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Art Garfunkel Jr. tiene in vita le canzoni di Simon & Garfunkel cantandole in tedesco

Intervista a un nepo baby particolare: dopo aver accompagnato dal vivo il padre, lo interpreta nel suo paese adottivo, la Germania. E attenzione, non esclude una reunion di Art con Paul Simon. «Qualche chance c’è»

Foto: Jens Kalaene/Picture Alliance/Getty Images

Art Garfunkel Jr. ha un vago ricordo della prima volta in cui ha cantato su un palco col padre. È successo in Giappone, prima che compisse 3 anni. «Mi hanno portato sul palco in una carriola con indosso un kimono tradizionale», racconta a Rolling Stone. «I miei m’hanno preso in braccio e ho cantato un po’ della parte alta di Feelin’ Groovy».

Per la maggior parte dei figli di rockstar, sarebbe un episodio isolato o poco più. Per Art Garfunkel Jr., 33 anni, ha rappresentato invece l’inizio di una carriera che ancora continua ed è basata sull’interpretazione delle canzoni del padre. Lo ha accompagnato in tour per l’America aiutandolo come seconda voce a raggiungere le note alte che il cantante, che oggi ha 82 anni, non riesce più beccare. La sua carriera è però decollata solo qualche anno fa nel suo paese adottivo, la Germania, dove si esibisce di fronte a platee entusiaste e dove pubblica versioni in lingua tedesca dei pezzi di Art Garfunkel. «È una gran fortuna essere nato in questa famiglia. Sono orgoglioso di essere Art Garfunkel Jr. E sono orgoglioso dell’eredità di papà. Ne seguo le orme».

È talmente orgoglioso del padre che qualche anno fa ha cambiato legalmente il proprio nome da James Arthur Garfunkel in Arthur Garfunkel Jr. «Lo preferisco, tutto qui. E poi sono uno che viaggia parecchio e Arthur è un nome compatibile con la maggior parte delle lingue europee».

Molto prima della Germania e del cambio di nome, Garfunkel viveva nell’Upper East Side di New York e frequentava la Rudolf Steiner School. Si è formato negli anni ’90 e nei primi 2000, eppure i suoi gusti musicali risalgono a mezzo secolo prima. «Quando avrò avuto 5 anni, papà ha registrato tre cassette di oldies con le canzoni che amava da ragazzo, roba tipo Little Richard, Buddy Holly, gli Everly Brothers e altri artisti dell’epoca del rock’n’roll. Li adoravo e li adoro tutt’ora».

Essendo un figlio d’arte privilegiato e cresciuto a New York, aveva accesso a ogni dissolutezza tipo Gossip Girl. E invece, assicura, ha vissuto un’adolescenza piuttosto banale. «Avrei voluto essere più selvaggio, in realtà, ma non ho mai provato droghe in vita mia. Per quanto mi riguarda, la gente può fare quel che vuole finché non fa del male a qualcuno, ma io quella roba non l’ho mai toccata, non mi ha mai attratto».

«Paul e Artie erano bravi ragazzi del Queens e non avevano lo stile di vita da rockstar tipico di certi colleghi. E mio padre mi ha inculcato valori positivi. Sono sempre stato un tipo tranquillo, non mi sono mai messo nei guai».

È finito per la prima volta su una copertina di Rolling Stone nel 2005, quando aveva 15 anni. «Una gran cosa. Ricordo d’essermi presentato in un studio fotografico e di aver trovato Harper Simon (il figlio di Paul, ndr), che mi è sempre piaciuto, è un ragazzo in gamba. E c’erano anche Rufus Wainwright, Ben Taylor e altri. C’era anche un dj che suonava musica chill out, è stato divertente».

All’epoca di quel servizio, Art Jr. sembrava un piccolo clone del padre, con tanto di capelli ricci e biondi. Gli estranei lo riconoscevano in pubblico, con o senza il padre al fianco. Questa cosa avrebbe irritato molti altri. «E invece a me piaceva».

Oltre ai capelli, Art Jr. ha ereditato dal padre anche la voce angelica. Durante l’infanzia e l’adolescenza, saliva sul palco con lui per duettare sulle note delle hit di Simon & Garfunkel oppure di cover come Let It Be Me degli Everly Brothers. Le apparizioni si sono fatte meno regolari quando Art Jr., a 16 anni d’età, s’è trasferito in Germania. Già della prima infanzia, quando girava in tour col padre, provava interesse per il Paese europeo. «Papà è sempre stato popolare lì. Dopo l’unificazione della Germania occidentale con quella orientale c’era un gran desiderio di sentire la sua musica. Erano appena usciti dal comunismo ed erano passati al capitalismo, volevano sentire musica occidentale».

I nonni parlavano tedesco, lingua che lui ha studiato a scuola. Quando nel 2006 è stato invitato a partecipare agli Echo Awards, sorta di Grammy tedeschi, ha deciso di restare lì. «I miei avevano una gran fiducia in me», ricorda. «E comunque in Europa c’erano anche dei familiari su cui potevo contare in caso di necessità».

In quel periodo il padre era sempre in giro in tour e il figlio si sostentava cantando con lui qua e là. Col Covid, per Art Sr. non è stato più possibile andare in tour e Art Jr. ha capito che era il momento di mettersi in proprio. Ha firmato un contratto discografico con la BMG e ha inciso un album, Wie Du: Hommage An Meinen Vater, composto interamente da canzoni soliste di Simon & Garfunkel e Art Garfunkel in tedesco.

«Erano anni che pensavo di fare un disco del genere. Amo la musica di mio padre e sono orgoglioso di parlare tedesco, e quindi volevo unire queste due parti di me. Sentivo che avrebbe funzionato ed è stato ben accolto qui».

L’album contiene versioni in lingua tedesca di pezzi come The Boxer, The Sound of Silence, Mrs. Robinson, Bridge Over Troubled Water. I testi sono presi da cover tedesche pubblicate negli anni ’60 e ’70. «Ho scelto le versioni migliori in termini di traduzione e messaggio».

Per promuovere il disco è stato in tour in Germania, che girava a bordo di una station wagon. L’anno scorso ha fatto 51 concerti ed è apparso in vari programmi televisivi. «Vado in giro da solo», spiega. «Quando il concerto finisce, non vado nemmeno dietro le quinte. Scendo direttamente giù dal palco ed esco insieme alla gente. Vado a una scrivania nell’atrio, scatto foto e firmo autografi. E tengo sempre gli occhi aperti nel caso arrivi una bella ragazza. Ho fatto nuove amicizie meravigliose semplicemente incontrando persone a cui piace la mia musica».

Gli applausi più fragorosi arrivano quando tira fuori megahit come Bridge Over Troubled Water o Mrs. Robinson anche se Art Jr. preferisce canzoni meno note come The Dangling Conversation, Bleecker Street e Flowers Never Bend with the Rainfall.

A luglio 2023, ne ha cantate alcune col padre alla City Winery di New York, una delle poche occasioni in cui Art Sr. è salito sul palco dall’inizio della pandemia, nonché una piccola anteprima di una tournée che i due stanno preparando. «Mio padre vuole tornare on the road e vuole che ci sia anch’io. Vuole che sia uno spettacolo padre-figlio in giro per gli Stati Uniti».

Il tour di Garfunkel & Garfunkel è roba da teatro, una reunion di Simon & Garfunkel riempirebbe invece gli stadi, ma è del tutto improbabile visto che Simon si è ritirato dalle scene concertistiche nel 2018, ha perso buona parte dell’udito dall’orecchio sinistro e non è più in buoni rapporti con Art dall’ultima volta che hanno suonato assieme nel 2010. «È fuori discussione», ha detto Simon a Rolling Stone nel 2016 quando gli è stato chiesto di una reunion con l’amico. «Non ci parliamo nemmeno più».

Sorpresa: secondo Art Jr., i fan di Simon & Garfunkel non dovrebbero perdere le speranze. «Non lo escluderei», dice. «Penso che sia possibile e mi piacerebbe che accadesse. Papà e Paul saranno sempre migliori amici. C’è dell’affetto, tanto. E sono in contatto. Le cose stanno andando nella giusta direzione, secondo me c’è la possibilità che accada».

«Mio padre sta bene e spera che Dio gli conceda ancora molti anni. Del resto, chiunque deve affrontare qualche problema a 80 anni. Credo che Paul se la cavi piuttosto bene, qualche chance che succeda c’è. Sarebbe bello se fosse per beneficenza, per una grande causa, no? O magari Simon & Garfunkel potrebbero fare un vero tour alla Taylor Swift. Staremo a vedere. Se dovessero venire in Germania, mi piacerebbe aprire il concerto».

Un tour di Simon & Garfunkel con Art Garfunkel Jr. farebbe gridare al privilegio da nepo baby, ma il cantante non se ne cura. «Mai sentito prima questo termine», giura. «Mi sento semplicemente fortunato ad essere parte di questa famiglia. Potete odiarmi o amarmi per questo, ma sono quel che sono».

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