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Le migliori ristampe del 2025

I sette album inediti di Bruce Springsteen o i concerti del ’72 di John Lennon? L’eroismo e la poesia di ‘Horses’ o le prime incisioni di Dylan? E sapete chi è Lotti Golden? Le scelte di un veterano della critica rock americana

Le migliori ristampe del 2025

Bruce Springsteen, Bob Dylan, John Lennon & Yoko Ono, Lotti Golden

Foto: Danny Clinch (1), Don Hunstein/Sony (2), PL Gould/Getty Images (3), Baron Wolman (4). Illustrazione: Matthew Cooley

Nell’era dello streaming, le ristampe sono una questione di volumi (non solo di affari). Tra le 10 migliori uscite d’archivio del 2025 ci sono cinque box set che nelle versioni super deluxe sono composti da un totale di ben 37 compact disc. Ma esistono anche varianti più accessibili di box set e ognuno ha una sua storia.

Disclaimer: ho contribuito con saggi nati da ricerche e interviste alle uscite citate della coppia Buckingham-Nicks e di Jimi Hendrix, ma considero le liner notes giornalismo e nel corso degli anni ho seguito la maggior parte degli artisti e dei dischi originali citati.

10

The First Family: Live at Winchester Cathedral 1967

Sly and the Family Stone

Prima di incendiare Woodstock, portare il soul nel futuro con There’s a Riot Goin’ On e imbattersi nel buco nero di droghe e paranoia che Questlove ha definito “The Burden of Black Genius”, Sly Stone era un mestierante della pista da ballo alla guida dei Family Stone (prima di Sister Rose) in una residency del 1966-67 in un locale della Bay Area. Una registrazione sorprendentemente pulita di una serata è piena di cover (Otis Redding, Joe Tex, i Four Tops). Ma I Ain’t Got Nobody di Stone è già swag funk allo stato puro e ha la stessa magia che ne avrebbe alimentato le hit almeno finché Stone, morto a giugno a 81 anni, ha scelto l’oscurità.

9

1985: The Miracle Year

Hüsker Dü

In questi concerti i demoni della velocità del Minnesota erano in gran forma e in una fase di transizione tra il purismo punk dei dischi per la SST e il contratto con Warner Bros. Si tratta di una festa selvaggia del gennaio 1985 al First Avenue di Minneapolis più estratti incandescenti dal tour di quell’autunno. La velocità può superare la coerenza, ma non è un gran problema in mezzo a tanta eccitazione. Cinque brani registrati a Salt Lake City sono un’anteprima dei contorni pop di Candy Apple Grey del 1986, la sequenza di bis con cover di Byrds e Beatles dimostra che il garage anni ’60 è sempre stato al centro di quel frastuono.

8

Bold as Love

The Jimi Hendrix Experience

Inciso per lo più in fretta nell’arco di due settimane per uscire nel Regno Unito entro Natale, il secondo album di Jimi Hendrix del 1967, Axis: Bold as Love, è spesso ricordato come il punto di raccordo tra Are You Experienced? ed Electric Ladyland. E invece mostra il chitarrista nella sua forma più essenziale e musicale: 13 brani di psichedelia interpretata con la concisione dei singoli R&B. Le cose che non si sono mai sentite prima sono le prime take e gli arrangiamenti in evoluzione che non erano mai usciti dagli Olympic Studios, tra cui Wait Until Tomorrow con una chitarra soul-stomp più marcata e una luminosa Take Two della sublime Little Wing.

7

Power to the People

John & Yoko/Plastic Ono Band

Nel 1972 Rolling Stone definì Some Time in New York City di John Lennon & Yoko Ono, un “giornale elettrico”, un “suicidio artistico”, il punto più basso della carriera post-Beatles fatto di canzoni “orribili” e attivismo “paternalistico”. Power to the People è la redenzione in formato box set pensata da Sean Ono Lennon della rabbia e della gioia che i genitori provarono nel loro primo anno di permanenza come artisti e immigrati a New York. I nuovi mix delle session dell’LP e i concerti benefici One to One del 1972 al Madison Square Garden – gli unici show completi di Lennon da solista – gettano una luce sulla collaborazione con gli Elephant’s Memory e sulla ruota dell’instant karma che continua a girare nelle canzoni.

6

Tracks II: The Lost Albums

Bruce Springsteen

È stato un testa a testa: le outtake casalinghe e le session elettriche abortite di Nebraska ’82 oppure questi sette album inediti spalmati nei quattro decenni successivi? È tutta un’unica odissea. The L.A. Garage Sessions ha il carattere solitario Nebraska mentre la scrittura già punta a Born in the U.S.A. (vedi una My Hometown in solitaria). La deviazione country del 1995 Somewhere North of Nashville è la prova generale della grandiosità sinfonica di Western Stars del 2019. Inyo colpisce duro in questo momento storico, dieci studi sulla lotta e la fede dei migranti e dei nativi americani. Era la fine dei ’90, ora quelle canzoni sembrano un appello urgente a riparare la democrazia.

5

Motor-Cycle

Lotti Golden

Lotti Golden era una giovane veterana nelle fabbriche di hit newyorkesi quando, a 19 anni nel 1969, liberò le Laura Nyro e Aretha Franklin che aveva dentro Prodotto dal genio dei Four Seasons Bob Crewe, pubblicato da Atlantic e finito subito nel cestone dei vinili scontati, Motor-Cycle è il memoir acid soul di Golden sulla sua vita e i suoi amori nell’East Village, una reportage da Avenue A tra il Pete Townshend delle opere rock e una Joni Mitchell in versione biker. Golden ha in seguito centrato alcuni successi come autrice e produttrice pop, ma l’appuntamento con la gloria è arrivata solo ora con Motor-Cycle nuovamente in catalogo dopo 54 anni.

4

A Ghost Is Born (Expanded Edition)

Wilco

Il capolavoro dei Wilco del 2004, il secondo consecutivo dopo le traversie con l’etichetta discografica e l’art pop di Yankee Hotel Foxtrot, era già in lavorazione prima che uscisse quest’ultimo. Bozze del febbraio 2002 del pestone alla Neu! di Spiders (Kidsmoke) e della ballata Hummingbird sono tra gli appunti sonori intriganti, le versioni scartate e le canzoni salvate per il futuro contenute in questo racconto della lunga e avvincente genesi di Ghost. Essenziale per questo racconto è un concerto a Boston con due nuovi membri, il chitarrista Nels Cline e il polistrumentista Pat Sansone, una formazione che, al 21esimo anno, ancora devasta i palchi.

3

Buckingham Nicks

Buckingham Nicks

I Fleetwood Mac erano una blues band in terapia intensiva quando il batterista Mick Fleetwood ha sentito il debutto del 1973 di Stevie Nicks e Lindsey Buckingham, partner romantici e creativi, e ha legato il destino del gruppo all’incantesimo vocale di Nicks in Crying in the Night, agli slanci country-blues del fingerpicking di Buckingham, al carattere della power-ballad Frozen Love. Buckingham Nicks è un disco per così dire nato morto, ma oggi dopo un’eternità passata nel purgatorio dei collezionisti suona come se fosse sempre stato pronto per prendersi la scena: un diamante perfettamente tagliato della canzone dei primi ’70 e del naturale legame armonico tra i due. Giustizia riparatrice: la ristampa ha debuttato nella top 20 americana.

2

Through the Open Window: The Bootleg Series Vol. 18 1956-1963

Bob Dylan

Prima di voler essere Woody Guthrie, Bob Dylan aspirava a essere Fats Domino. Questo capitolo-Genesi della Bootleg Series cattura l’evoluzione newyorkese di Dylan da imitatore di Guthrie al più originale cantautore folk americano dai tempi del suo idolo e si apre col bardo quindicenne che pesta al piano del R&B di New Orleans su un acetato in un negozio di musica del 1956. Le radici poi si allungano e si approfondiscono in nastri casalinghi, in studio e nei club: Dylan insegue la sua musa fino al debutto di Blowin’ in the Wind nell’aprile 1962 al Gerde’s Folk City. L’ascesa culmina con un concerto del 1963 alla Carnegie Hall: a 22 anni Dylan ha il controllo assoluto della scena ed è pronto a mettersela alle spalle.

1

Horses (50th Anniversary)

Patti Smith

L’album di debutto del 1975 di Patti Smith non ha bisogno di presentazioni. Ma questo doppio, che aggiunge demo pre-LP e work in progress dalle session prodotte da John Cale, racconta con dettagli inediti l’impegno della cantante-poetessa a inseguire il rischio e la meraviglia prendendo esempio da Bob Dylan e William Blake, armata dell’eroismo da bar band del suo gruppo. Horses è una vita passata a sognare, con Smith che prende i versi immortali d’apertura dalla sua poesia del 1970 Oath. Ci sono l’impazienza di volare nella versione travolgente di Gloria senza batteria e una Birdland elettrizzante con parole e incantesimi ancora in fase di definizione. Horses è Smith che cerca la sua voce e un futuro nel rock’n’roll. Ascoltate come ci è arrivata.

Da Rolling Stone US.