Sanremo 70, i veterani del festival | Rolling Stone Italia
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Sanremo 70, i veterani del festival

Francesco Gabbani che ha vinto due volte, Rita Pavone che non ci torna da quasi cinquant’anni, Irene Grandi che porta un pezzo scritto da Vasco Rossi: ecco i cantanti dell’edizione 2020 che conoscono bene il palco dell’Ariston

Sanremo 70, i veterani del festival

Amadeus ha messo in piedi un cast eterogeneo capace di accontentare tutti i palati. Dopo aver raccontato i cantanti che arrivano al festival per la prima volta e quelli alla seconda esperienza, ecco quelli che hanno fatto più di due festival e che cosa potrebbero tirare fuori dal cilindro.

Rita Pavone “Niente (Resilienza 74)”

Sono 48 anni che la Pavone manca dal festival e ce ne siamo sempre fatti una ragione. Il ritorno della small wonder ha scatenato le ire di chi non ha dimenticato le sue dichiarazioni sovraniste. Ma l’ex Gian Burrasca se ne fotte alla grandissima (“La tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è un problema loro”, ha dichiarato all’Ansa). Le polemiche hanno un po’ scalfito il mito di un’interprete che, a onor del vero, ha ancora una gran voce da strillona. Come se non bastasse, Salvini in persona ha difeso la partecipazione della fu Pel di Carota dalla pioggia di critiche. Se il pezzo (scritto anche dal figlio Giorgio Merk) fosse debole, il colpo di grazia sarebbe dietro l’angolo.

Tosca “Ho amato tutto”

Una delle interpreti più brave e (terribilmente) sottovalutate sulla piazza. Alle spalle ha una carriera solida, divisa tra musical, teatro, contaminazioni e tour internazionali. Andate a ripescarvi l’ultimo disco Morabeza, ne vale davvero la pena. Meglio non associarla a Vorrei incontrarti fra cent’anni, Tosca è molto di più. Ne è la dimostrazione Il terzo fuochista con cui partecipò a Sanremo 2007. Arrivò settima. Settima. Uno scandalo, se considerate che Piero Mazzocchetti (chi? Appunto!) si piazzò terzo con il terribile Schiavo d’amore. Forse è giunto il momento di riscoprire un’artista rimasta per troppo tempo nei circuiti di nicchia.

Le Vibrazioni “Dov’è”

Il titolo della canzone della band milanese, forse, fa riferimento alla loro carriera che – escluso l’exploit iniziale con Dedicato a te – non è mai veramente decollata, tra separazioni e reunion. Il frontman Sarcina è degno di questo nome, ma la presenza scenica non sempre basta. Curiosità per la serata dei duetti: nel 2014 come ospite ci fu Riccardo Scamarcio. E ho detto tutto.

Marco Masini “Il confronto”

A Sanremo Masini festeggia i 30 anni di carriera. Può piacere o no, ma è indiscutibilmente uno dei più talentuosi cantautori italiani e ha scritto canzoni entrate nell’immaginario pop. Avete presente Ci vorrebbe il mare? Ecco. Il nuovo brano pare sia fortissimo e, aggiunge l’artista su Instagram, “non poteva esserci racconto più vero”.

Michele Zarrillo “Nell’estasi o nel fango”

Istruzioni per l’uso del festival: tirare fuori Michele Zarrillo dalla naftalina, fargli cantare una canzone melodica molto sanremese, sentire amici e parenti che si sprecano in commenti tipo “Oh, ma Zarrillo quant’è bravo?”, “Eh, però sempre la stessa solfa” e “Ma ancora canta Zarrillo?”. Il cantautore romano sta all’Ariston come le incazzature stanno a Sgarbi. Uno di quelli che partecipa per avere visibilità in vista di serate e concerti, se poi ci scappa pure un premio, tanto meglio. A dire la verità, la canzone che poteva vincere ce l’aveva nel 1994: quella Cinque giorni che sarebbe diventata una vera hit. L’ultima apparizione risale al 2017 col brano Mani nelle mani, non proprio esempio di audacia sperimentale. Zarrillo rimane fedele e coerente a se stesso. Pure troppo.

Raphael Gualazzi “Carioca”

Lui è un vero fuoriclasse. Il brano (scritto insieme a DADE e Davide Petrella) richiama, nel titolo, le sonorità di ispirazione brasiliana. Ma Gualazzi, su Instagram, chiarisce che si tratta del “sogno di una vita celebrata ogni giorno nella sua bellezza e nell’unicità delle sue passioni, dove ogni singolo momento come in musica rappresenta il respiro dell’anima”. Resta che a Gualazzi – dopo una vittoria tra i Giovani con Follia d’amore (2011), un secondo posto all’Eurovision Song Contest e una medaglia d’argento a Sanremo in coppia con The Bloody Beetroots – il festival non serve, viaggia tranquillamente da solo. Certo, una vittoria non sarebbe male e allargherebbe la fascia di pubblico che tende a essere composto (quasi esclusivamente) da intenditori.

Francesco Gabbani “Viceversa”

Gabbani entra in gara con un bis di vittorie (nei Giovani e nei Campioni) e delle belle vendite alle spalle: oltre 300 mila copie con Occidentali’s Karma e un disco di platino per l’album Magellano uscito ad aprile (parecchio dopo la vittoria della manifestazione). Si è difeso bene anche all’Eurovision Song Contest, arrivando sesto. Quello festivaliero è “un brano sincero che parla della mia vita… di condivisione”. Le voci dicono sia un pezzo che, come abitudine di Gabbani, riuscirà a spiazzare. Amen.

Enrico Nigiotti “Baciami adesso”

La canzone un po’ paracula sul Nonno Hollywood non ha vinto anche se – ne sono certo – era nei piani di Nigiotti (che sembra sempre di più il Roux di Chocolat). Il cantautore che ha partecipato anche ad Amici e X Factor ha costanza e voglia di emergere. Eppure c’è qualcosa che non convince. Forse quest’anno riuscirà a darci conferme. Per il momento, dai social, ci tiene a fare sapere al mondo che “non vede l’ora di cantarla”.

Irene Grandi “Finalmente io”

La Grandi vuole spaccare con “una canzone bomba” scritta da Vasco Rossi, proprio come La tua ragazza sempre, medaglia d’argento nel 2000. Ricordiamoci, poi, la clamorosa esclusione di Bruci la città: Baudo non la inserì nella rosa dei Campioni, ma il pezzo diventò una mega hit. L’interprete toscana partecipa per la quinta volta, dopo i festeggiamenti per i 25 anni di carriera. Per lei, la vittoria, sarebbe un bel coronamento “che immaginiamo nasconda la felicità” (cit.).

Diodato “Far rumore”

“Ma quindi la terra che vedo all’orizzonte è… Sanremo”. Ecco come il cantautore ufficializza la sua presenza al festivalone. Lo so, lo so, i pettegolezzi l’hanno fatto salire agli onori delle cronache come ex ragazzo di Levante (anche lei in gara). Antonio è un cantautore sensibile e ispirato, ma in Italia (a volte?) il gossip prende il sopravvento (ahimè). Nel 2018 (in coppia con Roy Paci) ha gareggiato con Adesso. L’anno scorso ha accompagnato le Rose viola di Ghemon nella serata dei duetti. Uno bravo, che si meriterebbe più considerazione. Speriamo sia la volta buona.