Sanremo 2024, le pagelle delle cover e dei duetti | Rolling Stone Italia
Arena Ariston dai 60 ai 2000

Sanremo 2024, le pagelle delle cover e dei duetti

Un po’ serata cover e un po’ serata SIAE (nel senso di passare all’incasso cantando se stessi). I migliori sono quelli che riescono a trovare un nuovo senso a canzoni proprie e altrui. Angelina Mango fuori scala

Sanremo 2024, le pagelle delle cover e dei duetti

Loredana Bertè e Venerus a Sanremo 2024

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

Sangiovanni con Aitana

Farfalle / Mariposas (Sangiovanni)

VOTO
6

Non è che i propri pezzi nella serata delle cover li possono fare solo i cantanti con venti anni di carriera. Farfalle è stata una hit all’estero, ricordiamoglielo a tutti. Freshness.

Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemìa

Sweet Dreams (Are Made of This) (Eurythmics)

VOTO
7,5

Uno si cheide: davvero voleter fare Sweet Dreams? Ma Annalisa ha fatto i compiti, come sempre. Via l’anima synth pop volutamente gelida dell’originale degli Eurythmics, dentro quella soul che già stava iscritta nella voce di Annie Lennox. Bella l’idea del coro, giusto l’abbinamento tra le voci di Annalisa e Veronica Lucchesi. Il palco è loro.

Rose Villain con Gianna Nannini

Medley: Scandalo / Meravigliosa creatura / Sei nell’anima (Gianna Nannini)

VOTO
8

Decidiamoci: alla serata delle cover bisogna fare sul serio o divertirsi? Forse (sicuramente) vale tutto. Rose feat. Gianna si diverte, e fa divertire la nostra rocker turned melodica. Non vogliono impressionare, ma scambiarsi un testimone immaginario che lega l’essere ciascuna figlia del suo tempo (e del viverlo come si vuole), il modo “natural” con cui si prendono la scena (e la prima, quest’anno, Sanremo), l’imporre un femminile unapologetic nel Paese dei codici e delle paure. Finiscono con un “chiudi io o chiudi tu?” che è tenerissimo.

Gazzelle con Fulminacci

Notte prima degli esami (Antonello Venditti)

VOTO
7

Gazzelle + Fulminacci + Notte prima degli esami di Venditti = romanità à gogo. Interpretazione soft e notturna, da lucette del cellulare accese. Come direbbe Angelina Mango «cantata in punta di piedi». Ci sta.

The Kolors con Umberto Tozzi

Medley: Ti amo / Tu / Gloria (Umberto Tozzi)

VOTO
6,5

I Kolors cercano di vincere facile spingendo Umberto Tozzi e il suo repertorio, anche se sminuzzato. Karaoke nazionale.

Alfa con Roberto Vecchioni

Sogna, ragazzo, sogna (Roberto Vecchioni)

VOTO
7,5

Bello che Roberto Vecchioni, 80 anni e una storia lunga così, decida di cantare con Alfa, 23 anni. Dice il cantautore che il senso di questa Sogna, ragazzo, sogna è che bisogna credere nei giovani perché non abbiamo altro. Alfa se la cava bene anche quando aggiunge del suo.

Bnkr44 con Pino D’Angiò

Ma quale idea (Pino D’Angiò)

VOTO
8

Rilettura scanzonata il giusto del pezzo chiave del Fred Buscaglione degli anni ’80, divertita cazzonaggine intergenerazionale, incontro tra superbulli d’epoche e stili diversi, omaggio a uno che lo merita. Pino D’Angiò guarda l’orologio, sembra andarsene, ma è solo per prendere il cappello dall’attaccapanni, gran signore. «Maestro di vita», dicono i Bnkr.

Irama con Riccardo Cocciante

Quando finisce un amore (Riccardo Cocciante)

VOTO
5,5

Al posto di stemperare l’atmosfera unendo al suo modo di cantare qualcuno che non gli somiglia per niente, Irama calca la mano e porta sul palco Cocciante in un tripudio di struggimento. Come se non bastasse, alla fine Cocciante si mette a intonare a cappella un pezzo di Vivere per amare dal suo Notre Dame de Paris. La ricordate, vero, Lola Ponce?

Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani

Che sia benedetta / Occidentali’s Karma (Mannoia / Gabbani)

VOTO
3

L’idea: mettere assieme primo e seconda classificata di Sanremo 2017, per fare la pace tra due divisi (vox populi) da una certa ruggine che in realtà (proprio come la bestemmia, IYKYK) non c’è mai stata. Doveva essere Camp David 2000. Finisce come Bengasi 2012.

Santi Francesi con Skin

Hallelujah (Leonard Cohen)

VOTO
10

Prendetela voi una canzone gigantesca, ma inflazionata, rifatela in modo che non sembri la cover della cover della cover, strappatela dalla banalità, portatela altrove cantando in questa maniera. Bravi tutti, santi francesi e peccatrici inglesi.

Ricchi e Poveri con Paola & Chiara

Sarà perché ti amo / Mamma Maria (Ricchi e Poveri)

VOTO
7

Si comincia con le hit cantate in spagnolo, per ricordare l’epoca in cui si vendevano i dischi ben oltre i confini (della playlist di Sanremo su Spotify). E poi è quello che dev’essere: Italodisco inter-generazionale tra furori incrociati, quello degli “eravamo quattro amici al(la) ba(le)r(a)” rimasti in due e quello delle due sorelle ormai icone pop da 0 a 99 anni, riconsacrate all’Ariston come lo sono stati Angelo e la Brunetta mille volte, in mille formazioni diverse. Tutto giusto.

Ghali con Ratchopper

Medley Italiano vero: Bayna / Cara Italia / L’italiano vero (Ghali / Toto Cutugno)

VOTO
7,5

Ha detto Dargen che in vita sua ha fatto tante cazzate, ma non ha mai pensato d’avvicinarsi alla politica. Ma la politica la fai anche come l’ha fatta Ghali portando all’Ariston le seconde generazioni, aliene e allo stesso tempo italiane vere. Peccato per la scelta di fare una Cara Italia un po’ spenta. Balla e difendi, diceva il titolo di quel vecchio disco. Qui solo difendi.

Clara con Ivana Spagna e il coro delle voci bianche del Teatro Regio di Torino

Il cerchio della vita (Ivana Spagna)

VOTO
6-

La scelta, sulla carta, era tra le più strambe della lista. Un po’ «faccio la canzone del cartone animato che guardavo da piccola» (che per il clima karaoke della serata cover ci sta eccome). Ivana è in formissima, Clara fatica un po’ a starle dietro. Più che altro, dopo Mare fuori e il pezzo urban, la scelta di questo pezzo fa sembrare la direzione confusa. Anzi, poco clara.

Loredana Bertè con Venerus

Ragazzo mio (Luigi Tenco)

VOTO
9

Nel mondo che vorremmo ci sono Loredana Bertè che canta e Venerus che le sta a fianco suonando la chitarra, strambi e bellissimi. Poteva fare un medley pazzesco e far venire giù l’Ariston. E invece ha preferito dimostrare che Tenco lo puoi fare anche rock se ha quella cosa dentro.

Geolier con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio

Medley dal titolo Strade: Brivido / O’ primmo ammore / Chiagne

VOTO
7

Il rapper si fa ispirare dal più noto dei tenori italiani e confeziona il suo Geolier & Friends. Tutto bello, ma avere sul palco Gigi D’Alessio e non fargli intonare neanche un “non dirgli mai spegni il fuoco che brucia dentro me” è un peccato. Comunque alla fine vince la serata.

Angelina Mango con il Quartetto d’archi dell’Orchestra di Roma

La rondine (Pino Mango)

VOTO
11

Tutti zitti e rapiti per uno, due, tre, quattro minuti. Angelina cambia registro rispetto a La noia e l’azzecca di nuovo. Di più: ferma il tempo. Prende una canzone del padre, non una delle più famose o facili, ma quella giusta. La fine di un amore diventa un ricordo di chi non c’è più. La senti cantare, la guardi mentre la camera le gira attorno e capisci che dietro ci sono una verità rara e un talento naturale. Torna tutto in questa interpretazione intensa ma senza manierismi, struggente ma non disperata. Alla fine non vince, dovremmo andarci noi all’Ariston coi trattori.

Alessandra Amoroso con i Boomdabash

Medley

VOTO
4

Arrivare dopo l’esibizione di Angelina Mango è una roba che non si augura ai nemici. Inizia con Alicia Keys, continua col Salento, poi la versione epica della sua hit estiva, poi la versione tamarra. Un’accozzaglia che difficilmente sopportiamo d’estate, a febbraio è chiedere troppo.

Dargen D’Amico con BabelNova Orchestra

Omaggio a Ennio Morricone: Modigliani sulle note di The Crisis

VOTO
5

Per cambiare radicalmente registro rispetto al suo inedito, Dargen usa Morricone e lo mischia alle sue Modigliani e Dove si balla. Meglio l’intenzione del risultato. Finita la canzone, ribadisce: «Cessate il fuoco».

Mahmood coi Tenores di Bitti

Come è profondo il mare (Lucio Dalla)

VOTO
8,5

Sulla carta, la ricetta per il disastro: Mahmood, i Tenores di Bitti, Lucio Dalla. E non un Dalla qualunque, ma quello supremo di Come è profondo il mare. E invece l’esecuzione è così misurata e fatta con gusto e quasi onirica che magicamente torna tutto, persino la voce di Dalla che sbuca in playback.

Mr. Rain coi Gemelli Diversi

Mary (Gemelli Diversi)

VOTO
2

Rivedere i Gemelli Diversi, per chi è cresciuto negli anni 2000, è sempre un’emozione. Così come rivedere il cast di Ginnaste – Vite parallele, solido talent show firmato MTV. Ma basta questo per rendere un’esibizione degna della serata delle cover? Quel piccolo accenno del pezzo di Mr. Rain è la prova che tanto, questa, più che la serata delle cover è quella della SIAE dei cantanti in gara.

Negramaro con Malika Ayane

La canzone del sole (Lucio Battisti)

VOTO
7

Si deve (o si può) portare La canzone del sole fuori dai falò? No, e difatti i Negramaro non lo fanno. Però ci aggiungono, nel sontuoso arrangiamento per orchestra sanremese, dissonanze, citazioni, sorprese. E, a 15 anni da Come foglie, Malika accompagna stando prima un po’ di lato, e poi lasciandosi portare dentro quella che sembra una jam su un grande classico. Come vorremmo fosse Joker: Folie à Deux.

Emma con Bresh

Medley di Tiziano Ferro: Imbranato / Non me lo so spiegare / Sere nere

VOTO
4

Una cantatina tra amici a cui piace tanto Tiziano Ferro. Fuori ruolo lei, sbagliata l’interpretazione di lui. Fa male, male, male da morire sentire questi pezzi rifatti così.

Il Volo con Stef Burns

Who Wants to Live Forever (Queen)

VOTO
5

Un po’ Madison Square Garden un po’ Dubai, tecnicamente è tutto ineccepibile. Ma è solo uno sforzo muscolare (al pari dei bicipiti e degli addominali di Stef Burns: complimenti) che serve poco a Sanremo, e a noi. Sarà una hit nel loro imminente tour di due (!) anni. Ma in fondo non riescono a starci antipatici: è il matrimonio di Jessica e Ivano se fossero stati ricchi.

Diodato con Jack Savoretti

Amore che vieni, amore che vai (Fabrizio De André)

VOTO
7

Ci mettono un sovrappiù di enfasi, e pure una introduzione recitata da Filippo Timi, ma la parte orchestrale è notevole e rende diversa una canzone che conosciamo tutti a memoria e che Diodato ha inciso dieci anni fa, quando fece il suo primo Sanremo.

La Sad con Rettore

Lamette (Rettore)

VOTO
6

Quando a fine serata hai bevuto troppo e anche i tuoi amici hanno alzato il gomito, parte quella vecchia canzone e vi mettete a cantare e ballare senza remore. O forse è una scena tagliata di Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Il Tre con Fabrizio Moro

Medley di Fabrizio Moro

VOTO
6

Quando un artista al primo Sanremo (anche se va forte in classifica) incontra uno che ha una storia lunga come Fabrizio Moro rischia di venire schiacciato, ma le voci dei due assieme funzionano e Il Tre si commuove. Cosa gli avrà detto all’orecchio?

Big Mama con Gaia, La Niña e Sissi

Lady Marmalade (LaBelle)

VOTO
7,5

Sarebbero da sostenere anche solo per il fatto che sono quattro giovani musiciste sul palco di Sanremo, il che è già di per sé una notizia tipo quando nasce un nuovo panda in Asia. Metteteci che sono state anche brave: hanno aggiunto il loro tocco napulé a un brano coverizzato cento volte da altri senza risultare già sentite. Il look, più che quello di Christina & Co. era forse più di ispirazione Pussycat Dolls. Vogliamo la versione registrata in studio.

Maninni con Ermal Meta

Non mi avete fatto niente (Ermal Meta e Fabrizio Moro)

VOTO
6

Forse Maninni sparisce un po’ duettando con Ermal Meta nella canzone con la quale quest’ultimo (con Fabrizio Moro) ha vinto Sanremo, ma la resa c’è.

Fred De Palma con Eiffel 65

Medley: Too Much of Heaven / Viaggia insieme a me / Blue (Eiffel 65)

VOTO
7

Tre brani conosciutissimi degli Eiffel 65 potevano essere più che sufficienti. E invece Fred De Palma ci aggiunge una strofa e un freestyle, rendendo questo medley un ingorgo di suoni e idee. Però, siamo onesti, Blue a Sanremo fa il giro. Guilty pleasure nazionalpopolare.

Renga Nek

Medley di Renga Nek

VOTO
5

In una serata in cui si è dimostrato che, a meno che tu non sia un gigante, le canzoni migliori non sono le auto-cover semplici semplici, ma le interpretazioni di pezzi altrui o le rivisitazioni dei propri pezzi con un’intenzione precisa, Renga e Nek portano all’Ariston un frammenti del loro concerto e diventano ospiti l’uno dell’altro.

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