Fedez: «Meglio bimbe di Conte che bimbe dai preti» | Rolling Stone Italia
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Fedez: «Meglio bimbe di Conte che bimbe dai preti»

Nel nuovo singolo con Dargen D’Amico ‘Roses’ il “marito della Ferragni” (sua definizione autoironica) se la prende coi soliti sospetti: Salvini, Gasparri, Dell’Utri e i Benetton che non chiedono scusa per Genova

Fedez: «Meglio bimbe di Conte che bimbe dai preti»

Fedez, Dargen D'Amico, le rose e il rosé

Foto: dal profilo Instagram @Fedez

Una delle canzoni di Dargen D’Amico preferite da Fedez ha una dozzina d’anni, s’intitola Il rap per me ed è una specie di anti manifesto del rap italiano: “Il rap per me è dire cose che non credi su una musica non tua”. Trasformate quel “non credi” in “credi” e avrete il senso del nuovo singolo della coppia Fedez-D’Amico. Sulla base di un remix dance di Roses di SAINt JHN, Fedez attacca i soliti sospetti: Gasparri, Salvini, Fontana, i Benetton, Dell’Utri. E i sacerdoti pedofili. “Meglio bimbe di Conte che bimbe dai preti”.

Fedez ha spiegato l’origine del pezzo in una diretta Instagram con Chiara Ferragni e Dargen D’Amico. «Ogni tanto la Sony si sveglia da un sonno profondissimo e chiede se voglio fare un remix, come è successo una volta con Ariana Grande». Questa volta gli è stato chiesto di lavorare su Roses del rapper di Brooklyn di origine guyanese SAINt JHN. Non nella versione originale del 2016, ma nel remix che sta avendo successo un po’ ovunque fatto l’anno scorso da un dj kazako chiamato Imanbek. Il rinnegato del rap inizia con un “ohm” e si scusa: “Io vi chiedo pardon, mica come i Benetton, se il marito di Chiara Ferragni non vuole fare pezzi reggaeton”.

No, Fedez non fa reggaeton. Roses ribadisce il suo interesse per l’intersezione fra rap e dance, un filone (ne abbiamo scritto qui) sempre più popolare in Italia. Roses è un pezzo ammiccante, ballabile e tamarro, con il ritornello in inglese dell’originale che poco c’entra con le strofe. Fedez si guarda attorno, anche se a volte sembra rimasto al 2019, a volte al 2010. Nel pezzo ci sono Salvini che quest’anno non può più rubare il pedalò alla polizia, i DPCM e il coronavirus, la massima «senza testa l’uomo sopravvive pochi istanti, eccezion fatta per Gasparri», Attilio Fontana e Totò, Dell’Utri che esce di galera, rime come «sogno un rosé, il Salento per me, ma c’è Rocco Casalino che mi caccia dal privé». Se Fedez offre una versione fumettistica della vita pubblica in Italia, Dargen D’Amico definisce Roses «un brano di autocritica sociale, se esiste una cosa del genere». Parla della «notte metaforica che abbiamo vissuto e che ci è servita a capire meglio chi siamo».

L’uso di una copertina completamente originale per il singolo non è stata approvata ed è stata quindi usata l’originale del remix di Imanbek con i colori cambiati. Del pezzo è stata prodotto anche una versione con il ritornello in italiano che però non è stata approvata dall’internazionale. Giudizio della Ferragni: «orrendo, un po’ too much, un po’ forte». Replica di Fedez: «ma sei una stronza». Controreplica: «ma amore, te l’ho detto sempre, io son sincera». Morale: «La versione in italiano» dice Fedez «la carichiamo illegalmente su YouTube senza l’approvazione dell’internazionale».

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