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Dal 27 al 31 agosto, dentro i giganteschi spazi brutalisti del Kraftwerk Berlin, si è consumato il festival di musica sperimentale più osannato d'Europa, tra rimbombi di basse frequenze, giochi di luce e corpi sudati nell'oscurità. Un girone infernale dove però si è alternata nei vari palchi la crème dell'avanguardia di ieri e di oggi. Da Iggor Cavalera dei Sepultura con Merzbow e Bernocchi che sputano noise violento dalle casse del Main stage al metal elettronico di Lord Spikeheart, artista kenyota noto per la sua spaventosa dote di scream e growl. Cinque notti di pura follia, che solo Berlino potrebbe ospitare. Nell'immagine: Il pubblico del Main stage al Kraftwerk Berlin. Foto: Edith Marchiani
Il tunnel che porta al Tresor, club che si trova nei cunicoli sotto il Kraftwerk. Foto: Edith Marchiani
L'ex sala di controllo della centrale elettrica, oggi convertita in area chill con proiezioni audiovisive. Foto: Edith Marchiani
Giochi di luce sul Main stage. Foto: Edith Marchiani
Gli emptyset regalano ai presenti uno dei live più rumorosi e ad alta energia (di basse frequenze) di tutta la storia del festival. Foto: Edith Marchiani
Esoterici e oscuri: Puce Mary e Rainy Miller presentano il nuovo progetto GRIEND. Foto: Edith Marchiani
Lord Spikeheart, un metallaro dal Kenya la cui band è una base di musica elettronica violentissima, scream e growl del 22esimo secolo. Foto: Edith Marchiani
Carrier ammalia con giochi di luce. Foto: Edith Marchiani
Iggor Cavalera dei Sepultura sul palco con il guru dell'harsh noise giapponese Merzbow in uno dei live più attesi e violenti del festival. Foto: Edith Marchiani
Heith, uno dei pochi italiani a meritare il Main stage, performa il suo show Escape Lounge. Foto: Edith Marchiani
Una gigantesca sirena, installazione che come altre all'interno del festival richiama l'attenzione sul preoccupante stato di polizia che si è instaurato in Germania e nelle democrazie europee. Foto: Edith Marchiani
Gli emptyset in un momento di rara tranquillità di pressione sonora. Foto: Edith Marchiani
Rainy Miller recita poesie, poi strappa le pagine del libro, si punta la torcia addosso e poi la indirizza sul pubblico. Foto: Edith Marchiani
Alcune installazioni nella navata laterale dell'ex spazio industriale dopo la fine dei live. Foto: Edith Marchiani
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