Che hai fatto negli ultimi 10 anni, Ketama126? | Rolling Stone Italia
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Che hai fatto negli ultimi 10 anni, Ketama126?

Dal featuring con Franco Califano alla speranza di un ritorno della musica "vera e più suonata", il rapper della crew 126 racconta il suo decennio

Che hai fatto negli ultimi 10 anni, Ketama126?

Ketama126 non dimenticherà facilmente l’ultimo decennio. Dall’uscita del primo mixtape Dieci Pezzi, nel 2014, al terzo album Kety, il rapper di latina si è trasformato da artista underground in star del genere, capace di inserire nel suo ultimo album un featuring con Franco Califano. È uno dei fondatori, insieme a Pretty Solero e Franco126, della crew 126, ispirata agli scalini della Scalea del Tamburino di Trastevere, di cui è uno dei membri più noti. E se questo decennio è stato anche i periodo dell’esplosione della “scuola romana”, Ketama è uno dei musicisti più interessanti a proporre quel particolare mix tra rap e rock da MTV anni ’90 che, appunto, è nato nella capitale. A pochi mesi dall’uscita di Kety, abbiamo contattato Ketama e gli abbiamo chiesto di fare un bilancio sul decennio che sta per concludersi.

Ketama126 - LOVE BANDANA feat Tedua, Chris Nolan

Il mio album preferito: Finally Rich di Chief Keef. 

L’artista più importante: Young Thug.

La cosa più assurda che mi è successa: La cosa più assurda che mi è successa a livello musicale è stato fare un feat con Franco Califano.

Il peggior trend musicale del decennio: Non credo ne esista uno peggiore degli altri, ogni trend musicale può essere fatto bene come può essere fatto male. 

L’evento che rappresenta di più il decennio: Non uno, ma gli eventi che, secondo me, rappresentano meglio il decennio sono le morti di vari rapper. Mi riferisco a Lil Peep, XXXTentacion, Fredo Santana e, per ultimo, Juice Wrld. Per me non è un caso che siano scomparsi proprio in questi anni perché sono tutte morti legate ad armi da fuoco e soprattutto a overdose di medicinali e droghe da farmacia, che rappresentano il più grande problema di questa epoca, specialmente negli Stati Uniti dove gli oppiacei vanno per la maggiore e molti artisti raccontano nei testi abusi di sostanze del genere.

La mia speranza per gli anni ’20: La mia speranza, sempre musicalmente parlando, è che ci sia un ritorno alla musica un po’ più suonata e vera. Inoltre spero che tutto ciò che gira intorno alla musica – come i social (che in questo momento hanno un’importanza pari alla musica stessa) – lasci spazio proprio alla musica in modo da farla tornare a essere la cosa più importante. Infine spero che tra i ragazzi ci sia maggiore consapevolezza di ciò che stanno facendo e che hanno fatto in passato. 

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