I dischi da ascoltare a novembre | Rolling Stone Italia
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I dischi da ascoltare a novembre

Il ritorno degli AC/DC, Miley Cyrus in versione ’70/80, le cover dei Lambchop e di Billie Joe Armstrong, il live di Nick Cave, gli inediti di Morricone: ecco la colonna sonora delle prossime settimane

I dischi da ascoltare a novembre

Miley Cyrus

Foto press

Dal ritorno degli AC/DC a Miley Cyrus in versione ’70/80, passando per i suoni vaporosi di William Basinski e il country-rock di Chris Stapleton, il mese di novembre si preannuncia musicalmente vario.

Si attendono i dischi di cover dei Lambchop e di Billie Joe Armstrong dei Green Day, gli album live di Nick Cave e dei War On Drugs, la disco revivalista di Kylie Minogue. Si avvicina il Natale ed ecco i cofanetti di Neil Young, legato alla sua fase migliore, e di Elton John, che ne copre l’intera carriera. Gli amanti della chitarra acustica farebbero bene ad ascoltare Gwenifer Raymond, gli appassionati di rock anni ’90 avranno modo di sentire il nuovo degli Smashing Pumpkins e il debutto dei Painted Shield, side project di Stone Gossard dei Pearl Jam. E poi ci sono gli italiani: da una parte gli Zen Circus, dall’altra Sfera Ebbasta. E sopra a tutti, Ennio Morricone e le sue incisioni inedite.

Ecco alcune fra le uscite più attese in novembre, escludendo ristampe come quelle del live dei Pink Floyd Delicate Sound of Thunder (20 novembre) e di Summerteeth dei Wilco (6 novembre). Ci si aspetta anche la pubblicazione di album a sorpresa o annunciati con breve anticipo: siamo o non siamo nel 2020?

“Disco” Kylie Minogue (6 novembre)

Il titolo è chiaro: a questo giro Kylie strizza l’occhio all’epoca della disco, quella superclassica nata negli anni ’70. Per ora si sono sentiti tre singoli: Say Something, Magic e I Love It e dentro c’è anche tanta post disco anni ’80. Il 7 novembre ci sarà l’evento in streaming legato all’album Kylie: Infinite Disco.

“Morricone segreto” Ennio Morricone (6 novembre)

È il primo disco postumo del compositore, una raccolta di pezzi che coprono il periodo che va dalla fine degli anni ’60 ai primi anni ’80. Contiene sette inediti. Il “segreto” del titolo fa riferimento al fatto che il disco si concentra non sulle composizioni più note, ma sul lato più strano e sperimentale, anticipatore di tendenze, influenza sul mondo del rock e non solo.

“Return to Greendale” Neil Young & Crazy Horse (6 novembre)

Nel 2003 Neil Young andò in tour coi Crazy Horse per suonare il concept Greendale (la prima parte del tour era stata acustica). Zero hit: in questo disco dal vivo ascolterete la performance delle 10 tracce dell’album, nello stesso ordine. Non sono i Crazy Horse al loro meglio: consigliato a chi davvero vuole bene a Young e questo suo progetto. Anche in versione video.

“Calmo” Young Signorino (6 novembre)

Singoli, video, EP, ma mai un album. Calmo è il primo per Young Signorino. «Ho aspettato molto prima di compiere questo passo, perché sentivo la necessità di sperimentare e osare, prima di definire una mia identità artistica. Calmo è il prodotto di una mia maturazione personale e musicale, un album molto autobiografico, che raccoglie la mie esperienze. Le sonorità sono morbide, eteree e delicate, tipiche del genere “cloud”, che rispecchiano il mood dei testi e delle tematiche».

“Lamentations” William Basinski (13 novembre)

Un senso di morte, lutto e mistero aleggia sul nuovo album di William Basinski assemblato a partire dai loop che il musicista ha in archivio, alcuni dei quali risalgono al 1979. È musica vaporosa, sfuggente e meditativa, con voci fantasmatiche e titoli che tradotti suonano così: “Per chi suona la campana”, “Paradiso perduto”, “O figlia mia, o mio dolore”, “Trasfigurazione”, “Fine”.

“Starting Over” Chris Stapleton (13 novembre)

«Se contano le vite nei neri? Certo che sì», ha detto un paio di mesi fa Chris Stapleton. Qualche fan ha lanciato l’idea di un boicottaggio della sua musica: viviamo in questi tempi qui. Lui è uno “nuovi” country-rocker più in voga e, si sa, a Nashville ci sono regole non scritte che, a violarle, diventi subito un outlaw. Nel quarto disco s’annunciano country-rock, rock’n’roll, una vocalità aggressiva, il tastierista Benmont Tench in tutte le canzoni e il chitarrista Mike Campbell coautore di due brani, come dire un pezzo degli Heartbreakers di Tom Petty.

“Trip” Lambchop (13 novembre)

Al posto di scrivere un nuovo album e portarlo in tour, nel 2019 Kurt Wagner ha chiesto a ogni membro del gruppo di guidare la formazione per un giorno durante il quale avrebbero inciso una cover a sua scelta. Il risultato è un disco di sette pezzi (del resto Reservations dei Wilco dura 13 minuti). Per ora s’è sentita Golden Lady di Stevie Wonder.

“Pwr Up” AC/DC (13 novembre)

Gli AC/DC hanno raccontato l’album in questa intervista. «Sta a Malcolm Young come Back in Black stava a Bon Scott», ha detto Angus. Il primo singolo Shot in the Dark è bello tradizionalista ed è giusto così: per funzionare gli AC/DC devono restare uguali a sé stessi.

“Strange Lights Over Garth Mountain” Gwenifer Raymond (13 novembre)

Si dice un gran bene del secondo disco della chitarrista acustica gallese innamorata dello stile primitivista americano – vedi alla voce John Fahey. Non è roba per tutti: 45 minuti quasi solo di chitarra (o banjo), con un suono a tratti sorprendentemente ricco e un fascino arcano. Da ascoltare Eulogy for a Dead French Composer (che sarebbe poi Erik Satie) e Hell for Certain.

“L’ultima casa accogliente” Zen Circus (13 novembre)

Dopo essersi guardati dietro le spalle con la raccolta Vivi si muore e con il libro biografico, anzi anti-biografico titolato Andate tutti affanculo, gli Zen Circus tornano con un album di cui poco si sa per ora se non il titolo, la copertina e come suona il singolo Appesi alla luna.

“Weird!” Yungblud (13 novembre)

Annunciato da Weird! (e relativo video girato con appena 100 dollari di budget), Strawberry Lipstick, God Save Me, But Don’t Drown Me Out e Cotton Candy, il secondo album del cantante inglese è pensato come una sorta di colonna sonora della sua graphic novel Weird Times. Il 16 novembre partirà una sorta di tour digitale di 16 date ognuna legata a una città (ma accessibili ai fan di ogni parte del globo). Ogni concerto, assicura Yungblud, sarà diverso dall’altro.

“Elton: Jewel Box” Elton John (13 novembre)

Prendetevi la settimana centrale di novembre libera: il box set nella sua versione più completa (8 CD) contiene 148 pezzi incisi fra il 1965 e il 2019, di cui quasi metà inediti. Elton John ne parla in questa intervista: «Questo è un documento storico. Doveva essere accurato. Ho riascoltato il vecchio materiale ed è stata un’esperienza amabile, mi ha ricordato che conosco Bernie Taupin da 54 anni o quanti sono, mi ha fatto apprezzare la strada che abbiamo percorso, la bellezza del viaggio che abbiamo fatto assieme».

“Live Drugs” The War On Drugs (20 novembre)

Revivalisti senza carattere o ultimi eroi del rock chitarristico? Se dopo tutti questi anni non vi siete ancora fatti un’idea della band di Adam Granduciel potrete sentire come suonano dal vivo. C’è anche una cover di Accidentally Like a Martyr di Warren Zevon.

“Idiot Prayer” Nick Cave (20 novembre)

Se l’avete visto in streaming luglio, se l’avete perso, se l’inedito Euthanasia vi è piaciuto, questa è la registrazione dell’esibizione solitaria al pianoforte di Nick Cave all’Alexandra Palace. Aspettatevi un’esperienza sonora austera, solenne, intensa.

“5 EPS” Dirty Projectors (20 novembre)

Al posto di un album tradizionale, quest’anno i Dirty Projectors hanno pubblicato cinque EP. Ring Road che uscirà il 20 novembre è l’ultimo. Se ognuno dei quattro precedenti aveva una sola e diversa voce solista, in questo si intrecciano i timbri del leader David Longstreth e quelli di Maia Friedman, Felicia Douglass e Kristin Slipp. Gli EP saranno riuniti su CD e doppio LP: 5 EPS uscirà sempre il 20 novembre, assieme all’ultimo EP.

“K.G.” King Gizzard & the Lizard Wizard (20 novembre)

Dopo aver pubblicato due album nel 2019 e ben cinque dischi dal vivo per aiutare i soccorritori degli australiani colpiti dagli incendi, i King Gizzard & the Lizard Wizard tornano con altri due LP. Uno è un live a San Francisco del 2016, l’altro è K.G., il loro sedicesimo (!) album in studio. Ascoltando i singoli già pubblicati – ce ne sono quattro, Honey, Automation, Straws in the Wind e Some of Us – siamo di fronte a suoni lo-fi, grandi riff, psichedelia acustica.

“Archives Vol. II” Neil Young (20 novembre)

Tutti i segreti degli anni più ispirati e leggendari della carriera di Neil Young (quelli che vanno da Harvest a Long May You Run, per capirci) in un solo box set che conterrà 10 dischi e ben 12 inediti. È questo Archives Vol. II, l’atteso secondo cofanetto tratto dagli archivi del cantautore. Per farvi capire la densità del materiale, sappiate che in quel periodo di tempo è stato anche registrato Homegrown, il disco “perduto” uscito qualche mese fa. Al suo posto ci saranno una raccolta di canzoni del periodo ’72-73, una nuova versione di Tonight’s the Night (con Joni Mitchell che canta Raised on Robbery), l’inedito Greensleeves dal periodo di On the Beach, nuove take delle session di Zuma, le canzoni scritte durante il periodo della reunion fallita di CSNY, un live registrato a Tokyo e molto altro.

“Fogerty’s Factory” John Fogerty (20 novembre)

Cinquant’anni dopo Cosmo’s Factory, l’album migliore dei suoi Creedence Clearwater Revival citato nel titolo e nella copertina, John Fogerty ha inciso una serie di pezzi del proprio repertorio con i figli durante il lockdown. «Ci siamo riuniti nel nostro studio di casa e abbiamo suonato. C’erano molti strumenti che i ragazzi hanno preso in mano per la prima volta, soprattutto Kelsy che aveva appena iniziato a suonare la chitarra e la batteria. Anche lei, come molti altri, non è stata in grado di godersi il suo ultimo anno di scuola superiore. La musica è stato un modo meraviglioso per stare tra noi in famiglia e con i fan». Con gli stessi titoli e copertina c’è un EP digitale pubblicato in maggio e no, non è fra le cose migliori di Fogerty.

“Famoso” Sfera Ebbasta (20 novembre)

Uno degli album italiani preceduti da più hype nel 2020. Preceduto dal docufilm omonimo reperibile su Amazon Prime Video, è il disco col quale Sfera parte all’assalto al mercato estero. Per ora si è ascoltata Bottiglie Privè.

“Plastic Hearts” Miley Cyrus (27 novembre)

Foto di copertina di Mick Rock, look tra anni ’70 e ’80, una dozzina di pezzi che si preannunciano moderatamente rétro, registrati con spirito rock. «Ho iniziato a lavorarci due anni fa», ha detto Miley Cyrus. Voleva pubblicare il materiale sparso in vari EP, poi un incendio nel 2018 ha distrutto la casa che divideva con Liam Hemsworth le ha fatto cambiare i piani.

“Painted Shield” Painted Shield (27 novembre)

I side project sono la normalità nel mondo dei Pearl Jam. In questo oltre a Stone Gossard c’è Matt Chamberlain, batterista che ha suonato un po’ con tutti, da Bob Dylan a Fiona Apple, e per brevissimo tempo anche con la band di Seattle. Con loro, Mason Jennings e la cantautrice di Seattle Brittany Davis. Esce per la rinata Loosegroove, l’etichetta fondata da Gossard negli anni ’90.

“Cyr” Smashing Pumpkins (27 novembre)

«Cyr è un’assurdità distopica», ha detto Billy Corgan del nuovo album degli Smashing Pumpkins, un doppio. «Parla di un’anima contro il mondo intero, una cosa del genere. Di ciò che è e non è possibile fare con la fede, è speranzoso e sprezzante allo stesso tempo». Insieme al disco – che conterrà 20 tracce – uscirà anche In Ashes, una serie animata collegata direttamente all’album.

“No Fun Mondays” Billie Joe Armstrong (27 novembre)

Billie Joe Armstrong è stato uno dei musicisti più attivi durante il periodo del lockdown, in cui ha pubblicato con regolarità cover di ogni tipo (anche un pezzo in italiano, Amico). Quelle cover diventeranno un disco, No Fun Mondays, in arrivo alla fine del mese. «In quarantena ho pensato alle cose che contano nella mia vita: la famiglia, gli amici e ovviamente la musica. Se dobbiamo trascorrere del tempo in isolamento, almeno possiamo stare soli insieme».

“Duets” Sting (27 novembre)

Una delle frasi più abusate nella storia del pop è «la musica è l’arte dell’incontro». Sting ci crede e ha riunito in un album i duetti di un’intera carriera: Mary J. Blige, Herbie Hancock, Eric Clapton, Annie Lennox, Charles Aznavour, Mylène Farmer, Shaggy, Melody Gardot e altri. C’è anche September, inedito con Zucchero contenuto anche nell’edizione deluxe di D.O.C.