruppi pop insegna, però, a tutto c’è una fine. E così l’anno scorso i due hanno annunciato la separazione, giurano amichevole, con tanto di concerto finale all’Arena di Verona, poi rimandato causa pandemia. Ed è uscito pure un libro che racconta la loro storia, il perché era arrivato il motivo di separarsi, la pressione di essere dei teen idol. «Non so come fate a fare questa vita», gli dicevano gli amici. Ora Benji, che adesso si chiama B3N, ha pubblicato il suo primo EP, dopo un anno in cui di lui si è parlato tanto, soprattutto sui siti di gossip, per la sua relazione con Bella Thorne, attrice e cantante americana che fa discutere, da Onlyfans in giù.

Doveva arrivare prima o poi il momento del disco solista.
Ah, dici che doveva per forza? Forse sì dai, la storia lo insegna.

Come te la stai vivendo? È a tutti gli effetti un debutto, anche se son dieci anni che fai questo mestiere.
Le emozioni che provo sono quelle di un debutto. In maniera diversa, più consapevole. Amo fare passi nell’ignoto ignoto, vivo per questa roba qua. Poi la separazione con Fede è stata consensuale, positiva, lui mi supporta. Quindi bene.

Però hai cambiato il nome, perché?
Benji è il nome con cui mi conosce pubblico. Ben è il nome con cui mi chiamano la mia ragazza e la mia famiglia. Ho deciso così perché è un progetto molto personale.

Nel gruppo eri quello che cantava poco. Scelta precisa o era naturale così?
È successo in maniera casuale. Per questo motivo molti non si aspettavano che facessi questo passo, da solista, ma a me piace sorprendere. L’anno scorso ho girato anche un film che, Covid permettendo, uscirà anche al cinema. Mi sono buttato. Come ho mosso quel passo lì, che mi faceva paura, allo stesso modo ho fatto con la musica. Negli anni ho imparato a credere nei miei mezzi e mi son detto: lo faccio. Non è una cosa maturata da un giorno all’altro… Ho iniziando cantando le prime strofe con Fede, ho preso lezioni di canto, ho fatto tanti piccoli passi. In questi anni ho sempre scritto molto, avevo un po’ di canzoni da parte e ho deciso che era il momento giusto.

B3N. Foto: Mattia Guolo

Tu e Fede siete stati spesso oggetto di critiche, a volte anche pesanti. Ci hai fatto il callo?
Fa parte del gioco, ci sono abituato. Non voglio e non posso piacere a tutti. Quello che ho imparato è che bisogna cercare di non esagerare con l’entusiasmo nei momenti ‘up’, così da bilanciare quando arrivano i momenti ‘down’.

Anche sui social?
Sì. Non bisogna basare l’autostima su quello che scrivono le persone. Se ti nutri solo di quello, nel momento in cui qualcuno scrive qualcosa di negativo ti butti giù. Si impara col tempo.

C’è qualcosa che non rifaresti se tornassi indietro?
Ci ho riflettuto molto su questa cosa. Non voglio essere paraculo, ma ti giuro che non farei niente di diverso. Anche le cose che ho sbagliato, e sono tante, soprattutto alcuni atteggiamenti o la cattiva gestione dello stress, mi sono serviti a diventare quello che sono oggi. Sono felice del posto in cui sono ora e di come ci sono arrivato.

Il posto è la California, come il titolo del disco? Mi sembra di capire che vai spesso.
Amo Los Angeles da sempre, e poi mi sono pure innamorato di una persona che abita lì. Quindi sì, mi ci sono trovato spesso. Ma la California di cui parlo è un mood, sono esperienze, sono persone.

Nel primo brano definisci Los Angeles come la città della coca e delle maschere.
Sicuramente LA ha diversi lati. Per forza di cose, avendo una ragazza che abita a Hollywood, ho visto anche il dark side di quell’ambiente. A parte la quantità di droga che gira, allucinante. E te lo dice uno che ora non beve, non fuma, non fa niente. E poi, nel mondo dello spettacolo, ogni connessione che si crea avviene principalmente per questioni lavorative. Conosci qualcuno per arrivare da qualche parte. Per questo Bella ama stare in Italia.

Perché?
Quando viene qui nessuno le chiede niente, nessuno vuole niente da lei.

Nel video del tuo primo singolo, Finché le stelle non brillano, c’è pure lei. Cosa vuol dire stare insieme a un personaggio famoso, o comunque insieme a una che sta sempre al centro dell’attenzione? Si parla di lei per i film, per Onlyfans…
E anche per l’orientamento sessuale, o il tipo di relazione che abbiamo.

Esatto. Ti dà fastidio?
Non mi cambia niente. Se sto con lei so che il pacchetto è quello. Io la amo, lei mi ama, vogliamo stare insieme e va bene. Per dirti, a volte le foto per Onlyfans gliele faccio io.

Mi pare sia un business molto redditizio.
A volte mi manda lo screenshot di quanto ha guadagnato. Dico: beata lei. Per Bella i soldi sono un mezzo per fare delle scelte. Ci sono fidanzati che potrebbero essere gelosi, io dico: se hai guadagnato dei soldi e ora puoi scegliere cosa fare, fai bene.

Ma poi ognuno fa quello che vuole.
Ma sì, infatti. Lei è anche una cantante. È senza label, si autoproduce. Sta facendo il video nuovo, sarà assurdo, e ora ha i soldi per farlo come vuole lei.

C’è una traccia, Marilyn Monroe che sembra proprio dedicata a lei.
Sì. Direi che la prima metà del disco lo è.

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