I dischi da ascoltare a luglio 2022 | Rolling Stone Italia
Classifiche e Liste

I dischi da ascoltare a luglio 2022

Il ritorno di Beyoncé, gli Interpol meno dark del solito, la follia dei Black Midi, Jack White, il tributo di She & Him a Brian Wilson, Ben Harper e gli altri album che sentiremo nelle prossime settimane

I dischi da ascoltare a luglio 2022

Beyoncé

Foto: Mason Poole/A.M.P.A.S. via Getty Images

“Giù” Neima Ezza (1 luglio)

Dopo le accuse e le polemiche, la musica. Dopo la partecipazione al progetto Seven 7oo, un EP di 11 pezzi con ospiti Rondodasosa, Baby Gang e Vale Pain, produzioni di 2nd Roof, Marco Zangirolami, Dystopic, Nko, Room9. «Dentro» scrive il rapper «non c’è solo musica, c’è una parte di me, ogni traccia ha un racconto differente ed una vibes diversa dall’altra. La maggior parte di questo progetto è stato fatto in un periodo un po’ strano… da solo,senza nessuno, solo io e il microfono. Mi auguro qualcuno si ritrovi in questi racconti, per ricordarci che non siamo mai soli».

“Jazz Codes” Moor Mother (1 luglio)

Dopo Black Encyclopedia of the Air (ne abbiamo scritto qui), un mix di canzone pop, jazz, soul, hip hop, con Mary Lattimore, Melanie Charles e altri, all’insegna di quello che Moor Mother chiama Black Quantum Futurism.

“Last Night in the Bittersweet “ Paolo Nutini (1 luglio)

Dopo l’esordio di una quindicina di anni fa, oggi Nutini è un songwriter adulto e maturo, come dimostrano i singoli Through the Echoes e Acid Eyes. Al primo ascolto, sembra un disco solido, fatto di canzoni ben scritte, ben arrangiate, ben pensate, con qualche piccolo deragliamento. E va bene così.

“Cave World” Viagra Boys (8 luglio)

L’album della band svedese, fra le protagoniste del revival del post punk in Europa, è ispirato a una teoria cospirativa sull’evoluzione. «La gente» ha detto il cantante Sebastian Murphy «considera le scimmie forme di vita primitive, eppure noi abbiamo costruito questa società orribile in cui ci si uccide a vicenda e si scatenano guerre, mentre loro sono in grado di amare e provare sentimenti. Chi sono le vere scimmie, allora, loro o noi?».

“Formentera” Metric (8 luglio)

La band canadese arriva al suo ottavo album in quasi vent’anni di carriera. Il gruppo di Emily Haines non punta certo a re-inventare la ruota, ma a dimostrare di possedere una certa costanza e solidità nel proprio genere, come dimostra il singolo di lancio What Feels Like Eternity.

“Spirit Exit” Caterina Barbieri (8 luglio)

Caterina Barbieri è l’artista italiana di elettronica più amata all’estero in questo momento. Ha talento, ha un’estetica incredibile, è dannatamente cool pur facendo qualcosa che, fino a ieri, era per pochi eletti dell’elettroacustica. Spirit Exit ne allarga lo spettro sonoro e potrebbe essere il disco della consacrazione internazionale definitiva.

“The Other Side of Make-Believe” Interpol (15 luglio)

«È degno d’analisi psicanalitica il modo in cui un artista che solitamente scrive musica cupa si mette a fare qualcosa di diverso una volta che arriva la pandemia, che è poi il mio caso», ci ha detto tempo fa Paul Banks a proposito del nuovo album degli Interpol che s’annuncia meno dark, più intimo e dallo spirito positivo. L’ultimo singolo è Fables, che loro definiscono «una summer jam».

“Hellfire” Black Midi (15 luglio)

Dice il chitarrista e cantante Geordie Greep che ascoltare La sacra di primavera di Stravinsky «ha qualcosa di ipnotico, è come vedere un incidente automobilistico, vuoi distogliere lo sguardo, ma non ce la fai». Lo stesso può essere detto per la musica dei Black Midi e di Hellfire, un viaggio in una forma liquida di rock infernale e pieno di colpi di scena.

“18” Jeff Beck & Johnny Depp (15 luglio)

Tanto si è parlato di Johnny Depp in questi ultimi mesi che perdere tempo per ascoltarlo suonare può sembrare eccessivo. Però poi succede che l’amato/odiato attore faccia un disco con uno come Jeff Beck e quindi un po’ di curiosità c’è.

“Special” Lizzo (15 luglio)

Anticipare il disco con una hit è sempre una buona notizia. Lizzo, dopo lo straordinario successo del disco Cuz I Love You, è tornata con About Damn Time, un singolo che è andato benissimo e ben fa prevedere per Special. E speriamo che questo disco sia speciale per davvero.

“30 Something” Orbital (15 luglio)

Per celebrare i propri trent’anni, gli Orbital hanno preparato un disco di rework, remake, remix con ospiti come Jon Hopkins, Joris Voorn, Dusky, Jon Tejada, Yotto, David Holmes. Il tutto è stato anticipato da un nuovo mix di Where Is it Going? che contiene un campione vocale di Stephen Hawking, già presentato nel 2012 per la cerimonia d’apertura delle Paraolimpiadi di Londra. «Navighiamo nel passato per ricordarci quello che davvero abbiamo fatto in questi anni», dicono i fratelli Hartnoll.

“World Wide Pop” Superorganism (15 luglio)

Al loro esordio avevano ribaltato l’addormentata scena indie mondiale piazzando una combo di singoli zuccherini e folli da farci quasi credere che qualcosa di nuovo fosse alle porte. Poi si sono un po’ persi. Da quanto abbiamo sentito nelle loro ultime uscite, c’è da aspettarsi un miscuglio frullato di indie, hyperpop, psichedelia. Sperando ci facciano di nuovo saltare dalla sedia.

“No One Really Listens to Oscillators” Indian Wells (15 luglio)

Indian Wells è uno dei nostri talenti più apprezzati all’estero. In quei primi dieci anni di carriera, la sua elettronica ha fatto il giro del mondo. Il nuovo lavoro si preannuncia un gioco tra dancefloor (Four Walls) e momenti di respiro ambient (Before Life).

“Beatopia” Beabadoobee (15 luglio)

Conoscete un’artista filippina che ha fatto oltre un miliardo di stream per un singolo? Forse pensate di no, ma la risposta è sì: è Beabadoobee. In questa intervista ci ha raccontato la storia dietro al suo nuovo album.

“XI: Bleed Here Now” …And You Will Know Us by the Trail of Dead (15 luglio)

È il seguito di X: The Godless Void and Other Stories del 2020, registrato come tanti altri album durante lo stop forzato dell’attività concertistica. L’idea: offrire all’ascoltatore un’esperienza immersiva tramite l’uso di Quark, un plug-che permette di creare un effetto quadrifonico. Tra gli ospiti, Amanda Palmer e Britt Daniel degli Spoon.

“Entering Heaven Alive” Jack White (22 luglio)

Se Fear of the Dark percorreva la strada della ricerca di una forma di rock aggiornato agli anni ’20, strada indicata da Boarding House Reach, il secondo disco del 2022 Entering Heaven Alive si preannuncia come un lavoro più ancorato alla forma canzone tradizionale e alle tradizioni folk e blues.

“Las Ruinas” Rico Nasty (22 luglio)

Il quarto disco della rapper, a sentire i singoli che lo anticipano, si preannuncia molto cupo e sperimentale. Un mix di punk rap elettronico per una delle artiste più imprevedibile della scena post rap. Tacobella, come ama chiamarsi su Instagram, rilancerà le sorti del rap-rock?

“Melt Away” She & Him (22 luglio)

La coppia più cute della musica, Zooey Deschanel e M. Ward, ha preparato un omaggio per festeggiare gli ottant’anni di uno dei più grandi songwriter della storia, Brian Wilson dei Beach Boys. Per chi conosce gli She & Him, immaginarli a riprendere le armonie dei Beach Boys sarà abbastanza semplice. «Nessuno come Brian ha saputo scrivere canzoni di una bellezza e solitudine unica seguite da brani così pieni d’amore e divertimento».

“Bloodline Maintenance” Ben Harper (22 luglio)

Primo album di nuove canzoni di Ben Harper dal 2016 (se non si conta il disco con Charlie Musselwhite), è ispirato dalla morte del padre. «Mi sono avventurato in luoghi dove non sono mai stato prima. Ho preso tutto quel che avevo imparato dagli altri dischi, l’ho fatto a pezzi e ho ricominciato da capo», ha detto il musicista, che descrive il suono della sua lap steel in Bloodline Maintenance come «una specie di incrocio fra Robert Johnson e Jimi Hendrix».

“Riderless Horse” Nina Nastasia (22 luglio)

La cantautrice ha descritto la storia dietro l’album in questa intervista: lei lascia il marito e l’uomo il giorno dopo si suicida. «Quando Kennan è morto ho vissuto qualcosa di realmente orribile, scioccante. Ma dentro di me è riemerso dell’altro. Era come se avessi questa incredibile fame di scrivere, di creare nuovamente musica e di farlo per me stessa».

“Not Tight” Domi & JD Beck (29 luglio)

Sono la coppia emergente della fusion americana, lei tastierista e lui batterista. Giovanissimi, dotati di una tecnica stupefacente, strambi il giusto, hanno convinto sia Anderson .Paak, che li pubblica, sia Herbie Hancock, ospite dell’album, ma pure Thundercat e Ariana Grande, fra i tanti.

“Renaissance Act 1” Beyoncé (29 luglio)

Sicuramente uno, se non il disco più atteso dell’anno. Anticipato da Break My Soul, che recupera Show Me Love di Robin S, fa preannunciare una possibile svolta filo-house della cantante. Sperando non si incastri come Drake. Creare il disco, ha scritto Queen B, le ha permesso di sentirsi «libera e avventurosa in un momento in cui poco altro si muoveva. Volevo creare un luogo sicuro, dove non essere giudicati, in cui essere liberi dal perfezionismo e dal rischio di pensare troppo, un luogo dove urlare, liberarsi, sperimentare la libertà».

“Hold On Baby” King Princess (29 luglio)

King Princess è semplicemente molto molto molto brava. Ascoltate Little Bother o For My Friends, due dei quattro brani che anticipano questo disco, per capire la forza del suo alt pop capace di essere duro ed emotivo quanto serve. È un talento e, come per ogni talento, ci aspettiamo moltissimo. Del disco ha detto: «Volevo far un album che desse tutta la forza necessaria per accettarsi nel nostro essere caotici».

“The Theory of Whatever” Jamie T (29 luglio)

Per quasi tutti i musicisti degli anni Zero è stato difficile uscir vivi dall’indie. Vale anche per Jamie T che, 15 anni fa, aveva piazzato un’incredibile hit giovanilistica e strafottente che ogni club indie ha suonato per quell’intera stagione (If You Got the Money). Ora, raggiunta l’età adulta adulta, Jamie T è un cantautore serio, particolare e molto apprezzato come raccontano i due brani di lancio, The Old Style Raiders e St. George Wharf Tower.