Come ‘Fuck tha Police’ è diventata la canzone di protesta perfetta | Rolling Stone Italia
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Come ‘Fuck tha Police’ è diventata la canzone di protesta perfetta


«Molta gente sarebbe felice del successo in streaming, ma guarda che cosa l'ha causato: George Floyd. Quando è troppo è troppo». Ren e gli N.W.A. raccontano la storia e la seconda vita del classico del 1988

Come ‘Fuck tha Police’ è diventata la canzone di protesta perfetta

Gli N.W.A. nel 1989

Foto: Raymond Boyd/Michael Ochs Archives/Getty Images

Nella scorsa settimana, il classico antirazzista degli N.W.A. Fuck tha Police è diventato l’inno di una rivoluzione, cantato da migliaia di persone in tutto il mondo durante le manifestazioni per l’orribile morte di George Floyd, soffocato da un agente di polizia di Minneapolis. I manifestanti hanno scritto il titolo del pezzo su decine di cartelloni, oppure con le bombolette sui muri. L’hanno anche ascoltato ed è così che il pezzo di Straight Outta Compton ha visto i suoi dati streaming aumentare del 300%.

Le statistiche, in realtà, non entusiasmano uno degli autori del pezzo. «È una disgrazia», dice MC Ren poco dopo il memorial per Floyd. «Molta gente sarebbe felice del successo in streaming, ma è arrivato per via di George Floyd, una vera situazione di merda. Quando è troppo è troppo».

Gli N.W.A. sono diventati famosi quando MTV ha censurato il video di Straight Outta Compton, ma è Fuck tha Police che li ha resi immortali. In circa sei minuti Ice Cube, Ren ed Eazy-E elencano i capi d’accusa della polizia di Los Angeles, colpevole di interrogarli senza motivo e fare irruzione nelle loro case. Tutto su un duro beat di Dr. Dre, nel ruolo di produttore e giudice. «Fanculo alla polizia direttamente dall’underground», dice Ice Cube, «a un ragazzo negro è andata male perché è nero, e non dell’altro colore, così la polizia pensa di avere l’autorità di annientare una minoranza». Nella sua strofa, Ren dice: «Far fuori un poliziotto mi svolterebbe la giornata, ma un negro come Ren non ci mette un cazzo a dire: fanculo la polizia». Quando hanno registrato il pezzo, avevano 19 anni.

Gli stream di Fuck tha Police sono aumentati una prima volta tra il 2014 e il 2015, mentre si accendevano le proteste per gli afroamericani uccisi dalla polizia: Michael Brown a Ferguson, Eric Garner a Staten Island e Freddie Gray a Baltimora. Quando Black Lives Matter ha organizzato una veglia in onore del primo anniversario della morte di Brown, gli stream sono aumentati 44 volte. Un altro aumento c’è stato nel gennaio 2016, quando Black Lives Matter ha organizzato una manifestazione a San Francisco per il 50esimo Super Bowl. Ogni volta che la violenza della polizia arriva sulle cronache nazionali, gli stream del pezzo aumentano.

Quando gli chiediamo della longevità di Fuck tha Police, Ren dice che il brano ha lo stesso significato che aveva tre decenni fa. «Il messaggio è lo stesso e sarà così anche quando sarò morto».

Nel corso degli anni, Ice Cube ha confermato il punto di vista di Ren. «La nostra storia in America è questa: la polizia e altre autorità hanno a che fare con noi ogni giorno. Questa interazione si porta dietro abusi e violenze, e anche se Fuck tha Police è uscita nel 1988, è come se avessimo iniziato a scriverla 400 anni fa. Ed è rilevante ora come allora».

«Sembrava che in ogni momento della nostra vita, dal liceo in poi, la polizia ci avrebbe spaccato il culo senza alcun motivo», dice Ren. «Se eri nero, giovane e venivi dal ghetto, ti fottevano. Quello che senti nel pezzo è il frutto della frustrazione, dei maltrattamenti, delle perquisizioni senza motivo, della mancanza di rispetto, di quello che ci facevano solo per il colore della pelle. Tutte queste cose si sono accumulate nel pezzo. Non pensavamo che sarebbe rimasto in giro fino a oggi. Ma cazzo, è la canzone di protesta perfetta».

MC Ren a Chicago nel 1989. Foto: Raymond Boyd/Getty Images

Ice Cube dice che aveva ideato il pezzo quando il gruppo era agli inizi, ma Dr. Dre era riluttante a registrarlo perché aveva passato troppo tempo in prigione e non voleva problemi. Quando lui ed Eazy-E sono stati arrestati per aver sparato proiettili di vernice a un gruppo di persone che aspettava l’autobus, ha cambiato idea. «Gli sbirri ci hanno fermati e ci siamo ritrovati con la faccia a terra e le pistole puntate alla tempia», ha detto Dre nel 2007. «Pensavamo fosse una schifezza, così siamo andati in studio e abbiamo scritto la canzone».

«All’epoca, Daryl Gates, il capo della polizia di Los Angeles, aveva dichiarato guerra alle gang», ha detto Ice Cube nel 2015. «Era un modo politicamente corretto per dire che era in guerra con tutti quelli che pensava ne facessero parte… cioè tutti i ragazzini con un cappellino da baseball, una t-shirt e le sneaker ai piedi. Era troppo, era come una forza d’occupazione, una presenza abusiva. Insomma, quando è troppo è troppo. La musica era la nostra unica arma».

Il gruppo ha parlato dell’incidente di Dre e Eazy nell’appartamento che il produttore condivideva con DJ Yella a Paramount, in California, e sono subito andati in studio per registrare. Il rapper D.O.C., che aveva scritto gran parte di Straight Outta Compton, ricorda quando Cube ha proposto il concept del brano. «Quando ha detto il titolo, l’atmosfera è cambiata», dice, «abbiamo passato la giornata a costruire il pezzo a partire da quel sentimento».

«Siamo andati in studio, Dre ha messo il beat e io e Cube abbiamo scritto le nostre cose», ricorda Ren. «Non pensavamo che Fuck tha Police sarebbe diventata famosa. Sapevamo non sarebbe andata in radio».

La storia del pezzo è cambiata quando il vice direttore dell’FBI ha scritto una lettera di lamentele a Priority Records. «Le forze dell’ordine dedicano le loro vite a proteggere i cittadini», diceva, «e brani come quello degli N.W.A. scoraggiano e degradano questi uomini coraggiosi e determinati». All’epoca Straight Outta Compton era già disco di platino, ma quando Priority ha pubblicato la lettera, Fuck tha Police è diventata una hit underground. «Merda, quando è arrivata quella lettera abbiamo capito che la cosa si era fatta grossa», dice Ren.

«Eazy adorava quella lettera», ricorda D.O.C. «L’idea era far passare un concetto, e ha funzionato con tutti, anche con i poliziotti di alto grado».

Nonostante le controversie, gli N.W.A. non suonavano il pezzo dal vivo. Il film Straight Outta Compton racconta uno dei rari concerti in cui è successo: a Detroit, nel 1989, quando le autorità avevano specificamente chiesto di non farlo. «La polizia ci ha inseguito, siamo finiti in una stanzetta e ci hanno tenuto lì per un’ora», dice D.O.C. «Poi ci hanno chiesto l’autografo. Hanno accettato tutti tranne Cube. È l’unico che ha detto: andate a fare in culo. Era un puro al 1000%». Ren dice che tutte le volte che ha incontrato la polizia, tutti gli hanno detto quanto apprezzassero la canzone.

Quando la lettera dell’FBI è diventata di dominio pubblico, la canzone è diventata leggendaria. I Bone Thugs-N-Harmony e i Rage Against the Machine hanno registrato delle cover, mentre 2Pac, Prodigy, il comico Chris Rock e tantissimi altri hanno ricavato dei sample. Gli sceneggiatori del mockumentary Fear of a Black Hat ne hanno fatto una parodia, e YG ha usato il titolo per scrivere il suo inno per la morte di George Floyd.

«Anni fa ci criticavano per questo pezzo, è assurdo», ha detto Dr. Dre nel 2015. «Ora ci dicono che capiscono. Il film [Straight Outta Compton] fa luce sul problema, su quello che succede a Ferguson e Los Angeles. Metterà queste storie nella testa della gente, così che tutti capiscano che questo problema c’è ancora oggi».

Quando Ice Cube ha lasciato il gruppo nel 1989, gli N.W.A. hanno registrato un pezzo-sequel, Sa Prize (Part 2), per l’album 100 Miles and Runnin. Ren è il primo ad ammettere che il vero classico è Fuck tha Police, ma è ancora molto legato a un verso di Sa Prize: «Li chiami diritti, ma quando sei nero non esistono».

«Non ci sono diritti», dice. «Puoi avere tutti i soldi che vuoi, ma per la polizia resti un negro. Quindi non hai diritti. Come ha detto KRS-One, non ci può essere giustizia in una terra rubata. Il problema non sparirà finché la gente non capirà com’è nato. Molta gente non vuole parlarne. Ma spero che con questa protesta le cose cambieranno. Perché se non succederà il problema diventerà enorme. Nessuno vuole una rivoluzione armata».

«Il razzismo è un sintomo, la vera battaglia è economica», dice D.O.C. «I neri sono stati marginalizzati ed esclusi dall’economia del Paese. La gente sta iniziando a capire, e stanno cercando un modo per far partecipare tutti al gioco del capitalismo. È questo che convincerà la gente di colore a tenere al sicuro i quartieri, come facevano le Pantere Nere negli anni ’60. Non permettevano che poliziotti senza controllo entrassero nei quartieri a fare cose come quelle che hanno fatto a George Floyd, Ahmaud Arbery o Breonna Taylor. Nei quartieri dei Panthers non sarebbe mai successo. Non l’avrebbero permesso».

Ren non ha partecipato alle proteste per Floyd per paura della pandemia, ma supporta i manifestanti. «Protesto con lo spirito», dice. «Protesto con la mia canzone Fuck tha Police». Supporta chi chiede di tagliare i fondi della polizia e di addestrare gli agenti in modo migliore, ma soprattutto vuole che Floyd abbia giustizia. «Quei figli di troia devono pagare», dice dei quattro ufficiali coinvolti nell’omicidio. «L’altro giorno ho sentito qualcuno che diceva che perseguirli sarebbe stato difficile. Ma amico… se dovessero farla franca, dai. Se pensi che questa situazione sia negativa, sappi che sarebbe solo l’inizio».

Come Ren, anche D.O.C. non ha partecipato alle proteste, ma sta lavorando a un piano per cambiare la situazione dei neri della zona di Dallas-Fort Worth, dove vive, e spera che le proteste in tutto il mondo creino le opportunità per generare un cambiamento. «Devi capire cosa vuoi, elaborare un piano e non lasciare che ti diano meno di quanto ti aspetti. Tutto qui. Quando ti siedi al tavolo con le altre comunità, non dovrai più permettere che omicidi come quello di Floyd si ripetano».

Ren è meno ottimista. «È terribile che qualcuno debba morire per far salire gli stream di Fuck tha Police, ma continua a succedere. E continuerà anche dopo la mia morte e quella di Cube: la gente dirà sempre “fanculo la polizia”. Lo leggerai sui poster, sui muri. La gente continuerà ad ascoltarla, perché la violenza della polizia sui neri non finirà mai in questo Paese. Spero che qualcosa cambi, ma la nostra gente muore da tanto tempo. Siamo linciati senza motivo da quando siamo in America. Quando finirà?».

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