Gioia e gaudio nel regno! Oggi le scene (musicali, ché quelle della cronaca sono tutte da un’altra parte) sono tutte di Taylor Swift, che ha pubblicato il suo attesissimo nuovo album The Life of a Showgirl.
Lo sanno anche i muri: le piume, l’immaginario delle ragazze di Las Vegas che lavorano nei club, i completi di glitter, Taylor è tornata. Anche se non è se n’è mai andata davvero, perché il suo ultimo album è uscito l’anno scorso, e in mezzo c’è stato il tour che ha incassato di più nella storia.
Quando si trova il tempo per scrivere gli album? Lei per prima ha capito il valore del tempo inteso come esserci sempre per non sparire nei meandri dello scrolling. E negli ultimi anni abbiamo avuto dischi nuovi, ristampe, tour. Si trova poi sopratutto se è un album come questo, che esplora gli ultimi mesi, ma che racconta in generale la vita di una persona molto famosa. Attraverso i suoi occhi e attraverso quelli di chi l’ha preceduta. Con l’amore che ti salva (non dimentichiamoci il suo fidanzamento ufficialissimo), le amicizie tossiche, e una serie di fatiche che solo se fai la showgirl puoi conoscere (ebbè).
Parlando prettamente di musica, questo era un disco atteso perché TS è tornata a lavorare con Max Martin, l’uomo che ha creato il sound che le ha permesso di svoltare da quel mercato prettamente americano che è (era) il country a quello del pop, facendole conquistare il mondo. Da Shake It Off a tutto quello che ne è seguito.
E dopo il periodo Folkore e dopo il malinconico e lunghissimo disco dalle sonorità indie-folk The Tortured Poets Department, diciamo non apprezzato da tutti, in questo il messaggio era chiaro: tornare alle canzoni da classifica. Ma è davvero così? Ecco cos’abbiamo imparato dal primo ascolto di The Life of a Showgirl.
Max Martin c’è, ma non è il ‘1989’
Le manine di Max Martin sono d’oro. Ha lavorato con tutte le vostre popstar preferite, è uno dei produttori e autori più influenti della storia della musica pop contemporanea. Britney Spears, Backstreet Boys, *NSYNC, Katy Perry, The Weeknd, Ariana Grande: tutti devono dirgli grazie. Anche Taylor, appunto, che già dall’album Red si era affidata al produttore svedese e al suo fidato compare Shellback per virare verso un suono più pop. I tre hanno poi confezionato l’album forse più rappresentativo della carriera di TS, 1989, quello di Shake It Off e Blank Space, per dirne due. I fan forse si aspettavano un disco come quello: pieno di ritornelli cantabilissimi e spudoratamente pop. Attenzione, The Life of a Showgirl lo è. È un disco superpop. Le melodie sono immediate, è un disco corto, 12 tracce, e siamo ben lontani dalle antologie da 50 pezzi a cui ci aveva abituato recentemente. Volendo però trovare una relazione con altri suoi lavori, diremmo che siamo più in zona Lover. Potremmo dire che i pezzi di TLOAS mantengono un livello di omogeneità ritmica che lo distanziano da 1989. È un disco in cui si sentono gli strumenti, le percussioni e gli archi, e durante la produzione è stato fatto un lavoro per farlo suonare vintage e pulsante. Sentirete anche qualcosa che può ricordare i Fleetwood Mac sporcati con i synth nella (bella) traccia d’apertura The Fate of Ophelia, e pure i Jackson 5 (di I Want You Back) in Wood. E visto che Taylor parla sempre di relazioni, facciamo un parallelismo familiare anche noi: in The Life of a Showgirl è come se Lover e 1989 avessero avuto un figlio. «È bellissimo, signora. Come lo chiamerete?». «Mid-tempo».
La Gen Z imparerà finalmente chi è Elizabeth Taylor
Molti lo sapranno già, per carità, ma da oggi le ricerche su Google si impenneranno. Taylor ha intitolato così il secondo brano del disco, in cui sembra un po’ raccontare la sua storia attraverso quella dell’attrice pluri-premio Oscar e pure pluri-marito: “All my white diamonds and lovers are forever”. Ma soprattutto gli occhi viola di Liz, proprio come quelli di Taylor dopo litri di lacrime.
È appena uscito ma c’è già chi ha trovato i primi (presunti) dissing
Questa volta tocca a Charli XCX. Nel brano Actually Romantic, Taylor canta di qualcuno che la chiamerebbe “boring Barbie” quando la cocaina inizia a fare effetto. Qualcuno che batte il cinque al suo ex e che gli fa i complimenti perché l’ha ghostata. Sul web è partita la caccia, e per tantissimi questo potrebbe essere un brano dedicato a Charli XCX, “colpevole”, sempre secondo i fan, di aver dedicato a Taylor il brano Sympathy Is a Knife, in cui la brat cantava “Non voglio vederla nel backstage dello spettacolo del mio ragazzo / Incrocio le dita dietro la schiena, spero che si lascino in fretta”. Parlava di TS? Chi lo sa. Swift si è lasciata con Matty Healy, il cantante dei The 1975, nel 2023. Charli XCX ha annunciato il suo fidanzamento con Daniel, il batterista della band, alla fine dello stesso anno. Sicuramente un altro tassello della vita e della fama delle showgirl sono le malelingue. “Tutto lo sforzo che ci metti (a parlare male di me, nda) in realtà è romantico, devo ammetterlo. Nessun uomo mi ha mai amato come te”. Tra tre anni faranno pace e pure un feat.
Ma il brano non è l’unico sotto esame. In Father Figure, che porta lo stesso nome di uno dei brani più incredibili di George Michael (e ne contiene anche un’interpolazione), TS non esita a levarsi altri sassoloni dalla scarpa. “I’ll be your father figure / I drink that brown liquor / I can make deals with the devil because my dick’s bigger / This love is pure profit / Just step into my office / I dry your tears with my sleeve”. Parole che sembrano rivolte a Scott Borchetta, dirigente discografico americano noto per aver fondato la Big Machine Records e per aver scoperto Taylor Swift. Oltre che per averla poi costretta a ri-registrare tutti i suoi dischi per problemi di proprietà dei master. Operazione lunga e faticosa, ma che ha fatto cambiare l’industria discografica tutta. Altra lezione imparata dalla showgirl: a volte la nostra fatica serve per migliorare la vita di tutti quelli che verranno dopo.
Taylor è stufa di Internet
In Eldest Daughter, prima ballatona del disco, TS cambia la narrazione che lei stessa aveva fatto di sé stessa. “I’m not a bad bitch, and this isn’t savage”. Il brano inizia con una panoramica del mondo dei social, oggi: “Everybody’s so punk on the Internet, every joke’s just trolling and memes”. Chi può saperlo meglio di una delle persone più commentate di sempre? Si continua nel brano Cancelled!, in cui cerca i suoi amici tra le persone che hanno scheletri nell’armadio e che portano le stesse cicatrici. “Ti hanno beccato mentre ti divertivi troppo? / Vieni con me, quando ci vedranno, scapperanno”.
L’immagiario della showgirl è un pretesto
Tutto il disco si focalizza sul lato “oscuro” della fama. Sulle problematiche dell’essere così famosi, di come questa posizione si rifletta su vita personale, amicizie, affetti. Sulla voglia d’amore e sulla gratitudine di riceverne. E, canzone dopo canzone, TS sembra dirci che, alla fine, anche le showgirl come lei hanno una vita come la nostra, che showgirl non siamo (per ora). Non aspettatevi quindi un album che con canzoni sensuali o da showtime come avrebbe potuto suggerire l’iconografia della copertina. Qui si parla dei pensieri della showgirl quando va a casa, si strucca e si butta nel letto per perdersi nei suoi pensieri.
È un disco che non vi farà cambiare idea su di lei
Taylor sa quello che fa. E sapeva anche che, dopo l’ultimo album, c’era bisogno di un cambio di rotta. Di mettere in pausa la collaborazione con Jack Antonoff. Di brani che potessero diventare immediatamente hit. Magari tutti insieme (da notare che non c’è stato un singolo di lancio per questo progetto). Poche come Swift sanno che il valore più importante di quest’epoca è il tempo. L’esserci sempre. Per questo, anche se i media fanno sembrare sia passata un’eternità, questo disco è uscito solo un anno dopo quello precedente. E TLOAS centra l’obiettivo: continuare la narrazione della popstar più grande di questi anni, cementificando ancora di più, se possibile, il suo ruolo nella cultura pop. TLOAS è un album che guarda indietro, per certi versi, ai lavori che l’hanno resa grande. Ma che allo stesso tempo getta le basi per quello che sarà. Soprattutto, è un disco che non vi farà cambiare idea su di lei. Se apprezzate la sua musica, questo disco vi conquisterà completamente. Se invece non avete mai capito le ragioni del suo successo, non sarà questo disco a farvi diventare Swifties. Perché nonostante non ne possa più di Internet neanche lei, TS è lo specchio di questi tempi veloci. Polarizzante: o la ami o la odi. È la vita delle showgirl, baby.
