I dischi da ascoltare a settembre | Rolling Stone Italia
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I dischi da ascoltare a settembre

La spudoratezza di Blanco, la classe di Little Simz, la voce di Lady Blackbird, il tributo ai Velvet Underground, il ritorno di Carmen Consoli: gli album che sentiremo nelle prossime settimane, salvo (e Salmo) sorprese

I dischi da ascoltare a settembre

Blanco

Foto: Bogdan Chilldays Plakov

“Blu celeste” Blanco (10 settembre)

È la grande rivelazione della musica italiana degli ultimi tempi. Energia, spudoratezza, sesso, droga, provincia. L’album sarà all’altezza di qualche si è sentito in Notti in bianco o La canzone nostra?

“Sometimes I Might Be Introvert” Little Simz (3 settembre)

È la regina introversa dell’hip hop inglese e il suo disco d’esordio è potente miscela di black music. L’abbiamo intervistata.

“Certified Lover Boy” Drake (3 settembre)

Riuscirà il nostro eroe a far parlare del suo album almeno la metà del suo “nemico” Kanye West? Una cosa in comune ce l’hanno: il disco è stato annunciato (c’era anche il singolo Laugh Now Cry Later) e poi rimandato.

“Dawn of Chromatica” Lady Gaga (3 settembre)

Una nuova versione iperpop (e magari hyperpop) dell’album dell’anno scorso coi remix di un sacco di gente figa, da Arca a Charli XCX/A. G. Cook passando per Rina Sawayama, Shygir, Mura Masa, Dorian Electra, Planningtorock.

“Black Acid Soul” Lady Blackbird (3 settembre)

Secondo Gilles Peterson è la Grace Jones del jazz. Noi diciamo che ha una gran voce, una delle più intense e interessanti in circolazione. Come ha scritto Loud and Quiet, «si stenta a credere che il disco non sia il culmine di una carriera che va avanti da sessant’anni tali sono la profondità, l’espressività e il controllo della voce».

“Senjutsu” Iron Maiden (3 settembre)

Un doppio album prodotto da Kevin Shirley e Steve Harris. «Scrivevamo una canzone, la provavamo e poi la mettevamo insieme quando era tutto chiaro nelle nostre menti. Ci sono alcuni brani molto complessi che hanno richiesto molto duro lavoro per farli risultare esattamente come volevamo che fossero».

“Friends That Break Your Heart” James Blake (10 settembre)

Blake dice che è un concept album. Ha spiegato a Clash che il lockdown l’ha costretto a guardarsi dentro come mai prima. «Ha provocato un cambiamento gigantesco nella mia personalità. Mi ha permesso di essere più creativo mettendomi alle spalle insicurezze e preoccupazioni».

“Comfort to Me” Amyl and The Sniffers (10 settembre)

Come suonerà? «È come guardare un episodio di La tata, ambientato però in un salone dell’auto australiano, con Fran che si è acculturata e si occupa di problemi sociali, mentre Sheffield beve birra spaparanzato al sole. È una Mitsubishi Lancer che supera di poco il limite di velocità vicino a una scuola. È capire quant’è bello indossare i pantaloni della tuta a letto. È avere qualcuno che ti cucina la cena quando sei a pezzi. Sono io che faccio boxe a vuoto sul palco, coperta di sudore, invece di starmene tranquilla in un angolo».

“Star-Crossed” Kacey Musgraves (10 settembre)

La tradizione dei divorce albums continua con Kacey Musgraves. L’eroina del country-pop si lascia alle spalle definitivamente Nashville e racconta di rotture sentimentali e maturazione con realismo.

“Hey What” Low (10 settembre)

Tre anni fa Double Negative aveva stupito un po’ tutti, vista la lunga storia della band. Hey What, che è prodotto come il recedente da BJ Burton, avrà un impatto simile? È uno dei dischi più attesi dagli amanti dell’indie (ormai) vintage.

“The Metallica Blacklist Album” Metallica (10 settembre)

Progetto interessante o disastro? È una sorta di auto-tributo dei Metallica al loro Black Album, che usciva trent’anni fa, un rifacimento che coinvolge 53 artisti di varia estrazione, da Kamasi Washington a Miley Cyrus.

“Ballate di ferro” Giacomo Toni (10 settembre)

Giacomo Toni è un matto, un provinciale spudorato, un outsider che zitto zitto fa grandi dischi. Questo è meno estremo di Nafta (rimediate se non lo conoscete) in cui recupera un modo più tradizionale di far canzoni riempito però di significato, espressività, poesia, ironia. Dentro ci sono anche Antonio Gramentieri e Nicola Manzan.

“Springtime in New York” Bob Dylan (17 settembre)

Non è il nuovo disco di inediti His Bobness, ma il sedicesimo volume della Bootleg Series dedicato ai dischi anni ’80 Shot of Love, Infidels ed Empire Burlesque. Qui una guida.

“Montero” Lil Nas X (17 settembre)

Negli Stati Uniti è uno dei dischi più attesi dell’anno. Lil Nas X ha per ora diffuso solo la copertina e non è chiaro quali pezzi ci saranno al suo interno (per ora sono usciti i singoli Montero, Sun Goes Down, Industry Baby). Una cosa è certa: l’uomo di Old Town Road è cresciuto e non è una one hit wonder.

“A Southern Gothic” Adia Victoria (17 settembre)

Una riflessione sul Sud degli Stati Uniti (Victoria è nata nella South Carolina e vive a Nashville) fra echi della tradizione e piccole eresie sonore. «Volevo evocare il lato etereo del Sud, l’umidità, il calore, il modo in cui cadiamo nelle profondità dell’inferno e saliamo in paradiso. Volevo incapsulare i lati estremi del Sud».

“Lindsey Buckingham” Lindsey Buckingham (17 settembre)

È il primo album solista di Lindsey Buckingham da una decina d’anni e anche il primo dopo la separazione dai Fleetwood Mac e dopo un delicato intervento al cuore. Le canzoni riflettono «sulle sfide che le coppie che stanno assieme da tempo devono affrontare».

“È già domani” Fast Animals and Slow Kids (17 settembre)

«È un disco che racchiude una moltitudine di pezzi delle nostre anime, è un’immagine sfocata che definisce ciò che siamo stati durante queste lunghe attese che chiamiamo giorni. È un inno alla vita che verrà, che programmiamo con cura e non raggiungiamo mai».

“Volevo fare la rockstar” Carmen Consoli (24 settembre)

Dopo la festa all’Arena di Verona per i 25 anni carriera, il primo album da sei anni a questa parte. In copertina c’è lei da bambina quando sognava di fare la rockstar, appunto, «il tavolo della cucina era un palco perfetto, volevo fare la musica è scuotere su e giù la testa, imbracciando una chitarra vera».

“Songwrights Apothecary Lab” Esperanza Spalding (24 settembre)

Un disco di canzoni utili. Letteralmente, per lo meno nelle intenzioni dell’autrice che ha scritto questi pezzi (tutti titolati Formwela e numerati) nel suo nuovo laboratorio creativo consultandosi con studiosi di varie materie per comporre musica che abbia effetti molti precisi sul corpo umano. Tra la musicoterapia e la canzone. Funzionerà?

“Protest Songs 1924-2012” The Specials (24 settembre)

Balla e difendi. Gli Specials raccolgono e rifanno a modo loro pezzi di storia della musica di protesta (e non solo), dai vecchi blues a Chip Taylor passando per Zappa e Marley. Filo rosso: l’antirazzismo.

“Gadzooks Vol 1” Caleb Landry Jones (24 settembre)

Premiato come migliore attore a Cannes per Nitram, Caleb Landry Jones ha scritto il secondo album mentre lavorava al film con Tom Hanks Finch. Pubblicato dall’etichetta “estrema” Sacred Bones, è meno pesante del debutto, ma comunque strano e selvaggio nella sua rilettura della psichedelia di fine anni ’60.

“I’ll Be Your Mirror” AA.VV. (24 settembre)

Un tributo ai Velvet Underground & Nico e al loro album di debutto con Michael Stipe, Iggy Pop & Matt Sweeney, St. Vincent & Thomas Bartlett, Sharon Van Etten, Matt Berninger, Thurston Moore & Bobby Gillespie, Fontaines D.C. Supervisionato prima di morire da Hal Willner.

“A Beginner’s Mind” Sufjan Stevens & Angelo De Augustine (24 settembre)

Dopo lo spiazzante ed elettronico The Ascension, il disco di Sufjan Stevens con Angelo De Augustine è annunciato come un ritorno allo stile folk. È nato durante una sorta di fuga creativa nell’Upstate New York. parla di «osservare il mondo con gli occhi di un bambino» e cerca di rispondere alla domanda: «Cosa significa restare umani in un mondo malato?».