Fedez e J-Ax, da comunisti a benefattori col Rolex | Rolling Stone Italia
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Fedez e J-Ax, da comunisti a benefattori col Rolex

I Grattachecca e Fichetto del pop italiano hanno fatto pace e canteranno assieme il 28 giugno al festival benefico Love MI. Breve cronaca di una conferenza stampa tutta pace, amore, dané per i bambini e paura dell’effetto-virgolettato

Fedez e J-Ax, da comunisti a benefattori col Rolex

J-Ax e Fedez alla presentazione di Love MI

Foto: Sergione Infuso/Corbis via Getty Images

Fedez: «Sto cercando di ricordare. Ti ho mandato prima un messaggio?».
J-Ax: «Li facciamo ridere?».
Fedez: «Avevo appena fatto una riunione qui a Palazzo Reale e avevo detto al mio entourage: “Sarebbe figo se al festival ci fosse J-Ax. Provate a contattarlo”».
J-Ax: «Una persona di cui non farò il nome mi viene a dire che Federico vuole fare questa cosa e io rispondo: “Non è vero, sei tu che la vuoi fare e dopo essere venuto da me andrai da Federico a dirgli la stessa cosa. Anche perché se Fede avesse voluto farla mi avrebbe chiamato, no?”. Mi ero dimenticato che lo avevo bloccato».

Abituati come siamo a vederli prendersi a martellate in testa via stampa e social come Grattachecca e Fichetto, fa strano vedere Fedez e J-Ax assieme presentare Love MI, festival gratuito e benefico che si terrà il 28 giugno in Piazza Duomo a Milano (informazioni a questo link). Al concertone fortemente voluto da Fedez è abbinata una raccolta fondi via sms a favore di Fondazione TOG, centro di riabilitazione per bambini affetti da patologie neurologiche complesse che sta lavorando all’apertura di una nuova sede milanese in Viale Jenner. «Abito lì dove si farà la struttura», dice J-Ax, «questo è il tipo di gentrificazione e rebranding di cui ha bisogno Milano».

Al centro dell’attenzione c’è Fedez. È lui l’ultrabenefettore dell’epopea italiana di Instagram, già co-protagonista di Scena Unita, del potenziamento crowsourced della terapia intensiva del San Raffaele e di altre iniziative buone e giuste. E naturalmente motore di Love MI con la sua azienda, la Doom Entertainment dove, ci fa sapere, le collaboratrici figliano abbondantemente e liberamente – Elisabetta, up yours! La madre-manager di Fedez è in prima fila e capita che incrociando lo sguardo lui dica: «Che cosa ho detto di male?». J-Ax interviene più raramente. Scherzando ma non troppo, dice d’essere terrorizzato dall’effetto virgolettato: «Sembra sempre che dico cose allucinanti».

Siccome Fedez è passato attraverso l’operazione di rimozione di un tumore (lo spiega bene più sotto), si potrebbe pensare a una rimpatriata dovuta a più alte e drammatiche circostanze, i vecchi screzi messi da parte di fronte alla malattia che fa tabula rasa di stupidaggini e futili litigi. E invece no, i due si erano già riconciliati. «Ci siamo sentiti prima gli fosse diagnosticato», dice J-Ax. «Sono la prima persona che ha visto appena uscito dall’ospedale perché c’eravamo dati appuntamento. Non sono uno che crede che le coincidenze siano segnali che ci manda l’universo, ma in questo caso… Appena ci siamo chiariti Fede mi ha parlato dell’associazione, che conoscevo grazie a La Pina».

Prima ancora dell’incontro fuori dall’ospedale, aggiunge Fedez, «ci eravamo parlati al telefono per sei ore, dicendoci tutto quello che ci dovevamo dire». Essendo passati quattro anni dal concerto dei due a San Siro col repertorio di Comunisti col Rolex, picco di popolarità e assieme momento di rottura della coppia, «abbiamo potuto parlare di certe cose senza che facessero male. Non c’era un sola ragione dietro alla separazione, ma una serie di motivazioni in anni di troppa frenesia».

«E di due esaurimenti nervosi diagnosticati dopo, uno a lui e uno a me», aggiunge J-Ax. «Finalmente siano stati in grado di metterci l’uno nei panni dell’altro». Il caso, quindi, ha voluto che l’appuntamento dei due fosse fissato il giorno in cui inaspettatamente è stata trovata una massa tumorale nel pancreas di Federico. «È stato fra i primi a saperlo, dopo i parenti stretti. Momenti del genere intensificano il significato di ciò che si fa». Ora, come dice J-Ax, i due vogliono portare in Piazza Duomo «il fuoco di quando abbiamo fatto la storia della musica italiana». Pausa. «Ecco il virgolettato per il quale mi faranno il culo su Facebook».

L’ormai ipercondiviso post della riconciliazione è stato fatto a casa di Fedez. «La parte più commovente del post l’ha scritta Alessandro. Quando me l’ha fatta leggere sono scoppiato a piangere. Anche abbracciarlo è stato un gesto importante per uno come me che non lo fa spesso. Abbiamo sofferto entrambi, ma le cose belle e vere erano più importanti. Abbiamo vissuto momenti forti, non solo di carriera, ma di amicizia pura. Oggi l’ho visto abbracciarsi con mia madre, che se io ho un carattere di merda, lei…». J-Ax dice che la scelta di rimettersi assieme è razionale, non emotiva: «Abbiamo passato quattro anni a dipingerci come dei super villains, eravamo dei Lex Luthor uno nella mente dell’altro. Io gliel’ho detto: ho scelto razionalmente di riallacciare amicizia con te, di credere in te e scelgo di non essere una persona guidata dalla paura, dall’odio e dal rancore».

Alla semplice domanda «come stai?», Fedez risponde candidamente spiegando che «il mio tumore molto raro, da uno su un milione. È quello di Steve Jobs, ecco, se dovessi vantarmi», dice tentando la battuta. «Non ha una classificazione cancerogeno-benigno, va da G1 a G3. Il mio era un G1. Tanto culo. L’esame istologico ha fatto vedere che non ha preso i linfonodi, non avevo micrometastasi, motivo per quale non ho dovuto fare chemioterapia. Non voglio dire la parola, ma al 90% va tutto bene. Ora devo recuperare dall’operazione. Mi sono stati rimossi duodeno, cistifellea, pancreas e un pezzo di intestino. Ho ancora i punti. Miracolosamente, sto ricominciando a fare attività fisica. Sono cambiato dentro e fuori, letteralmente. Ho sempre vissuto come sconfitta prendere psicofarmaci e poi mi sono detto: se uno si rompe braccio mette il gesso. E il gesso che mi sono messo mi è servito tanto, è come se vedessi il mondo a colori».

A Love MI la coppia dovrebbe esibirsi per un’ora, facendo ognuno un featuring con un altro artista. Fedez spiega che essendo convalescente non riuscirebbe a reggere un intero concerto, J-Ax aggiunge che «celebreremo Comunisti col Rolex, non avendo due ore come a San Siro faremo i brani che ci sembra siano rimasti nel cuore del pubblico e due che sono rimasti solo nel cuore nostro, che non sono diventati super popolari, ma che secondo noi sono i brani più belli della storia della musica. Virgolettate, mi raccomando, eh?».

Fin dal primo post in cui hanno annunciato la reunion, i due hanno detto che non ci sarà almeno per ora una canzone inedita. E in futuro?
Fedez: «Secondo me sì. Non abbiamo nulla in programma, giuro, ma credo che potrà succedere».
J-Ax: «Lo sai che hai appena rovinato la conferenza stampa?».
Fedez: «E perché?».
J-Ax: «Perché gli hai dato il titolo».

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