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Interviste Musica

Abe Kayn non ha niente da perdere

Cresciuto praticamente da solo, il rapper di La Spezia è stato poi scoperto da Big Fish e Jake La Furia, con cui Abe rappa nella "Non Fa Per Me" che abbiamo in anteprima video

Oggi abbiamo l’onore di ospitare in anteprima il video di un nuovo nome del rap italiano, Abe Kayn, che grazie a un nome storico della stessa scena, Jake La Furia, si sta togliendo qualche sfizio meritato. Già perché è l’ex Dogo, insieme a Big Fish alla produzione, ad aver scoperto Abe, aggiungendolo al roster della neonata Yalla Movement che si è già rivelata un’efficace macchina scopri-talenti (vedi Chadia Rodriguez).

Questo primo vero slancio nel rap game porta il titolo di Niente da perdere, da cui è tratta la non Non Fa Per Me feat. Jake La Furia che abbiamo qui sopra in esclusiva. L’EP in sé, 5 pezzi in tutto, è pregno della storia di Abe, che nato in Senegal (a Dakar) nel 1992 si è trasferito poi in Italia, a La Spezia. Per poi lasciare casa a 19 anni ritrovandosi a vivere e crescere da solo. Dire quindi che non ha niente da perdere non è iperbolico, perché in tutti questi anni Abe ha potuto contare su poche cose, e la musica è fra queste.

Niente da perdere esce il 22 febbraio per Yalla Movement.

Dove sei Abe?
Sono a Milano, a casa e fra poco vado in palestra. Mi sono svegliato tardi oggi, perché ieri ho fatto tardi.

Vivi da solo?
No, con due amici. Ieri sono tornato tardi dal taekwondo [arte marziale, ndr], cenato tardi e poi fra social, un film e varie cose sì, ho fatto tardi.

Quando hai iniziato a fare sul serio con la musica?
Direi tre anni fa. Prima mi divertivo a caso, poi a un certo punto mi sono detto “ma sì dai, proviamoci davvero”. Per ora sono soddisfatto.

Come sei entrato nei radar di Yalla Movement?
Dunque, il merito è di DJ Dropsy, che una volta ha fatto sentire dei miei pezzi a Jake La Furia. Facevo musica ma non fatta per bene, non da professionista. Un bel giorno Jake mi manda un messaggio su WhatsApp: “Oh, Dropsy mi ha fatto sentire della tua roba. Mi piacerebbe beccarci un giorno con [Big] Fish.” In ero da Marco Zangirolami [produttore, ndr] per registrare e masterizzare due pezzi miei. Parallelamente, Zangy aveva fatto sentire a Fish dei miei pezzi. Per cui, mi hanno scoperto contemporaneamente sia Fish che Jake, da due strade diverse. Fish tra l’altro pensava fossi sotto contratto con un’altra etichetta. Ricordo che mi ha detto: “Ti avrei chiamato prima se l’avessi saputo.”

Yalla ultimamente sta lanciando con successo parecchi nomi, penso per esempio a Chadia Rodriguez, ma c’è sempre il dubbio che ci sia Jake dietro ai testi. Tu che dici?
Ti dico, ho scritto sempre cose mie. Le cose che scrivo sono talmente personali e intime—ho vissuto in Senegal, poi sono stato di qua, poi di là, poi a La Spezia—che sarebbe rinunciatario non parlarne per lasciare la parola a Jake, che è una leggenda ma non sono io. Mi spiego? Sarebbe frustrante non riportare in prima persona tutte queste esperienze personali. Ho sempre fatto così, è la mia storia.In Soldi Facili parlo di La Spezia, di mia macchina che metteva le maschere tribali, dei miei amici. In Giorni racconto delle estati passate in piazza, sulle panchine con gli amici.

Poi ovvio che magari nella scelta dei singoli parliamo con Jake. Lui e Fish hanno un sacco di esperienza, sarebbe folle non prestare ascolto ai loro consigli. Ma sull’attitudine, sull’animo dell’artista, quelle sono cose su cui non puoi lavorare. Ce le hai oppure no. Le cose che scrivo sono farina del mio sacco, ma se un liricista provetto come Jake mi dà un consiglio me lo porto a casa molto volentieri.

Che figata questa cosa delle maschere tribali.
Ci sono cresciuto, per noi hanno un significato molto positivo. Sono quelle che in Italia mi ricordavano di avere altre origini. Perché poi, soprattutto quando sei piccolo, ti viene sempre da rinnegare un po’ le tue radici, magari per farti accettare dagli altri. Quando guardavo le maschere invece mi ricordavo della parte di me che era nascosta. Poi crescendo capisci che è una ricchezza, non c’è nulla da nascondere.

Non è un po’ drammatico dire che non hai Niente da perdere?
Eh, sì. Un po’ drammatico lo è. non ho molto in realtà, però è vero. Prima di firmare con Yalla stavo passando un periodo così, sia a livello affettivo che altro. Non ho molti affetti, ho sempre contato su mia madre e basta. Poi anche con lei c’è stato un allontanamento ma ora ci siamo riavvicinati già di più. Quando in Niente da perdere dico “mangiavo da solo” è vero. Essendo cresciuto da solo, molte volte faccio fatica a stringere amicizie, cosa che dico anche in Soldi Facili. Quando cresci da solo hai il vantaggio di capire molto te stesso, prendere le misure, capire cosa ti piace e cosa no. Però integrarsi in gruppi, magari già consolidati, è un problema. A un certo punto mi sono reso conto che non avevo davvero niente da perdere se non la musica.

Hai già provato a fare qualche pezzo dei nuovi su un palco?
Non ancora, però ci sarà un party all’Apollo di Milano il 23 febbraio. Lì ci saranno anche Chadia, Jake e gli altri. Ognuno canterò un suo pezzo e io sicuramente canterò qualcuno dell’EP nuovo. Sto facendo molta pratica, ci tengo molto all’esibizione dal vivo.

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