Rolling Stone Italia

I dischi da ascoltare ad aprile

L'esordio dei Dry Cleaning, il live dei Pink Floyd, le riletture di Taylor Swift e McCartney, e poi Greta Van Fleet, Offspring, Achille Lauro, Coma_Cose. Ecco gli album che sentiremo nelle prossime settimane

Foto: Mattia Guolo

“New Long Leg” Dry Cleaning (2 aprile)

Musiche post punk, produzione di John Parish, testi recitati, poesia del quotidiano. I Dry Cleaning di Florence Shaw sono una delle novità più interessanti dell’Inghilterra rock. Li abbiamo intervistati.

“Fantas Variations” Caterina Barbieri (2 aprile)

Otto variazioni di Fantas. La traccia di apertura dell’album del 2019 Ecstatic Computation viene reimmaginata da un ensemble vocale, da due organi, da voce e sax baritono, da una chitarra elettrica, da un Roland TR-808 e così via. Viaggio ai limiti della fantasia musicale.

“Shapes of the Fall” Piers Faccini (2 aprile)

Una voce delicata, che può ricordare il Jeff Buckley meno spettacolare e più femmineo. Grande curiosità per le musiche del Mediterraneo. Arrangiamenti essenziali, con vari strumenti a corda. Così il cantautore anglo-italiano immagina il folk come musica universale. In All Aboard ci sono Ben Harper e il cantante marocchino Abdelkebir Merchane.

“G_d’s Pee at State’s End!” Godspeed You! Black Emperor (2 aprile)

Quattro tracce, un’ora di musica scritta sulla strada e registrata durante la pandemia. Ruota attorno al tema della fine: del mondo anzitutto. «Parla di noi che aspettiamo la fine», spiega la band.

“Impermanence/Disintegration” Bryce Dessner (2 aprile)

Sono le musiche composte dal membro dei National (e di recente collaboratore di Taylor Swift, per via del fratello Aaron che ne è co-produttore e co-autore) per la Sydney Dance Company e l’Australian String Quartet. C’è anche Anohni. Tempo fa lo abbiamo intervistato sulla democratizzazione della musica classico-contemporanea.

“Dancing with the Devil” Demi Lovato (2 aprile)

È l’album legato al documentario più chiacchierato del momento. Ne abbiamo scritto qui. Quattro i feat: Ariana Grande, Sam Fischer, Saweetie, Noah Cyrus.

“AmarAmmore” Neffa (2 aprile)

Fra tutti i progetti che poteva affrontare Neffa per il suo ritorno sulle scene (lo si è visto anche a Sanremo, ospite di Noemi), questo è decisamente inatteso: il recupero «delle mie origini», ovvero della melodia e della lingua napoletana. Ospiti: Coez, Livio Cori, Rocco Hunt.

“Roadrunner: New Light, New Machine” Brockhampton (9 aprile)

Uno degli album hip hop più attesi dell’anno, che il gruppo presenta come più grezzo e meno pop del solito, una reazione all’anno terribile che tutti hanno vissuto con canzoni «luminose» costruite a partire da jam session e con testi che toccano anche temi come morte e depressione, per offrire conforto.

“Fearless (Taylor’s Version)” Taylor Swift (9 aprile)

L’album del 2008 risuonato e ricantato con l’esperienza maturata nel frattempo, ma senza stravolgerlo. In più, qualche pezzo inedito risalente a quel periodo, sempre rifatto di recente. Scopo: riappropriarsi della propria musica, come abbiamo spiegato qui.

“They’re Calling Me Home” Rhiannon Giddens & Francesco Turrisi (9 aprile)

«La musica tradizionale racconta sofferenze peggiori della pandemia», dicono Rhiannon Giddens e Francesco Turrisi, lei americana e lui italiano trapiantato in Irlanda, grande coppia del folk internazionale. E così in They’re Calling Me Home cantano di nostalgia, perdita, morte. «Le canzoni tristi ti fanno sentire meglio», ci hanno raccontato.

“Fastlife vol. 4” Guè Pequeno & DJ Harsh (9 aprile)

Anticipato da Vita Veloce Freestyle, è il quarto volume dei mixtape di Guè. Tra i feat: Salmo, Marracash, Gemitaiz, Lazza, Noyz Narcos, Night Skinny.

“La matematica dei rami” Max Gazzè (9 aprile)

Un mese dopo Sanremo, ecco l’album che contiene Il farmacista. Registrato con la Magical Mystery Band, è tutto suonato dal vivo, come ci ha spiegato Gazzè. «Facevamo dieci take, scegliendo la migliore. Tutto live registrato con microfoni Telefunken e registratori a valvole. Non c’è alcun tipo di programmazione elettronica, posticcia o campionata».

“4:00 AM” Delgres (9 aprile)

Per gli amanti dei grandi mischioni: rock-blues creolo dalla Francia con dentro musica caraibica, un po’ di New Orleans e di Mississippi. «Il blues non è una musica triste», dice il cantante Pascal Danaë. Vero.

“The Battle at Garden’s Gate” Greta Van Fleet (16 aprile)

Sono solo derivativi o hanno una loro personalità? La risposta definitiva sta nel secondo album del gruppo rock più divisivo del momento, una sorta di «viaggio cosmico in un universo parallelo, di guerra, di civiltà alla ricerca di salvezza», come ci hanno raccontato in questa intervista.

“McCartney III Imagined” AA.VV. (16 aprile)

Le canzoni dell’album del «rockdown» di Sir Paul McCartney III reimmaginate da St. Vincent, Beck, Damon Albarn, Phoebe Bridgers, Josh Homme, Robert Del Naja, Ed O’Brien e altri. Un disco solitario diventa un’operazione collettiva.

“Let the Bad Times Roll” The Offspring (16 aprile)

Il punk-pop è di nuovo di moda? Gli Offspring si rifanno vivi con un disco pensato come un ritorno allo stile classico della band. Funzionerà?

“LTE3” Liquid Tension Experiment (16 aprile)

Il sogno bagnato di ogni nerd innamorato del prog metal: un supergruppo formato da John Petrucci, Tony Levin, Jordan Ruddess e Mike Portnoy, una specie di costola solo strumentale dei vecchi Dream Theater con il bassista dei King Crimson, di Peter Gabriel e non solo. È il terzo album del quartetto, i primi due uscirono fra il 1998 e il 1999.

“Kingdom Of Oblivion” Motorpsycho (16 aprile)

Otto mesi dopo The All Is One (ricordate? Ne abbiamo scritto qui), i Motorpsycho pubblicano un nuovo album di cui per ora si sa poco, se non che conterrà The Waning (pt. 1), l’unica traccia che abbiamo già ascoltato, e che in copertina ci sarà il disegno di Sverre Malling di una testa mozzata su cui sono cresciuti dei funghi.

“Til We Meet Again” Norah Jones (16 aprile)

«La musica dal vivo ci manca», dice Norah Jones. E perciò, in attesa di potere tornare a fare concerti e incontrare il pubblico (ecco il titolo ‘Til We Meet Again) ha assemblato alcune performance tratta dal tour del 2019 in un album dal vivo che contiene alcuni fra i suoi maggiori successi e che si chiude con una cover di Black Hole Sun dei Soundgarden.

“Lauro” Achille Lauro (16 aprile)

«Per chi ha scelto di essere e di goderne. Per chi se ne frega. Per chi ha conosciuto la fine e della fine ha fatto il suo nuovo inizio. Per tutti gli incompresi, come lo siamo noi». Con questa dedica Lauro ha annunciato il suo «ultimo album». Per ora si sono sentite Solo noi e Marilù,

“Nostralgia” Coma_Cose (16 aprile)

Tocca a Nostralgia (scritto così, con la erre) confermare quanto di buono i Coma_Cose hanno fatto a Sanremo con Fiamme negli occhi. Riusciranno a conquistare un pubblico più ampio rispetto a Hype Aura?

“La bella stagione” Don Antonio (16 aprile)

Lui è Antonio Gramentieri e ha suonato con Alejandro Escovedo, Dan Stuart, Hugo Race, Terry Lee Hale, Marc Ribot, David Hidalgo, Jim Keltner, John Parish, Howe Gelb e molti altri. Un americano immaginario, insomma. La bella stagione è sia una raccolta di canzoni che un libro. «Ho raccontato una storia, che è sempre la mia, con due materiali diversi. La scrittura e la musica sono stati gli unici mestieri della mia vita, ogni ricordo e ogni storia ha deciso autonomamente se diventare canzone o racconto».

“Multisala” Franco126 (23 aprile)

Promette bene il nuovo album di Franco126, due anni dopo Stanza singola. Per ora si sono ascoltati Blue Jeans con Calcutta e Nessun perché, prodotto da Ceri.

“Sweep It Into Space” Dinosaur Jr. (23 aprile)

È il bello e il brutto di gente come i Dinosaur Jr: sai sempre che cosa aspettarti da un loro album. A giudicare da quel che si è ascoltato finora Sweep It Into Space, co-prodotto da Kurt Vile, non fa eccezione.

“Live at Knebworth 1990” Pink Floyd (30 aprile)

Nel 1990 i Pink Floyd si esibirono come headliner in un grande concerto di beneficenza che prevedeva performance anhe di Paul McCartney, Dire Straits, Genesis, Plant & Page e altri. Disponibile finora solo nel cofanetto The Later Years, l’album dal vivo uscirà a fine aprile su CD e doppio vinile. Sono in tutto sette canzoni, Sorrow da A Momentary Lapse of Reason e sei classici.

“Sixty Summers” Julia Stone (30 aprile)

Una piccola rivoluzione per la cantautrice che per cambiare stile si è affidata alla produzione di St. Vincent e Thomas Bartlett. «È di sicuro un album più giocoso e divertente, più pop. E ha testi più astratti rispetto a quelli dei miei lavori precedenti», ci ha detto. Tra gli ospiti, Matt Berninger dei National.

“Typhoons” Royal Blood (30 aprile)

«Abbiamo capito che non dovevamo necessariamente distruggere tutto quanto creato in passato per andare avanti, dovevamo semplicemente cambiare marcia», ha detto Mike Kerr, cantante e bassista (che però suona come una chitarra elettrica) del duo inglese. «Sulla carta sembra una cosa da poco ma quanto ascolti il nuovo album tutto appare fresco». Ovvero: i presunti salvatori del guitar rock si ricordano che c’è stato un tempo in cui hanno amato l’elettronica.

“Endless Arcade” Teenage Fanclub (30 aprile)

Nuova formazione (non c’è più Gerard Love, ma c’è Euros Childs dei Gorky’s Zygotic Mynci), nuove canzoni. «Ci siamo sentiti più liberi nel registrarlo», dice Norman Blake, che parla di «diciotto mesi complicati» e di canzoni catartiche.

“She Walks in Beauty” Marianne Faithfull con Warren Ellis (30 aprile)

Non è il nuovo album di canzoni della Faithfull, ma una raccolta di poesie di Byron, Keats, Wordsworth, Shelley, Tennyson e altri recitate dalla cantante e musicate dal braccio destro di Nick Cave.

“Psychodonna” Rachele Bastreghi (30 aprile)

Non si sa molto del nuovo lavoro della musicista e cantante dei Baustelle al di là delle parole con le quali l’ha descritto: «È il mio viaggio fatto di fuori orario, di luna e isolamento, di poesia e distorsione, di albe illuminate e risvegli caotici. È un canto necessariamente libero, fatto di controsensi, di amore e sgomento, di dolcezza e nervi. È un ballo consapevole nel fango».

“There Is No End” Tony Allen (30 aprile)

L’album postumo di Tony Allen è anche una sorta di tributo al batterista da parte di ospiti come Sampa The Great, Jeremiah, Skepta. Completato dopo la sua morte, è co-prodotto da Damon Albarn. Uscirà il 30 aprile, a un anno esatto dalla morte del batterista.

“Superwolves” Matt Sweeney & Bonnie ‘Prince’ Billy (30 aprile)

Incontro fra due figure di culto della musica americana, è il secondo album del chitarrista e del cantautore dopo Superwolf del 2005. «Adoro la sfida che consiste nello scrivere melodie da far cantare a Will. Mi fa venire voglia di abbinare alla sua voce una parte di chitarra che la regga come un calice regge il vino, o il sangue, o qualsiasi cosa sia necessaria per vivere la vita migliore», dice Sweeney.

“Celebrate the Music of Peter Green” Mick Fleetwood & Friends (30 aprile)

Un tributo d’altri tempi: David Gilmour, Steven Tyler, Billy Gibson, Noel Gallagher, Pete Townshend, Neil Finn, Kirk Hammett e altri al Palladium di Londra nel febbraio 2020 per celebrare la musica di Peter Green e dei primi Fleetwood Mac, il tutto supervisionato da Mick Fleetwood.

Iscriviti