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Cyndi Lauper: «Il sessismo? È sempre lì. Sono stanca e stufa»

Placata ormai l’ansia del successo, ora è libera di sperimentare. Ma alla sua estetica forte non rinuncia comunque
Cyndi Lauper - Foto di Chapman Baehler

Cyndi Lauper - Foto di Chapman Baehler

Prima dell’eyeliner blu, di Captain Lou e dei “whoa-whoa-whoas” in We Are the World, Cindy Lauper è stata la frontwoman della band rockabilly Blue Angel. La Lauper non ha subito collegato questa esperienza con i classici country di cui ha proposto le cover nel suo ultimo potente nuovo album Detour, ma dopo essersi buttata a capofitto in una session di Nashville che «spacca di brutto», ha provato a ricantare Funnel of Love di Wanda Jackson e ha provato un certo déjà vu. «Ho detto: “So quello che devo fare! Questo era quello che facevamo prima!” E mi ci sono buttata a capofitto!».

La copertina di “Detour”, il nuovo album di Cyndi Lauper

Stai provando nuovi generi musicali…
Ero impegnata a cercare di diventare famosa e non riuscivo a sperimentare le cose che tutti riuscivano a fare. Non sono nemmeno mai andata a New Orleans per scrivere un album come ha fatto Rickie Lee Jones.

Avresti preferito essere una stella nascente adesso invece che negli anni ’80?

Adesso è più difficile. Non avrei mai potuto andare bene a The Voice o ad American Idol, perché non avrei mai voluto sentire qualcuno dirmi quello che devo o non devo fare. Io avevo bisogno di andare in un posto fisico come un club, esibirmi, vedere le reazioni: “Questo funziona o non funziona”.

Non ti sei mai preoccupata per il fatto che il tuo stile e la tua persona potevano mettere in ombra la tua musica?

C’è stato un momento, intorno agli anni ’90, quando continuavano a dirmi: “I tuoi veri colori devono venire dall’interno”, così cercavo di rendermi più acqua e sapone possibile. Ma poi mi guardavo allo specchio e mi dicevo: “Chi cazzo sei?”. Pensavo di affondare. Quando ho incontrato Lady Gaga nel 2009, ho pensato di essermi risvegliata!


L’accento del Queens è una delle cose che ti ha sempre contraddistinto, ma anche per le quali sei stata più criticata.

Anche con Celebrity Apprentice la gente aveva iniziato a dire quanto era buffo il mio modo di parlare, poi però hanno iniziato a parlare come me. Ho capito che cosa probabilmente li faceva arrabbiare: avevano paura di essere contagiati da me! Ci ho lavorato quando ero al college e mi hanno insegnato che devi rilassare il tuo viso, fermarti e l’accento sarebbe diminuito pian piano. Ma io son sempre di fretta!

Cosa ne pensi della possibile presidenza di Trump?

Lo sapevo che mi avresti fatto la cazzo di domanda politica. Ho detto che mi sembrava simpatico perché aveva dei bambini simpatici… Ma pensi davvero che io voglia quella persona nella stanza dei bottoni?

Parli spesso del sessismo che hai dovuto affrontare nel mercato discografico e nel mondo. Pensi che stia andando meglio?

Oh, dai! Guarda a quello che sta capitando nel mondo! Quando Hillary correva per la prima volta, ho visto un rompicoglioni darle fastidio in aeroporto. Ora tutti ad attaccarla con i soliti luoghi comuni: “Non sorride mai. Guarda come si veste”. Sono stanca e stufa di vedere questo club di maschietti!

Così per te è meglio Hillary Clinton di Bernie Sanders?

Sì, certo. Perché so che la gente ricca non pagherà ancora più tasse. Pagherò un po’ di più di quello che sto già pagando e avrò un po’ di meno.

L’intervista è stata pubblicata su Rolling Stone di giugno.
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