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Animaux Formidables, come entrare a X Factor, uscire subito ed essere felici

Primi eliminati dai Live, primi a iniziare un tour. Ecco chi sono e soprattutto che cosa vogliono combinare i due musicisti che occhio e croce devono avere ascoltato parecchio Jack White e Josh Homme

Foto: Giorgio Gatti

Si può partecipare a un talent televisivo senza scendere a compromessi? Sembra proprio di sì. Lo hanno dimostrato gli Animaux Formidables, che all’ultima edizione di X Factor hanno prima fatto gridare al miracolo e poi sono stati eliminati alla prima puntata. Ma era giusto così. «Voi siete oltre», gli disse Morgan, diventato poi il loro giudice, durante le Audition. E lo hanno preso in parola sfruttando il programma come trampolino per andarsene altrove, là dove la loro musica può arrivare a un pubblico in grado di comprenderla: i concerti.

Li abbiamo incontrati tra una tappa e l’altra del tour che hanno in corso, e durerà fino ad aprile, per cercare di conoscere meglio questo enigmatico duo. Non tanto personalmente, visto che di loro non si sa quasi nulla – se non che sono una coppia anche nella vita e che sono originari del torinese – ma perché quasi nulla deve continuare a essere conosciuto. È il loro sound che ci deve interessare: definito glitter garage fuzz rock, non bastano quattro categorie per contenerlo. Portano anche delle maschere fighissime, ma chi si ferma soltanto all’aspetto estetico si perde parecchio. Mr Formidables e Ms Formidables sono infatti «una cosa bella, sana e pura e così deve rimanere», ci hanno spiegato. Chi siamo noi, quindi, per cercare di rovinarla?

Intanto ci chiarite una volta per tutte perché la scelta della maschera?
Mr Formidables: Come in tutte le rappresentazioni rock, oltre alla musica volevamo portare in scena uno stile. All’inizio non avevamo un’idea precisa sulla maschera. Ma ci piacciono gli animali, in particolare i gatti e ne abbiamo due, così abbiamo provato a travestirci come loro. La maschera ci è stata utile per toglierci le altre maschere che, come tutti, quotidianamente indossiamo e cercare di svelare chi siamo davvero.
Ms Formidables: Anche perché mostrare il proprio volto ormai sembra dovuto. Eppure spesso non ci riconosciamo neanche nei volti che pubblichiamo sui social che spesso vengono modificati. È partita come una provocazione per liberarci dall’ego, così nascondiamo la faccia per mostrare la nostra vera essenza.

Chi ha realizzato le vostre maschere?
Ms: MaskinX, un ragazzo che le realizza su misura per ambiti fetish e bondage.
Mr: Sono in latex e le abbiamo scelte dopo diversi esperimenti. Questo era il materiale che aderiva meglio alla pelle, e poi è molto bello perché lucido e comodo da indossare.

Chi vi conosce nella vita di tutti i giorni cosa vi ha detto di questa scelta?
Ms: Pochissimi ci hanno riconosciuto, è assurdo, anche se è vero che in pochissimi sapevano che abbiamo questo progetto musicale.

Insomma, quando andate a fare la spesa non vi riconoscono.
Ms: Questo no, però qualcuno ci ha scritto per chiederci se eravamo noi. Lui ha qualche tatuaggio ed è più riconoscibile. Ci piace questa dualità tra quando sei nel mondo dello spettacolo e poi torni alla vita di tutti i giorni, porti fuori il cane e nessuno ti riconosce.
Mr: Una volta in un contesto musicale ci hanno riconosciuto alcune persone anche senza maschera e ci hanno lasciato abbastanza sorpresi. Però in generale no. E poi abbiamo capito che mantenere l’anonimato è una condizione piuttosto paracula, ma piacevole.

Veniamo alla musica. Alcuni vi hanno definito garage-fuzz-noise, altri hanno sentito anche influenze glam, blues e rock and roll. Voi vi siete mai chiesti che genere fate?
Mr: Le etichette, in qualche modo, per la musica sono utili. Noi stessi quando vogliamo comprare un disco o ascoltare una band ci chiediamo subito di che genere siano. Però noi non lo sappiamo, infatti all’inizio abbiamo dovuto chiedere agli amici per provare a capirlo.
Ms: Per il nostro progetto non riuscirei a dare una connotazione specifica. C’è chi ci sente persino del pop o del metal. Ma per chi fa musica settorializzarsi è riduttivo, crediamo serva più al fruitore per poter scegliere.

Un aspetto che ha colpito tutti, da subito il vostro futuro giudice Morgan, è il suono di batteria. Ci potete spiegare in che modo ci siete arrivati?
Ms: Lo abbiamo raggiunto dopo una ricerca dei pezzi che compongono il set, che sono tutti customizzati. In più sono stati un po’ modificati. Per esempio la grancassa l’ho girata per farla suonare in piedi. Poi c’è la ricerca sulle pelli e sui microfoni. Quella ha dato la svolta.
Mr: Ora siamo arrivati a una quadra utile su piccoli e grandi palchi. Di solito arriviamo con tutto il nostro armamentario che è necessario per esprimere l’idea che abbiamo in testa.

Un’altra vostra caratteristica è la voce filtrata.
Mr: Io sono sempre stato un grande fan dei Beatles e le sonorità vocali Lennon e McCartney si rifacevano agli anni ’50 con lo slap back echo e certi microfoni a condensatore che saturano il suono. Un po’ come in Elvis. A me quel sound piace moltissimo, mi creava suggestioni già come ascoltatore. Ho fatto un po’ di ricerche, ma gli effetti per voce non mi piacevano, li trovavo troppo plastici, così ho provato un effettino crunch per chitarra, una distorsione lieve, e funziona. Ci sto ancora lavorando, perché mi piace satura ma non eccessivamente. Per il nuovo tour ho cambiato qualcosa, mantenendone la croccantezza.
Ms: Per noi è importante, perché lui la voce la usa come se fosse un terzo strumento.

Quello che ha stupito me, che vi ho visti dal vivo prima di X Factor, è che non siete scesi a nessun compromesso a livello musicale. È stato difficile?
Ms: Partecipando a un programma tv credevamo ci fosse quel rischio, cioè che volessero plasmarci e piegarci a dei compromessi. Solo che noi fin da subito abbiamo detto no a tutti i compromessi, a meno che non fossero utili a una crescita ai fini musicali. Non dovevano inficiare il nostro percorso. Per noi questo progetto è una cosa bella, sana e pura e così deve rimanere. Per cui presentarci senza Auto-Tune, basi, click e sequenze per noi era fondamentale.
Mr: Il rischio era che potevamo risultare meno comprensibili in tv, avendo un assetto e una attitudine da live, ma con Morgan come giudice è andata benissimo. Ci siamo subito trovati sulla stessa linea di pensiero. Non ha mai palesato l’intenzione di cambiarci, anzi, ci ha fatto evolvere verso territori nei quali noi stavamo già pensando di andare.

Qual è stata la maggiore difficoltà a X Factor?
Mr: L’unica è stata la gestione tecnica sul palco. I fonici e gli addetti ai lavori erano bravissimi, solo che noi non eravamo abituati e quello ci ha un po’ ingabbiato.

A un certo punto, effettivamente, sembravate un po’ più spaesati del solito.
Mr: Tra le fasi precedenti al Live e quelle successive c’è una differenza. La risposta del pubblico era sempre meravigliosa. Anche ai Bootcamp, solo che invece ne siamo usciti male dai filmati. Quando abbiamo finito di suonare ci hanno tributato la prima standing ovation del giorno. Tanto che eravamo gasatissimi. Poi quando è stato messo in onda il servizio sembravamo in difficoltà. È stato montato tutto in un modo diverso. Così al Live eravamo sotto pressione per i giudizi. Se non l’avessimo visto forse saremmo stati meno preoccupati.
Ms: Sì, perché non ci siamo mai sentiti davvero in difficoltà. Dopo quel filmato abbiamo intuito come sarebbe andata, nel senso che si percepiva dopo essere reduci da quello che era stato trasmesso. A causa di questa narrazione non sono soddisfatta pienamente del nostro primo Live, io ero più concentrata sulla forma che di entrare nel pezzo e di divertirmi, come come faccio di solito sul palco. Ma in fondo siamo felici anche di essere usciti e di aver cominciato a suonare in giro.

Morgan ha detto che vi vorrebbe come band nei suoi live.
Ms: Sapere che ci apprezza, considerando la sua cultura musicale, è fantastico. Abbiamo iniziato poco più di un anno fa e abbiamo ricevuto tantissimi complimenti. Ci ha ripetuto spesso di non ascoltare chi non capisce la nostra visione, perché nessuno ci può dire che stiamo sbagliando, soprattutto su qualcosa di soggettivo come la musica.
Mr: Adesso siamo presi dai rispettivi progetti, però vediamo. Se son rose fioriranno.
Ms: Anche perché sarebbe davvero divertente. Morgan noi ci stiamo!

E con gli altri giudici?
Ms: Fedez e Ambra non li abbiamo mai incontrati, a parte i giudizi in trasmissione. Invece Dargen è stato molto gentile. Ci ha detto che gli piace molto il nostro sound.
Mr: E non era tenuto a farlo. È stato molto carino da parte sua.

Foto: Marco Rasio

Adesso a cosa state lavorando?
Ms: Siamo appena stati all’estero per le prime due date, in Austria e Germania, adesso proseguiamo con un tour in Italia pianificato fino a inizio aprile. A breve andremo a registrare i brani nuovi, con nuove sonorità, e abbiamo un sacco di cose da buttare fuori.
Mr: Stiamo lavorando meglio anche sullo spettacolo live, più lungo e articolato. Per non annoiarci noi e non annoiare il pubblico, con alcuni elementi un po’ strambi.

Una collaborazione dei sogni?
Mr: Ci facciamo tanti film. Restando tra i viventi, a me piacerebbe poter collaborare a livello internazionale con Josh Homme, mentre in Italia con Alberto Ferrari dei Verdena.
Ms: Tutti quelli che amo sono morti, però tra quelli in circolazione con gli Arctic Monkeys.

Ma davvero la maschera non finirà mai nel cassetto?
Mr: Siamo disposti a tutto, purché nasca dalle nostre esigenze.
Ms: Se succederà sarà naturalmente. Non siamo certi che rimanga questa, o magari non ci sarà più. Tutto deve avvenire in modo istintivo, proprio in stile Animaux Formidables.

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