Gli Extraliscio dal vivo, sempre meno liscio, sempre più extra | Rolling Stone Italia
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Gli Extraliscio dal vivo, sempre meno liscio, sempre più extra

Mirco Mariani racconta le avventure live della band. C’entrano un robot, strani strumenti, palchi e formazioni sempre diverse, pazze invenzioni sonore, l’idea che la musica porti lontano, come le nuvole

Gli Extraliscio dal vivo, sempre meno liscio, sempre più extra

Gli Extraliscio, Mirco Mariani e il robot

Foto press

I concerti degli Extraliscio questa estate sono veramente un tuffo al cuore. C’è stato un cambio drastico, abbiamo fatto due anni dove la parola liscio era prevalente rispetto all’extra, invece quest’anno la parola extra prevale sulla parola liscio. Extraliscio è sempre stato un progetto che voleva riportare il liscio ai giovani e nei luoghi dove non era mai stata, e su questo credo che abbiamo già fatto dei grossi miracoli. Siamo andati dal Festival Sanremo, alle sale cinema, alla Mostra del Cinema di Venezia, a Miami, a Parigi con questi supereroi, come li chiamo io, del liscio. Ora siamo entrati, invece, in questa parte extra, perché Extraliscio è sia la riscoperta del portare il liscio ai giovani, ma anche una ricerca sul suono.

Io a Bologna ho il Labotron che è un laboratorio di ricerca sui suoni, dove c’è una collezione unica di strumenti rari e quest’estate stiamo portando in giro questa idea in vesti sempre diverse. Abbiamo fatto un concerto a Firenze con l’orchestra sinfonica Bruno Maderna diretta dal Maestro Roberto Molinelli e dei concerti con “l’orchestra invisibile”, come nel disco, perché in Romantic Robot la partitura per orchestra sinfonica arrangiata da Roberto Molinelli, alla fine dei conti è stata eseguita e diretta da un robot, da un computer, in maniera digitale.

I concerti hanno questo aspetto digitale, come il disco, poi ci sono anche altre variazioni, c’è molta improvvisazione, i concerti non sono mai uguali, anzi quest’estate non ne stiamo mai facendo uno uguale all’altro. A Firenze, per cause di forza maggiore, abbiamo fatto un concerto praticamente acustico perché l’impianto ha avuto un problema. È stata veramente un’altra apertura, ci siamo ritrovati a fare il concerto senza corrente elettrica, c’era solo Peter Pichler con il suo Trautonium e impianto, tutto il resto era acustico.

Poi ci sono anche dei momenti pazzi, tipo adesso a causa della mia passione per i Weather Report e Joe Zawinul con i quali sono cresciuto, durante i concerti degli Extraliscio apriamo questa piccola parentesi dove facciamo dei brani inventati lì per lì di finto jazz-rock. Qualcuno ci sente dentro Fela Kuti, qualcuno ci sente dentro del rap, qualcuno ci sente dentro del prog, tutto quello che si sente va bene comunque, perché stiamo inventando qualcosa di sempre diverso.

Abbiamo un repertorio talmente vasto che possiamo variare dai classici a tutti pezzi originali, elettronici, acustici, digitali. Per farvi capire che ogni serata la musica degli Extraliscio è sempre una sorpresa anche per noi che la suoniamo, non solo per chi ci viene a ascoltare.

La Milanesiana, a Firenze. Foto press

L’evoluzione degli Extraliscio è un po’ questa qua: siamo partiti con questa missione di portare il liscio ai giovani e abbiamo fatto belle cose, abbiamo portato di liscio dove il liscio non era mai entrato, abbiamo fatto delle tournée meravigliose nei teatri romani di Fiesole, Gubbio e l’anno scorso siamo stati a Verona per l’omaggio meraviglioso a Franco Battiato dove abbiamo portato Voglio vederti danzare.

Quest’anno siamo invece nella fase extra, di sperimentazione, ci sentiamo chiusi dentro una stanza al buio dove ogni luce che si accende è un’idea nuova. Sicché noi dobbiamo cercare di accendere più luci possibili in questa stanza, per illuminare il nostro cammino fatto di libertà, fatto del non seguire nessuna moda. Noi siamo orgogliosi, lo diciamo di essere un gruppo fuori moda, ma ce ne freghiamo perché il nostro desiderio è di cercare nel profondo una verità musicale. Tutti cercano la verità, però poi c’è gente che si perde a inseguire quello che funziona in quel momento, noi vorremmo fare qualcosa che rimanga nel tempo e intanto lasciamo che questa sperimentazione ci porti lontano, come le nuvole.

La stanza al buio è proprio quella cosa lì. Ti perdi, ma ti ritrovi, o trovi qualcosa che non sapevi di stare cercando. Speriamo che la parte allegra degli Extraliscio rimanga sempre, perché la musica comunque è anche allegria e in questo momento è anche molto importante sapere condividere, saper stare insieme alla gente anche in maniera allegra.

Al Jova Beach Party, con Lorenzo

Nei prossimi giorni andremo a Ischia, a Vasto, a Pavia, fino in Germania. Qualche giorno fa siamo stati ospiti al Jova Beach Party e lì abbiamo sparato 25 minuti dei nostri sei pezzi più da festa ed è stata una cosa bellissima vedere migliaia di teste e braccia che volavano per aria, il polverone che si alzava. A un certo momento mi sembrava di essere veramente in Florida, in California perché c’erano queste casette lungo il mare con tutta questa atmosfera, questo polverone che si alzava, gente che saltava, sembrava veramente di essere dall’altra parte del mondo. Invece eravamo in Romagna a pochi metri da casa mia.

La mia musica è come le nuvole, reale ma anche trasparente, vuole essere visibile ma anche mutevole. Da bambino mi ci sono perso e da grande le ho ritrovate, sentendo che le nuvole sono la forma più vicina alla mia musica, prima o poi doveva succedere che gli dedicavo una canzone e per fortuna, di conseguenza, è arrivato anche un filmino girato da Elisabetta Sgarbi, ispirato al cinema di Antonioni. Lei è fondamentale per gli Extraliscio, per lei produrre un progetto è credere in una storia umana. Io avrei voluto essere un regista, ma non ho mai potuto neanche pensarlo perché nel mio paese era possibile solo suonare, lei ha sempre amato visceralmente la musica, sicché credo che questo scambio sia il nostro incrocio perfetto.

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