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Dua Lipa ha dimostrato che i livestream funzionano se sono giganteschi

Lo Studio 2054 di venerdì scorso è costato un milione e mezzo di dollari ed è stato visto da 5 milioni di persone. «Se vuoi vendere biglietti devi promettere al pubblico un'esperienza fuori dal normale»

Foto: Pixie Levinson

Lo spettacolo in streaming di Dua Lipa Studio 2054 è stato un successo clamoroso: è stato visto da 5 milioni di persone nel mondo, un record assoluto secondo il management della pop star. Ma c’è dell’altro. Lo show ha rappresentato un test importante per l’industria discografica che da nove mesi cerca alternative redditizie agli eventi dal vivo che non si possono più organizzare causa Covid.

È stato un evento gigantesco. Le cifre definitive non sono state rese note, si sa però che lo show è costato più di un milione e mezzo di dollari e quasi cinque mesi di lavoro. Il bilancio economico è positivo, assicura Ben Mawson, co-fondatore dell’agenzia di management della cantante, la TaP Music. In futuro Dua Lipa rifarà cose del genere, indipendentemente dal ritorno ai veri concerti. Non solo: dopo la performance, la vendita dei biglietti per il tour di Future Nostalgia ha fatto registrare un’impennata del 70%.

«Questo tipo di esperienza farà parte del modello di business, anche quando si potrà tornare a fare concerti», assicura Mawson. «È una nuova forma creativa di performance e quand’è fatta bene, come nel caso di Dua, funziona alla grande. Non so quando, ma lo rifaremo, anche con altri artisti».

Foto: Pixie Levinson

In un primo tempo si è parlato di 264 mila biglietti venduti. Mawson aggiorna la cifra a 284 mila. È destinata a salire ancora: la piattaforma Live Now vende ancora biglietti (a 8,50 euro). Lo show sarà infatti disponibile fino a domenica. Per rendere il concerto il più possibile accessibile, il team di Lipa ha stretto accordi con servizi di streaming locali che l’hanno trasmesso gratuitamente, com’è avvenuto in India e in Cina. Secondo Mawson, nei due Paesi è stato visto rispettivamente da 95 mila e da quasi due milioni di persone. Altrove non è andato altrettanto bene. «Essendo questa una produzione enorme», dice Wendy Ong, presidentessa di TaP Music, «ci premeva che fosse accessibile in tutto il mondo. Ecco perché abbiamo lavorato tanto sui fronti del marketing, del ticketing e delle partnership».

E pensare che all’inizio Dua Lipa non era convinta di farlo. Voleva aspettare il ritorno ai veri concerti di fronte ai fan. Ha cambiato idea quando TaP le ha presentato l’idea di mettere online non un semplice livestream, ma uno spettacolo simile a uno speciale televisivo. «Molte esibizioni live viste durante il lockdown non erano esattamente eccitanti», dice Ong. «Abbiamo cercato di creare un evento multidimensionale con ospiti che somigli maggiormente a un programma tv o a un film. E questa idea l’ha conquistata».

Foto: Pixie Levinson

Il successo di Studio 2054 ha rafforzato la convinzione che per costruire uno show virtuale di successo ci vogliono un sacco di soldi. Il milione e mezzo di dollari di costi per la performance di Dua Lipa potrebbero impallidire di fronte all’investimento forse addirittura a otto cifre che i Kiss stanno facendo per il loro show di capodanno a Dubai.

La resa economica dei livestream è soggetta ad alti e bassi. Senza investimenti non si va da nessuna parte. Nei primi mesi del Covid si sono visti tanti livestream improvvisati e a basso costo. Ora che quel mercato è saturo, i big stanno facendo le loro mosse e stanno portando con sé i mega budget a cui sono abituati.

Non è la prima esperienza col livestreaming per TaP, che rappresenta anche Lana Del Rey, Ellie Goulding e Hailee Steinfeld. Dermot Kennedy si è infatti esibito al Museo di Storia Naturale di Londra, la Goulding al Victoria and Albert Museum della capitale inglese.

Foto: Pixie Levinson

«Vogliamo conquistare anche il fan più scettico, convincendolo che si tratta di esperienze incredibili», dice Ong. «Senza la produzione gigantesca, i super ospiti e tutto il resto non avremmo convinto il pubblico a comprare i biglietti. Se non pensi in grande tanto vale guardarsi un video musicale».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US.

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