I Doors festeggiano i 50 anni di ‘Riders on the Storm’: no, non era «cocktail jazz» | Rolling Stone Italia
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I Doors festeggiano i 50 anni di ‘Riders on the Storm’: no, non era «cocktail jazz»



Così la definì il produttore Paul Rothchild dopo aver ascoltato la prima demo, uno degli inediti della ristampa di 'L.A. Woman'. John Densmore e Bruce Botnick raccontano la storia di quella session

John Densmore ricorda perfettamente le parole che il produttore dei Doors, Paul A. Rothchild, ha usato per descrivere Riders on the Storm: cocktail music. «Quando l’ha ascoltata era una prima versione, non si era ancora evoluta in quello che è ora», dice il batterista del brano, una ghost story western ambientata sotto un temporale spaventoso. «Ma è davvero uno dei nostri brani più importanti».

La storia del pezzo verrà finalmente raccontata nel nuovo box set, in uscita il tre dicembre, nato per festeggiare il 50esimo anniversario di L.A. Woman, l’ultimo, trionfale disco della band con Jim Morrison. Tra le bonus track inserite nel progetto c’è anche la demo originale di Riders che la band ha registrato al Sunset Sound e che potete ascoltare poco sopra, una versione alternativa registrata durante le session del disco e, ovviamente, la take definitiva. La raccolta, che comprende tre CD e un LP, conterrà in totale 18 inediti.

«Di recente, [il chitarrista dei Doors] Robby Krieger ha detto che L.A. Woman è il disco con la genesi più naturale della nostra storia, perché tutti i brani sono nati da delle jam», dice Densmore. «In altre occasioni, invece, Robby si presentava con brani completi come Light My Fire».

I Doors hanno iniziato a scrivere L.A. Woman pochi mesi dopo l’uscita di Morrison Hotel, il loro quinto album in studio, quello del ritorno a un suono più duro e ispirato al blues dopo alcune incursioni nel pop. La band voleva mantenere lo slancio con L.A. Woman, così ha subito scritto Love Her Madly, L.A. Woman e Riders on the Storm, poi ha invitato Rothchild alle prove e registrato questa versione di Riders al Sunset Storm.

La demo è lievemente più veloce della versione in studio e il tastierista Ray Manzarek suona il basso con la tastiera (sul disco c’è il bassista Jerry Scheff), dando a tutto l’arrangiamento un’atmosfera rozza e quasi elettronica. Nonostante il pezzo abbia la stessa potenza di quello finito su L.A. Woman, la demo non impressionò Rothchild. «Paul si è messo la testa tra le mani e ha detto: questo è cocktail jazz, non ne posso più!», racconta il fonico Bruce Botnick. Rothchild, che aveva appena finito di produrre Pearl di Janis Joplin, ha abbandonato il progetto L.A. Woman, che la band registrerà proprio con Botnick. «Con Bruce avevamo più controllo sulla produzione», dice Densmore. «Era una gioia, l’abbiamo chiuso in poche settimane».

Mentre lavorava alla ristampa, Botnick ha ritrovato la demo su un vecchio nastro magentico. C’era solo quella take. «Non riuscivamo a crederci», dice il produttore. «E la cosa più divertente è che quando l’abbiamo convertita era al contrario. L’abbiamo ribaltata digitalmente, e quando l’ho ascoltata ero sconvolto. Non avevamo idea che esistesse una registrazione di quella session».

Più avanti, quando la band ha registrato la versione del pezzo che conosciamo tutti, Densmore si è sbizzarrito con gli effetti. «Giocavo a fare dio», dice. «Jim era andato a Parigi, fare il mix non gli interessava. Era troppo tecnico per lui». Senza Morrison, che in un’altra take ascoltiamo mentre suggerisce di inserire i suoni di un temporale, Botnick ha ottenuto delle registrazioni di pioggia e tuoni che Jac Holzman – il capo dell’etichetta Elektra – aveva inciso a New York durante l’estate. «Bruce aveva programmato il registratore con il suono infinito del temporale, a cui potevamo aggiungere a piacimento, e in qualsiasi istante, i tuoni», dice Densmore. «Li mettevamo dopo un verso di Jim o un solo di chitarra, era potente» (Botnick ha un ricordo diverso, dice che avevano tutto su un singolo nastro e che i tuoni sono arrivati al momento giusto per una coincidenza).

Nonostante la musica sia molto evocativa, né Densmore né Botnick sanno cosa abbia ispirato il testo di Morrison. Il batterista, però, ha una teoria: «Jim aveva fatto questo film su un killer on the road, HWY», dice. «E stavamo improvvisando su Ghost Rider in the Sky, una canzone country sdolcinata. La parte di chitarra si è trasformata in un’altra cosa, ma abbiamo tenuto la stessa atmosfera misteriosa e mistica, ci è venuta bene».

Dopo essersi scusato per quello che definisce un’auto-complimento, Densmore cita un amico che ha la descrizione perfetta della canzone. «Carlos Santana dice che Riders nasconde un mistero», dice. «Anche in questo caso, è una benedizione».

L.A. Woman: 50th Anniversary Deluxe Edition Track List

Disc One: Original Stereo Mix Remastered

1. “The Changeling”
2. “Love Her Madly”
3. “Been Down So Long”
4. “Cars Hiss By My Window”
5. “L.A. Woman”
6. “L’America”
7. “Hyacinth House”
8. “Crawling King Snake”
9. “The WASP (Texas Radio And The Big Beat)”
10. “Riders On The Storm”

Bonus Tracks
11. “Hyacinth House” – Demo
12. “Riders On The Storm” – Sunset Sound Version – Original Demo*

Disc Two: L.A. Woman Sessions, Part 1

1. “The Changeling” *
2. “Love Her Madly” *
3. “Riders On The Storm” *
4. “L.A. Woman” (Part 1) *

Disc Three: L.A. Woman Sessions, Part 2

1. “L.A. Woman” (Part 2) *
2. “She Smells So Nice” *
3. “Rock Me Baby” *
4. “Mr. Mojo Risin’” *
5. “Baby Please Don’t Go” *
6. “L.A. Woman” (Part 3) *
7. “Been Down So Long” *
8. “Get Out Of My Life Woman” *
9. “Crawling King Snake” *
10. “The Bastard Son Of Jimmy & Mama Reed (Cars Hiss By My Window)” *
11. “Been Down So Long” *
12. “Mystery Train” *
13. “The WASP (Texas Radio And The Big Beat)” *

*brano inedito

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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