D’Angelo avrà anche pubblicato solo tre album, ma ognuno di essi è in classico che ha contribuito a definire un’epoca. Quanti artisti possono dire lo stesso? Il cantante, autore e polistrumentista scomparso ieri a soli 51 anni ha inaugurato la rivoluzione neo-soul con Brown Sugar nel 1995, ha portato il movimento al suo apice con Voodoo nel 2000 e, 14 anni dopo, ha nuovamente sorpreso tutti con Black Messiah.
Per molti musicisti, ciascuno di questi dischi sarebbe considerato il vertice assoluto della carriera. D’Angelo, invece, ne ha realizzati tre di questo livello, senza mai scendere sotto uno standard di qualità fuori dall’ordinario. Il catalogo di canzoni che ci lascia è un tesoro di melodie e significati. Ecco una selezione di dodici brani: dai singoli più celebri ai pezzi meno conosciuti, passando per cover e collaborazioni.
Brown Sugar
1995Al centro della sua musica c’era la sensualità e succedeva anche quando l’oggetto delle canzoni non era una persona. Non tutti se ne accorgevano, ma il corteggiamento messo in scena in Brown Sugar, da cui prende il titolo l’album d’esordio, non era per una persona, ma per l’erba. «Tanta gente vuol far passare a tutti i costi un’idea», raccontava a Vibe nel 1995, «ma così facendo non lascia all’ascoltatore la possibilità di usare l’immaginazione. Devi sdraiarti, chiudere gli occhi e farti la tua visione». La star dell’afrobeat Tiwa Savage ha raccontato a Rolling Stone di essersi ispirata al modo in cui D’Angelo gioca con l’ambiguità in Brown Sugar: «All’inizio pensi che sia una canzone sexy su una ragazza, poi la riascolti, capisci quant’è geniale e cominci ad amarla ancora di più». MC
Lady
1995Era dalla fine degli anni ’80 che Raphael Saadiq aveva in testa il ritornello di Lady, ma per i suoi manager non funzionava. La cosa sembrava morta lì finché non ha incontrato D’Angelo molti anni dopo. «Quando ho conosciuto D gli ho detto che avevo un’idea e ho iniziato a suonarla. Mi ha guardato e ha detto che gli piaceva», ha raccontato Saadiq al podcast Yes, Girl! di Essence nel 2019. «Così abbiamo iniziato a scrivere il testo assieme». I due visionari dell’r&b hanno trasformasto quell’idea in uno dei pezzi forti dell’esordio di D’Angelo, la celebrazione di una persona speciale che si lascia scoprire a un ritmo sensuale. È entrata nella top 10 americana, il più grande successo commerciale della sua carriera. SVL
Cruisin’
1995Alla fine degli anni ’70 Cruisin’ di Smokey Robinson era la perfetta incarnazione del cosiddetto quiet storm. È tornata in vetta alle classifiche nel 2000 rifatta da Gwyneth Paltrow e Huey Lewis per il dimenticabile film Duets, ma è stato D’Angelo a portarla a un altro livello. Il suo falsetto, che era davvero uno strumento divino, la eleva a un nuovo livello di piacere, sorretto da un arrangiamento lussureggiante d’archi e campanelli. Ed è credibile quando canta “Music was made for love”. Alla fine dei sei minuti e mezzo il pezzo diventa suo. SVL
She’s Always in My Hair'
1997A molti la sola idea di reinterpretare brani dei loro idoli spaventerebbe a morte e invece per la colonna sonora di Scream 2 D’Angelo si diverte a riprendere uno dei pezzi meno noti dell’artista che l’ha ispirato di più, ovvero Prince. Ne esce fuori una versione ruvida, a tratti rock, di She’s Always in My Hair, singolo originariamente uscito come lato B sia di Paisley Park che di Raspberry Beret. D’Angelo lo interpreta con un po’ più di grinta e sporcandolo con la giusta dose di energia e sensualità, rassicurato forse dalla benedizione ricevuta, in un certo senso, dallo stesso Prince che sapeva della cover visto che D’Angelo, come ha raccontato, gliene ha parlato quando i due si sono trovati a jammare insieme per la prima volta al Tramps di New York. JL
Nothing Even Matters
Lauryn Hill feat. D’Angelo
1998Nothing Even Matters è il momento più intimo del leggendario The Miseducation of Lauryn Hill. L’incontro fra le voci che avrebbero definito il soul degli anni ’90 avviene con la stessa naturalezza che traspare dal sound della canzone. «Collaborare con Lauryn è stato bellissimo», ha detto D’Angelo nel 2008. «Era dolce e accogliente. In principio dovevamo solo scambiarci dei pezzi per i nostri album, io stavo lavorando a Voodoo e il mio tastierista James Poyser collaborava anche con lei. Sono andato a casa sua nel New Jersey, m’ha fatto ascoltare molte canzoni, mi ha dato una demo provvisoria. Quando siamo entrati in studio insieme, ho fatto le mie voci nel giro di un’ora». MC
Untitled (How Does It Feel)
2000D’Angelo non era convinto del video provocante, ma è innegabile che Untitled sia insieme a Let’s Get It On di Marvin Gaye una delle più grandi canzoni da sesso di sempre. Come avviene in tutto Voodoo, la formidabile sezione ritmica formata da Pino Palladino e Questlove suona così dietro nel beat da far sembrare che il pezzo viaggi nel tempo, mentre D’Angelo trasforma col canto la lussuria in gospel. È un incantesimo talmente preciso che sembra sbagliato ascoltare Untitled a luci accese. BH
Devil’s Pie
2000Devil’s Pie, uno dei singoli di Voodoo, racconta quello che Questlove ha descritto come «il mondo in cui viviamo dominato dai soldi e dalla brama di successo». Nel testo D’Angelo usa il cibo come metafora dei lati oscuri della vita. È uno dei clienti della “pasticceria del diavolo” e sussurra: “Chi sono io per giustificare il male che abbiamo dentro, se anch’io provo l’ebbrezza di ciò che disprezzo?”. Il pezzo racconta l’ipocrisia e l’avidità insite nella natura umana con una delle linee di basso più morbide di sempre. Il beat era stato creato da DJ Premier per il rapper Canibus, che lo ha rifiutato. Da quel rifiuto è nato uno dei ritratti dell’eccesso di noi occidentali più potenti e funk che ci siano. Se non è la mela del serpente, è la torta del diavolo. AG
Send It On
2000D’Angelo ha messo l’anima in Voodoo. Il disco è pieno di riflessioni su amore, spiritualità, paternità. Il momento più tenero è probabilmente Send It On, canzone dedicata al suo primogenito, la prima scritta per il disco. L’ha composta con Angie Stone, la madre del bambino. È partito da un’interpolazione di Sea of Tranquility dei Kool & the Gang che ha poi arricchito con strati di voci eteree sempre più toccanti. Il risultato finale è dolce come una ninna nanna, con la lucidità e la saggezza di un padre che parla al figlio. JL
Imagine
Snoop Dogg feat. Dre & D’Angelo
2006Sono celebri per le rappresentazioni crude di violenza ed edonismo, Dr. Dre e Snoop Dogg, ma talvolta, come in Imagine del 2006, usano la musica per riflettere sulla follia che ci circonda. D’Angelo serve un ritornello che dà un tono meditativo al pezzo. È una delle poche collaborazioni hip hop della sua carriera e le due leggende del gangsta rap sapevano di dover essere all’altezza. Come in Why di Jadakiss, il pezzo è costruito attorno a un flusso di coscienza: Dre riflette sul potere dell’hip hop (“Imagine Russell still struggling / No Def Jam, just another nigga hustlin’”), mentre Snoop si chiede: “Imagine if these niggas never saw a color / Would it be peaceful in them streets, would niggas kill each other?”. Forse un giorno avremo risposta a questa domanda, ma nel frattempo ringraziamo sentitamente per Imagine. AG
The Charade
2014Quando D’Angelo riemerge dopo più di dieci anni di silenzio con Black Messiah, lo fa con un suono nuovo, pieno di chitarre (molte suonate da lui) e con una rinnovata urgenza politica. Racconta a Rolling Stone che lui e la coautrice Kendra Foster hanno letto James Baldwin prima di scrivere questa preghiera su giustizia e comprensione: “Volevamo solo una possibilità di parlare e invece ci hanno disegnati col gesso”. Il brano è perfetto per il movimento Black Lives Matter ma, come ha spiegato il cantante, nasce ben prima: «Dimostra solo da quanto tempo vada avanti questa cosa, l’ho scritta prima del caso Trayvon Martin. È pazzesco che dobbiamo ancora scendere in strada a protestare per le stesse identiche cose». SVL
1000 Deaths
2014In 1000 Deaths D’Angelo fa tremare la terra sotto un campione vocale di Dr. Khalid Muhammad che parla di rivoluzione nera. Black Messiah esce dopo l’uccisione di Michael Brown a Ferguson e qui l’artista — da sempre elusivo — sembra spinto a uscire dal suo esilio spinto da un’urgenza più grande. Ribaltando il vecchio detto “un codardo muore mille volte”, la canzone diventa il manifesto del suo ritorno. Dopo la reazione pubblica al video di Untitled (How Does It Feel?), D’Angelo era scomparso dalla scena, ma con 1000 Deaths è tornato con una dichiarazione potente e senza compromessi di resilienza creativa e culturale. JI
Really Love
2014Dolce e delicata, è una una delle prime canzoni scritte per Black Messiah ed è stata scelta come primo singolo. Su un ricco tappeto di archi, Gina Figueroa parla in spagnolo, rimproverando un amante possessivo. Però poi, man mano che la canzone si apre, D’Angelo racconta un’altra storia, quella di un uomo travolto dall’intensità del proprio amore, inebriato dal legame con la persona amata. Nel ritornello, sussurra in falsetto “I’m in really love with you”. Il pezzo risale al 2007, lo sappiamo eprché Questlove ha fatto ascoltare qualche demo a una radio australiana. Il singolo è stato poi candidato al titolo di Record of the Year e ha vinto come Best R&B Song ai Grammy 2016. BS
Da Rolling Stone US. Schede di Mankaprr Conteh, Andre Gee, Brian Hiatt, Jeff Ihaza, Julyssa Lopez, Brittany Spanos, Simon Vozick-Levinson












