Lunedì scorso Matt Cameron ha annunciato che non sarà più il batterista dei Pearl Jam «dopo 27 anni fantastici». Essendo la prima volta dal 1998 che un membro del gruppo se ne va, gli interrogativi non sono sono pochi: perché li lascia? Continuerà a suonare? Chi prenderà il suo posto? E poi, perché nella band si sono avvicendati così tanti batteristi mentre gli altri quattro musicisti sono rimasti gli stessi dal primo giorno?
Quando Cameron è entrato nel gruppo, nel 1998, era già il quinto batterista a suonare coi Pearl Jam nell’arco di otto anni. È durato più a lungo di tutti i predecessori messi assieme, ma non era nei Pearl Jam quand’erano all’apice del successo commerciale, un periodo burrascoso segnato da divergenze sul futuro della band, una battaglia feroce con Ticketmaster, la preoccupazione di non svendersi al sistema e una parata di batteristi degna degli Spinal Tap, uno dei quali è durato un mese soltanto. Ecco una carrellata di tutti i musicisti che si sono avvicendati alla batteria.
Dave Krusen
Ottobre 1990-maggio 1991Nell’ottobre 1990 gli ex Mother Love Bone Jeff Ament e Stone Gossard hanno invitato Eddie Vedder per la prima volta a Seattle per vedere se scattava il feeling con loro due e col chitarrista Mike McCready. Per l’occasione hanno chiesto al batterista Dave Krusen di partecipare alle prove. Nei primi demo, quelli incisi prima ancora che il gruppo incontrasse di persona Vedder, aveva suonato Matt Cameron, che però stava coi Soundgarden. «Mi ha sorpreso parecchio sentire una voce tanto potente», ha detto Krusen a proposito di Vedder nel 2017. Il batterista era ancora nel gruppo in occasione del primo concerto quello stesso mese, quando poi sono andati in tour con gli Alice in Chains all’inizio dell’anno successivo e quando hanno inciso Ten. Ma aveva un grave problema: «Ero un alcolista», ha spiegato a Rolling Stone. «Ero stufo della mia dipendenza, ma non riuscivo a smettere di bere».
È stato cacciato dopo il concerto al party per festeggiare la fine delle riprese di Singles del 25 maggio 1991. Ten doveva ancora uscire e Krusen si è trovato ad assistere da lontano alla ascesa del gruppo. «Credo che sia stato più difficile per le persone intorno a me che per me», ha detto. «Dovevo accettare la cosa o lasciare che mi annientasse. Ho dovuto farmene una ragione e andare avanti con la mia vita».
Il 7 aprile 2017, più di un quarto di secolo dopo il suo ultimo concerto con la band, ha suonato Alive coi Pearl Jam in occasione del loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. Il 16 maggio 2022 è stato riconvocato per una sola serata, quando Cameron si è ammalato di Covid. Ha fatto nove canzoni di Ten. Josh Klinghoffer e Richard Stuverud si sono divisi il ruolo di batteristi per il resto della serata.
Matt Chamberlain
4 luglio 1991-3 agosto 1991I Pearl Jam hanno reclutato Matt Chamberlain, ex batterista di Edie Brickell & New Bohemians, per il tour dopo le session di Ten. «Ero lì solo per dare una mano», racconta nell’autobiografia ufficiale della band Pearl Jam Twenty. «Non conoscevo nemmeno quei ragazzi e in buona sostanza mi chiedevano di metteer sottosopra la mia vita per entrare nella band, che all’epoca viaggiava ancora in furgone. Non avevo alcun legame a livello personale o musicale con loro. Volevano solo un batterista».
In quello stesso periodo, a Chamberlain è stato offerto un posto nella house band del Saturday Night Live. Ha accettato senza esitazioni. «Certo, se avessi saputo che poi sarebbero arrivati milioni di dollari, forse ci avrei riflettuto meglio, ma credo di aver preso la decisione giusta. Non faceva per me. Loro avevano una missione, mentre io ero lì solo per dare una mano temporaneamente. Ero uno di passaggio».
Durante la brevissima permanenza nella band, è stato girato il video di Alive durante uno show a Seattle. La musica è quella incisa con Krusen, ma il video ha immortalato per i posteri il capitolo più breve della storia dei Pearl Jam (nell’estate del 2014, Chamberlain è stato in tour con i Soungarden perché Cameron era impegnato coi Pearl Jam: ciò significa che in pratica si sono scambiati i ruoli per un po’).
Dave Abbruzzese
23 agosto 1991-agosto 1994Avendo in programma un lungo tour, i Pearl Jam si sono trovati nei guai quando Chamberlain li ha mollati. Proprio quest’ultimo ha segnalato loro Dave Abbruzzese: lo aveva visto suonare a Dallas e gli ricordava John Bonham. L’hanno chiamato a Seattle, dove ha assistito alle riprese del video di Alive, e ha provato per la prima volta con la band. «Si è inserito con naturalezza», ha detto Ament. «Avremmo voluto discuterne un po’, ma non c’era nulla da discutere. Funzionava».
Abbruzzese è rimasto dietro ai tamburi per le session di Vs. e Vitalogy, così come per i tour lunghissimi e gli impegni promozionali di quel periodo frenetico, ma ben presto si sono manifestati dei conflitti di personalità. Cameron Crowe ha fotografato queste tensioni nella cover story sui Pearl Jam che ha scritto per Rolling Stone nell’ottobre del 1993. «Da ragazzo, quando sentivo che un gruppo aveva venduto un milione di dischi, immaginavo che la band si riunisse e saltasse di gioia per almeno un minuto», raccontava Abbruzzese. «Ma le cose non vanno così in questo gruppo. Io invece mi esalto. Salto su e giù da solo». In altre parole, lui si stava godendo la fama mentre Vedder e gli altri si deprimevano. Col passare dei mesi, la distanza tra Abbruzzese e il resto del gruppo si è accentuata. Gossard l’ha congedato nell’agosto del 1994.
«Per motivi che non comprendo del tutto, gli altri membri hanno deciso di licenziarmi per via di una filosofia che pensano sia incompatibile con la mia», ha dichiarato Abbruzzese. «Non mi hanno coinvolto quando hanno preso la decisione, ma la accetto e sono orgoglioso di aver fatto parte dei Pearl Jam».
Quando la band è entrata nella Rock and Roll Hall of Fame, a Krusen e Cameron è stata attribuita l’onorificenza, ad Abbruzzese no. «Chiunque abbia ritenuto che il mio lavoro con i Pearl Jam non sia stato abbastanza importante da garantirmi l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame non sa nulla di quel che abbiamo fatto», ha scritto il batterista su Facebook, «e sono senza parole vedendo come Stone, Mike, Jeff, Matt, Edward e il manager Kelly Curtis abbiano accettato una tale ingiustizia».
Jack Irons
1 ottobre 1994-aprile 1998Jack Irons ha formato i Red Hot Chili Peppers nel 1982 coi compagni delle superiori Flea e Anthony Kiedis. Li ha lasciati nel 1988, dopo la morte del chitarrista Hillel Slovak. Mentre stava suonando con Joe Strummer in un locale di San Diego, ha incontrato un giovane benzinaio di nome Eddie Vedder. E nel 1990, quando Ament e Gossard erano in cerca di un nuovo cantante, Irons ha segnalato loro Vedder, dando così il via alla saga dei Pearl Jam. Per ricambiare il favore, Vedder ha invitato Irons nella band quando Abbruzzese è andato via. Il suo debutto è stato al Bridge School Benefit del 1994 e ha suonato in No Code, Yield e Mirrorball, l’LP con Neil Young. La vita on the road però non faceva per lui. «Avevo una famiglia e due bimbi», ha detto a Rolling Stone nel 2022. «Ero sfinito, esausto».
La situazione è precipitata quando sono andati in Australia all’inizio del 1998. «Faticavo a trovare il mio equilibrio, a riposarmi, a recuperare ed essere pronto per il concerto successivo», ha spiegato. «C’era molta pressione… Lo dico: stavo attraversando un periodo difficile, senza entrare troppo nel merito. Avevo bisogno di un cambiamento radicale. Ero pronto ad abbandonare quella strada e a intraprendere un viaggio diverso, all’insegna della guarigione, per cercare di sistemare alcune parti della mia vita di cui non mi ero ancora curato. Mi ero spinto oltre il limite e avevo finito il carburante. Era arrivato il momento».
Nel 2003 si è ricongiunto ai Pearl Jam per una manciata di canzoni in due concerti. E quando la band è entrata nella Rock and Roll Hall of Fame, nel 2017, Irons si è presentato alla cerimonia anche se non è stato insignito dell’onorificenza. Si è messo alla batteria accanto a Matt Cameron per il finale di Rockin’ in the Free World insieme a membri di Rush, Journey e Yes.
Matt Cameron
1 maggio 1998-7 luglio 2025Nell’estate del 1998 i Pearl Jam avevano date programmate in tutta America e non avevano molto tempo per trovare un nuovo batterista, dopo la partenza di Irons. I Soundgarden si erano sciolti l’anno prima, quindi Matt Cameron era improvvisamente disponibile. Ha avuto tre settimane per imparare il repertorio. «Sono stati molto accoglienti. Ci conoscevamo già, eravamo amici. Mi sono inserito subito nella loro dinamica… ma suonavo troppo velocemente. Ho dovuto darmi una calmata. E ho dovuto cercare di imitare gli stili dei batteristi che mi hanno preceduto. Ho dovuto provare a suonare come Dave Abbruzzese, Dave Krusen e Jack Irons, musicisti con stili molto diversi… cavolo, Jack ha un tocco davvero unico. È una delle cose belle dei Pearl Jam: ogni batterista ha dato un contributo speciale. Il mio compito era quello di imparare il repertorio e fare del mio meglio per far andare avanti la band e riportarla on the road».












