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Le 20 canzoni migliori di Billie Eilish

Pezzi che ti entrano dentro e ti distruggono, echi di ASMR, pop ipnotico, parti vocali fenomenali, ossessioni e turbamenti. Le camerette degli adolescenti non sono mai state altrettanto dark e vive

Foto: Rachel Luna/FilmMagic, Kevin Mazur/Getty Images, Koury Angelo/Getty Images. Illustrazione da Rolling Stone US

A Billie Eilish sono bastati due album e un EP per tracciare una traiettoria inedita nel pop. A volte è dark ambient, altre un po’ jazzy. Fa sempre ciò che vuole, riuscendo a rimanere orecchiabile. Il suo secondo album in studio, Happier Than Ever, ha dimostrato quanto sia maturata musicalmente (con l’aiuto del fratello maggiore Finneas, co-autore e produttore), pur restando fedele a se stessa.

Per celebrare il tour di Happier Than Ever, che è iniziato a febbraio e si concluderà a fine settembre, abbiamo stilato una classifica dei suoi pezzi migliori.

20“Male Fantasy”

Pur essendo giunta appena al secondo album, a Billie Eilish non restavano molte cose da dimostrare. Alcune sì: «Che so cantare», come ha detto a Brittany Spanos di Rolling Stone. «Che sono una donna. Che ho personalità». Lo ha messo in chiaro in Male Fantasy, il pezzo che chiude Happier Than Ever. Eilish inizia criticando la pornografia (“Non sopporto i dialoghi”) su una base di chitarra acustica country. Poi prende a ricordare amici e amanti del passato, quelli che non riesce a togliersi dalla testa, domandandosi quanto della sua vita sia solo frutto di fantasia. È un brano che ti entra dentro e ti distrugge emotivamente: la sua specialità. R.S.

19“I Love You”

Un bellissimo ragionamento sulla confusione in cui Billie Eilish cerca di dare un senso a una dichiarazione d’amore che non vuole sentire. A complicare ulteriormente la situazione, lei ama quella persona, anche se non vorrebbe. La canzone è toccante grazie all’arrangiamento scarno di Finneas (solo una chitarra acustica alla Nick Drake e un po’ di tastiere) e al cantato sospirato e tristissimo di Billie. Si è ispirata a Phoebe Bridgers, Sufjan Stevens e, forse, XXXtentacion e Post Malone, ma suona al 100% Eilish con quella melodia che va e viene, come un alternarsi di speranza e delusione. K.G.

18“Lovely” (feat. Khalid)

Billie Eilish e Khalid hanno entrambi avuto successo dando voce a quei ragazzini timidi delle superiori che hanno raccontato i loro angolini di disagio da teenager, descrivendoli come se si trattasse di territori nuovi e inesplorati. Questo duetto (preso dalla colonna sonora per la seconda stagione di 13 Reasons Why) è dunque perfetto: un inno ai sentimenti contrastranti che si provano quando si è consci della depressione. Khalid si lamenta, malinconico, sulle note di un piano disperato e un arrangiamento di archi angosciosi creato da Finneas, mentre Eilish libera note alte che fluttuano su quel paesaggio musicale meravigliosamente triste. J.D.

17“Therefore I Am”

Poco dopo aver spadroneggiato ai Grammy del 2020, Eilish riemerge in un centro commerciale vuoto, dove la telecamera la segue fino a un Chipotle (catena fast food con cibo messicano, ndt). E sì, le star sono uguali a noi. È quel che accade nel video che Billie ha diretto da sé per Therefore I Am, canzone che è diventata una specie di manifesto, proprio nel momento in cui tutto il mondo puntava l’attenzione su di lei. Le strofe giocano astutamente con l’hypno-pop e l’ASMR-rap. Come molti dei lavori migliori di Billie e Finneas, il pezzo sembra quasi improvvisato. S.G.

16“NDA”

La distorsione torbida che apre NDA mette subito in chiaro il mood: questa è una canzone sulla vita isolata di chi ha appena conquistato la fama. Nel momento in cui la maggior parte delle persone della sua età si gode i primi frutti della libertà dei vent’anni, la superstar del pop Billie Eilish si trova isolata in una casa nuova che le pare un sepolcro. E quando si porta a casa un ragazzo deve fargli firmare un accordo di riservatezza. “Forse dovrei pensare a un nuovo lavoro”, scherza. Il brano, canticchiato nervosamente, con quegli archi pizzicati in uno stillicidio che richiama la tortura della goccia, amplifica il senso di claustrofobica disperazione, mentre la voce turbata di Billie cerca di emergere, affamata di quella libertà che si è guadagnata e si merita. J.D.

15“&Burn (feat. Vince Staples)”

“Starò qui seduta a guardare la tua auto che brucia”, canta Eilish con la voce di un cherubino impazzito su una base che suona come Roland 808 crepitante. &Burn è una fantasia di vendetta inclusa nell’expanded edition dell’EP di debutto dell’artista allora sedicenne Don’t Smile at Me. Billie ha detto che Vince Staples è stato la sua prima scelta per collaborare alla traccia ed è facile capire il motivo. Eilish sembra distaccata mentre canta, ma il flow di Staples che snocciola le sue conquiste della serata la riporta a misurarsi con quel fuoco che lei stessa ha appiccato. S.G.

14“You Should See Me in a Crown”

L’hit malinconica You Should See Me in a Crown è stato ispirata ai due O’Connell da un dialogo della serie tv Sherlock e dal suono del padre che, un giorno, affilava dei coltelli in cucina. La canzone è un perfetto esempio di come Billie e Finneas si aggrappino con abilità a ogni aspetto della vita quotidiana per trovare ispirazione, dalle cose più banali a quelle più importanti. Parlando del brano Eilish ha detto a Billboard: «Voglio che suoni in modo che ascoltata in una stanza buia ti spaventi. È terrificante… ma quello è lo scopo: spaventare tutti». B.E.

13“My Strange Addiction”

Solo Billie Eilish poteva intitolare un pezzo come uno show televisivo in cui c’è gente che mangia il vetro o colleziona compulsivamente bambole, aggiungere dei dialoghi presi da The Office e riuscire a tirare fuori una canzone dark e sexy che parla di ossessioni d’amore. My Strange Addiction è ispirata a un episodio del 2011 di The Office dal titolo Threat Level Midnight che parla di un finto agente segreto di nome Michael Scarn. E nell’episodio si balla anche, per qualche motivo. «Quando abbiamo creato il beat per My Strange Addiction, mi è tornata in mente la canzone che si sente quando, nella sitcom, fanno la Scarn dance», ha spiegato Eilish a MTV News. «Mi è sembrata molto divertente, per cui abbiamo proprio rippato l’audio da Netflix e l’abbiamo piazzato nel pezzo». B.E.

12“My Boy”

Per dirla con Tina Turner, Billie Eilish e il fratello Finneas non fanno mai le cose nice and easy. Le fanno sempre bene, ma nel modo più difficile. My Boy, vecchio brano tratto dall’esordio del 2017 Don’t Smile at Me, è proprio così: inizia jazzato e stronzetto, come vedere Anita O’Day in pantaloni della tuta (“Il mio ragazzo ama i suoi amici come io amo le mie doppie punte / E con questo voglio dire che li taglia”). E quando il tempo aumenta, dopo la prima strofa, lo fa anche la cattiveria. S.G.

11“Getting Older”

«Ho dovuto prendermi una pausa a metà della scrittura di questo pezzo», ha detto Eilish a proposito di Getting Older. «Mi veniva da piangere perché mi stavo mettendo a nudo». Parliamo della canzone d’apertura di Happier Than Ever, un pezzo potente in cui Billie racconta i danni emotivi che la fama procura. Su una base elettronica minimale, confessa mormorando: “Le cose che una volta mi piacevano / Ora sono solo un lavoro”. È un po’ come i Nirvana che hanno aperto In Utero con la frase: “La rabbia giovanile ha reso bene / Ora sono annoiato e vecchio”. Poi affronta il suo trauma passato dicendo: “Non è stata una mia scelta quella di essere abusata” R.S.

10“Everything I Wanted”

Scritta nel 2018, Everything I Wanted è ispirata da un brutto episodio depressivo e da un sogno in cui Billie si buttava dal Golden Gate Bridge. «In sogno vedevo tutto quello che accadeva dopo la mia morte», ha detto a Song Exploder. «Ricordo che nel sogno c’erano dei giornali che titolavano: “La problematica sedicenne Billie Eilish alla fine si è uccisa”. E i miei migliori amici venivano intervistati e dicevano: “Oh, non ci è mai davvero piaciuta”». Inizialmente orientata verso il pessimismo, la canzone diventa una celebrazione del legame fra lei e Finneas e di come la loro vicinanza l’abbia aiutata a restare a galla. Il pezzo ha ottenuto un Grammy come Record of the Year nel 2021. B.S.

9“Bury a Friend”

“Sapevamo dall’inizio / Che non avresti retto perché sono troppo costosa”, canta Eilish, facendoti provare una certa pena per lo sciocco che sta mollando. Anche quella sua arrogante libertà era intrigante. Bury a Friend percorre la sottilissima linea fra terrore e intimità, fondendo suggestioni industriali, jazz swing gotico e teen pop. Quando la sua voce improvvisamente si mette a fare le fusa come Billie Holiday, la tensione fra vecchio e nuovo si fa quasi sconcertante, mostrando un’artista pronta a trasformare diabolicamente l’intera storia della musica pop nel suo giocattolo. J.D.

8“Bellyache”

È mai stata fatta una descrizione più dolce di un bagno di sangue? In Bellyache una Eilish teenager immagina il senso di colpa che proverebbe dopo avere assassinato i suoi amici, cantando su una produzione allegra sostenuta da una chitarra acustica su di ritmo trap accennato. «Parla di avere mal di pancia dopo avere ucciso un po’ di persone. È una cosa che accadrebbe agli umani, ma gli psicopatici non provano sentimenti. Siamo diventati personaggi che sanno di essere fuori di testa, ma allo stesso tempo non se ne rendono conto». K.G.

7“Ocean Eyes”

La sua prima canzone ha avuto successo per una buona ragione: Ocean Eyes è un sublime assaggio di ciò che la musica di Eilish sarebbe diventata. Originariamente Finneas aveva scritto il pezzo per la sua band, ma l’ha poi data alla sorella tredicenne perché la cantasse a un recital. Il brano ha avuto un buon successo su SoundCloud, aiutando Billie a ottenere un contratto discografico. Eilish in seguito ha scritto canzoni che mostravano come la sua visione del pop fosse più dark, ma Finneas ha avuto ragione a pensare che la sua ballata in stile dream pop fosse perfetta per l’ancora acerba sensibilità musicale della sorellina. B.S.

6“My Future”

Billie ha fatto impazzire gli ascoltatori con My Future, un brano jazzato ed elettronico che mostra quanto la sua voce si sia rinforzata fra un disco e l’altro. È una canzone d’amore speciale dove Billie giura che non s’innamorerà di nessuno a parte se stessa. “Sono innamorata del mio futuro”, canta. “Non vedo l’ora di incontrarla”. Lei e Finneas hanno scritto My Future in un paio di giorni, durante il lockdown. Lei si gode l’isolamento, coi suoi piaceri e le sue sfide. Ma invece di sentirsi sola, cerca di guardarsi allo specchio e conoscersi meglio. R.S.

5“When the Party’s Over”

When the Party’s Over è l’inno definitivo della Chiesa di Billie, dove puoi genufletterti di fronte agli strati delicati che la sua voce e un piano lugubre disegnano. Il brano, tratto da When We All Fall Asleep, Where Do We Go?, è una delle sue performance vocali migliori, oltre che uno dei picchi di Finneas come autore: una ballata sulla fine di un amore, tanto bella quanto drammatica. A tal proposito: la possiamo ascoltare nel finale della terza stagione di Riverdale. A.M.

4“Oxytocin”

In questo piccolo e sinuoso pezzo techno, Eilish rende onore all’ormone che si libera durante il sesso e il parto, chiedendosi timidamente: “Cosa direbbe la gente… se ascoltasse attraverso il muro?”. Il brano, dark e molto da club, ricorda i Nine Inch Nails e i Crystal Castles, dando modo alla cantante di sventolare la propria bandiera da freak. «Onestamente le immagini che avevo in mente per Oxytocin erano solo legate al sesso», ha detto al Guardian. «Di tutti i tipi, in tutti i modi, colori e luoghi. È quello che avevo in testa: il sesso». B.S.

3“Your Power”

Inizia piuttosto discretamente con una chitarra strimpellata e una semplice melodia di sette note. Poi arriva Billie. Segue la chitarra acustica con una voce così alta, pura e sovrannaturale, di una tristezza così totale e insopportabile che ti porta alle lacrime ancora prima che arrivi il ritornello. E lì affonda la pugnalata. “Come osi? Come hai potuto?”, chiede. “Pensavo fosse qualcosa di speciale. Mi hai fatto sentire come se fosse colpa mia il fatto che tu fossi il Diavolo”. È un’accusa brutale che arriva dalla bocca di un angelo. N.S.

2“Bad Guy”

Succede una sola volta in ogni generazione che grande artista spunti dal nulla, prenda il microfono e sorprenda tutti. Bad Guy è stato il successo che ha presentato al mondo Billie Eilish. Lei si autodefiniva una “sedicenne molesta”, ma si è poi dimostrata una cantante e autrice geniale. Nel brano recita il suo manifesto un po’ mormorando e un po’ minacciosa: “Sono una tipaccia, una che fa piangere tua mamma / Del tipo che fa incazzare la tua ragazza / Che potrebbe sedurre tuo papà”. Eilish non vuole correggere le sue stranezze; per intenderci, il video inizia con lei che si toglie l’apparecchio dalla bocca. Bad Guy è stata la hit perfetta per lanciare Billie: ti chiede attenzione, secondo le sue regole. Questo perché lei è la bad guy. R.S.

1“Happier Than Ever”

La title track del secondo disco di Eilish s’annuncia come un agnellino e si congeda come un leone. Ispirata a A Day in the Life dei Beatles, è divisa in due parti. I primi due minuti e mezzo sono una ballata emo folk in cui riflette su quanto si senta più felice senza un compagno disattento. Poi il pezzo su elettrifica e lei urla a pieni polmoni: “Non mi tratterei mai così di merda / Mi hai fatto odiare la città”. È rabbia pura, una deviazione dal suo atteggiamento solitamente cool che mostra quanto i Green Day siano stati importanti nella sua formazione musicale. B.S.

Tradotto da Rolling Stone US.

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