Fantasanremo è il modo più sofisticato che esista per cazzeggiare sul Festival | Rolling Stone Italia
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Fantasanremo è il modo più sofisticato che esista per cazzeggiare sul Festival

Era un fenomeno per pochi amanti del Festivàl (con l'accento sulla a). Ha superato le 180 mila squadre che si districano fra bonus, malus, "baudi" e artisti complici di questa pazza allucinazione collettiva

Fantasanremo è il modo più sofisticato che esista per cazzeggiare sul Festival

I "baudi" e il palco di Sanremo 2022

Prima regola del Fantasanremo: parlare del Fantasanremo, il più possibile. E se fate il nostro lavoro, anche fare sì che ne parlino gli altri, soprattutto i cantanti in gara, perché ogni menzione mediatica vale +10 punti. Se poi riuscite a convincerli anche a fare qualcosa di specifico sul palco, ci sono ulteriori bonus. Ci sono colleghi che da settimane cercano di persuadere Achille Lauro a sfoggiare un inaspettato tatuaggio in zona pubica sul palco dell’Ariston (+20 punti), Iva Zanicchi a rivolgersi allo stesso stylist di Orietta Berti (+25 punti se l’artista indossa abiti raffiguranti capesante), Giovanni Truppi a bere un buon bicchiere di rosso prima di andare in scena (+20 punti se l’artista è dignitosamente brillo). Le squadre presentate finora sull’apposito sito sono oltre 180 mila, e salgono di ora in ora, perché c’è tempo fino alle 00.00 dell’1 febbraio, quando il 72° Festival della Canzone Italiana aprirà i battenti.

Breve storia della fantakermesse più chiacchierata del momento: è ovviamente ispirata al fantacalcio ed è nata nel 2019 da un’idea di un gruppo di amici delle Marche, che si auto-costituiscono Giuria Microscopica e lanciano il loro girone, riunendosi in un piccolo bar di Porto Sant’Elpidio. Per un paio di edizioni resta un fenomeno in sordina, che si basa sul passaparola di un gruppo di fan maniacali del Festivàl (come lo chiamano loro). Tutto cambia nel 2021: la pandemia infuria e impedisce a tutti coloro che, per una volta all’anno traboccanti di sentimento nazionalpopolare, si riuniscono a casa di amici e parenti per un gruppo d’ascolto, in un misto di tifo e goliardia. Così i nostri eroi pensano bene di creare un vero e proprio sito per lanciare il Fantasanremo ricreando almeno a livello virtuale il clima festoso che da sempre accompagna l’evento.

Complice anche l’interessamento di diversi influencer, il fenomeno diventa virale: le squadre registrate sono più di 50 mila. Un’enormità, considerando che si trattava di un’iniziativa spontanea e senza sovvenzioni o pubblicità di alcun tipo. Alcuni artisti citano il torneo nelle loro storie di Instagram (Fedez), altri addirittura sul palco dell’Ariston (Lo Stato Sociale, Random, Colapesce e Dimartino). Un successo pari quasi a quello del Festival vero, insomma, e con mire europeiste, grazie al successivo FantaEurovision. Quest’anno, nonostante a gestirlo sia sempre lo stesso gruppo di amici marchigiani, è diventato un marchio registrato e a metterci il cappello c’è anche uno sponsor importante, un noto provider di Internet e tv. E come dicevamo, le iscrizioni sono ulteriormente esplose. Il meccanismo è semplice: ogni giocatore ha a disposizione 100 baudi (è la valuta ufficiale del gioco, chiamata così in onore di Pippo Baudo) da spendere per comprare 5 cantanti, che hanno prezzi diversi a seconda delle loro quotazioni. Il capitano prescelto raddoppia i suoi punteggi la sera della finale. La combinazione dei vari fattori darebbe vita a delle squadre piuttosto equilibrate, se si guardasse solo alla classifica del Festival, ma a sparigliare le carte ci pensa un sistema di bonus e malus intricatissimo e a tratti esilarante.

Qualche esempio? Il terzo classificato prende 25 punti, ma li prende anche il penultimo classificato. Se Sangiovanni arriva sesto (questa la capiranno solo i milanesi), bonus di 6 punti. Se Aka 7even arriva settimo, bonus di 7 punti. Se un artista viene presentato dal vincitore di una competizione sportiva internazionale si sale a +20, che comunque non battono una presentazione di Cristiano Malgioglio, che da listino è a +25. Capitolo funzioni biologiche e fluidi corporei: +10 se l’artista si scaccola durante l’esibizione, il bonus quadruplica se assaggia il frutto proibito. Anche il bonus bacio triplica in caso si tratti di un limone, anziché di un casto saluto pre-pandemico. Defecare sul palco vale 50 punti più Iva (e anche questa la capiranno solo gli amanti del trash televisivo).

Teatro (Ariston) dell’assurdo: se il cantante dice la parola “papalina”, sono 50 punti tondi tondi in più, e 25 se l’artista è scrutinato come potenziale Presidente della Repubblica, cosa statisticamente non improbabile, visto che il nome di Amadeus è già saltato fuori dall’urna. Per fatalisti e/o superstiziosi: +500 punti in caso di morte da martedì a sabato, che raddoppiano in caso il tragico e inatteso evento avvenga durante l’esecuzione del proprio brano.

Occhio anche ai malus, però. Quelli che promettono di essere ricorrenti: -10 punti se l’artista indossa gli occhiali da sole (Dargen?), -10 punti se l’artista usa l’AutoTune (Sangiovanni? Aka 7even?), -10 punti se la canzone contiene il nome dell’artista negli ad-libs inziali (Blanco?), -25 per caduta della dentiera o spostamento vistoso del riporto (e qui lasciamo immaginare a voi a quali cantanti potrebbero riferirsi, ché noialtri abbiamo rispetto per gli anziani).

Quelli relativi agli incidenti di percorso: -50 per problemi tecnici che causano l’interruzione del brano, -10 se all’artista cade il microfono, -30 per inciampo sulla scala e -50 per un capitombolo vero e proprio, -10 se il presentatore sbaglia il nome dell’artista o il titolo di una canzone all’annuncio del brano. Su oscenità, blasfemia e vandalismo: -25 se l’artista sfascia gli strumenti o se sputa volontariamente sul palco, -20 per discorsi e battute a carattere discriminatorio, -66,6 per bestemmia in diretta. Naturalmente, come nella vita vera, anche nel Fantasanremo chi prende il Covid paga pegno: -50 punti per i positivi durante la settimana del Festival. Premio speciale Bugo & Morgan: la squalifica costa 100 punti ai diretti interessati.

Esattamente come nel Fantacalcio, quest’anno è possibile anche creare una piccola lega privata per sfidare amici e colleghi, cosa che probabilmente ha aumentato ancora di più l’attrattiva del Fantasanremo nonostante – spoiler – alla fine dei giochi non si vince niente, neanche una palma di plastica dorata da posizionare strategicamente su una mensola in salotto. La vera vittoria è quella di poter sfoggiare pubblicamente e orgogliosamente un guilty pleasure che per anni è stato bistrattato e nascosto dai più: la visione del Festival, come rito catartico e propiziatorio che ci unisce tutti. Perché Sanremo si può odiare, Sanremo si può amare, ma c’è una sola cosa che è impossibile da fare: non guardarlo. E allora, a questo punto, tanto vale trasformarlo in un’occasione di diletto e cazzeggio condiviso.

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